Dunque… il popolo per Silvio Berlusconi non conta assolutamente nulla.
Dunque… per Berlusconi quelli che contano sono solamente i numeri. Già: i numeri in Parlamento.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di numeri precostituiti da Berlusconi stesso con la ‘nomina‘ dei deputati e dei senatori.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che si tratti di numeri determinati dalle ben note ‘compravendite‘ ( tipo calciomercato ) da Berlusconi stesso effettuate.
I numeri in Parlamento, indipendentemente dal fatto che la maggioranza che oggi sostiene il Governo di Silvio Berlusconi sia tutt’altra cosa rispetto a quella determinata dai ‘ numeri ‘inseriti a suo tempo nelle urne dal solito… popolo (ritenuto) bue.
Già: Berlusconi ha già detto che, referendum o non referendum, lui andrà avanti ugualmente.
Già: Berlusconi ha già detto che, quorum o non quorum, il governo andrà avanti ugualmente.
In che modo non lo ha detto.
Facendo cosa non lo ha detto.
Per quanto tempo non lo ha detto.
Nossignori.
Berlusconi ha detto solamente quello che tutti noi già sapevamo, ha detto ciò che gli italiani già sapevano: ha detto che da lì… lui… Silvio Berlusconi, da lì lui, Silvio Berlusconi, di sua iniziativa non si schioderà mai e poi mai, sino al 2013.
Di sua iniziativa, ha detto.
E per fortuna che – per mandarlo a casa – oramai ci sono le solite note incognite che fortunatamente rischiano di diventare, di giorno in giorno, sempre più… cognite.
A cominciare dalla Lega.
A cominciare da Bossi.
Per continuare con Tremonti.
Per concludere con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Già: per nostra fortuna il prosieguo o meno di questa legislatura non dipenderà ‘ esclusivamente ‘ dalla volontà di Silvio Berlusconi.
Questa volta ciò che si determinerà nella politica italiana almeno in parte sarà dipeso dal popolo italiano.
Da quel popolo italiano che, attraverso l’istituzione dei referendum, ha inteso in qualche modo mandare un preciso segnale ai politici ed ai politicanti ‘ anche ‘ di casa nostra, vale a dire che vuole tornare ad essere protagonista delle scelte che lo riguardano, che vuole tornare ad essere parte determinante degli indirizzi che la politica intende dare sul territorio.
Ma non basta.
I numeri legati al quorum di tutti e quattro i quesiti referendari dimostrano, al di là delle più legittime aspettative, che è oramai al tramonto il mito di Silvio Berlusconi.
I numeri hanno detto che la faccia di Silvio Berlusconi non basta più a tranquillizzare il territorio.
I numeri hanno detto – insomma – che per le prossime consultazioni elettorali (come avevano d’altra parte già indicato le recentissime elezioni amministrative) i numeri hanno ribadito che – dicevamo – gli elettori tornano a guardare, finalmente, a chi potrebbe andare a finire il loro voto e quale uso ne farebbe quest’ultimo (o quest’ultima).
I numeri hanno spiegato che da questo momento in poi il voto del territorio non è più scontato sulla base del rapporto eventuale che il territorio ha con Roma.
Anzi.
Tutt’altro.
I numeri hanno, finalmente, sancito che il legame con il territorio, il triangolo tra politica territorio ed elettore non è più scontato ma va… guadagnato.
I numeri hanno detto, insomma, che potrebbe esserci a questo punto un effetto domino .
Un effetto domino sul territorio.
Un effetto domino su ogni territorio e – quindi – anche nel Viterbese.
Un effetto domino che potrebbe fare precipitare le già traballanti e critiche situazioni da tempo esistenti al Comune di Viterbo ed alla Provincia di Viterbo.
I numeri dei referendum di domenica e lunedì scorso, la percentuale dei quorum, potrebbero pesare in maniera determinante sulla tenuta delle coalizioni per le ripercussioni che i numeri stessi potrebbero avere nei rapporti tra singole componenti all’interno delle coalizioni.
E già: la parabola discendente di Silvio Berlusconi oramai è sotto gli occhi di tutti e si sa che – in politica – quando la nave affonda la tentazione di abbandonarla attraversa forte la schiena dei topi.
E che di topi nella Casta viterbese ce ne siamo a iosa… sì… anche questo è saputo e risaputo sin da sempre.
Ci sarà, dunque, questo effetto domino ?
Le percentuali più o meno bulgare risultate nei singoli quesiti referendari avranno qualche effetto sismico anche nella Tuscia?
Il pericolo che si torni a valutare il rapporto che i singoli politici hanno con il territorio spingerà qualcuno ad abbandonare le stanze dei bottoni per tornare a parlare con la gente dei problemi della gente risolvendo i problemi della gente ?
Cosa farà il sindaco di Viterbo, l’on. (nominato) Giulio Marini?
Cosa farà il presidente della Provincia, l’ecumenico uomo di legge Marcello Meroi ?
Cosa farà la senatora rosa Laura Allegrini ?
Cosa farà l’ex ministro Giuseppe Fioroni ?
Tornerà ad occuparsi anche dei problemi dei viterbesi ?
E l’on. Ugo Sposetti ?
E l’on. Donatella Ferranti ?
E l’assessora regionale Angela Birindelli ?
Ed i consiglieri regionali Rodolfo Gigli, Francesco Battistoni e Giuseppe Parroncini ?
Capiranno tutti questi politici viterbesi che i viterbesi, come il resto degli italiani, stanno finalmente tornando ad aprire gli occhi ?
E che avendo cominciato ad aprire gli occhi le cose, finalmente, stanno tornando a guardarle con… i propri occhi ?
Lo avranno raccolto, i politicanti di casa nostra, il messaggio che anche i viterbesi hanno voluto mandare loro attraverso i referendum di domenica e lunedì scorso ?
Avranno capito il grosso errore che hanno fatto nel non dichiarare pubblicamente cosa avrebbero fatto loro su ogni singolo referendum ?
Avranno capito che boomerang è stato non avere preso ufficialmente posizione contro il nucleare nonostante la grande probabilità che una delle centrali fosse localizzata proprio a Montalto di Castro?
Avranno capito che non dire nulla sul referendum relativo alla gestione del servizio idrico, nonostante i problemi che i viterbesi stanno avendo da tempo grazie all’acqua all’arsenico che viene loro erogata nelle case è stato un grossissimo errore?
Già: lo avranno capito… o no ?
Michele Bonatesta
Presidente del Movimento di Opinione
“ Insieme per il territorio
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