Non passa giorno senza che i tiggì nazionali (pubblici e privati),
coadiuvati dai mezzi di disinformazione di carta piombata rilancino trionfanti notizie
dell’INPS (Istituto Nazionale Propaganda Speciale), seguite a ruota e rinforzate
da quelle dell’ISTAT (Istituto Statistico Tecniche Avanzate di Tarocco),
col conforto delle agenzie internazionali di rating e il beneplacito del
FMI:
“fuori dalla crisi”, “in ripresa!”, “tutto merito del jobs act”
“crescono gli occupati, malgrado la crescita dei disoccupati”
Poi arriva, come nello scorso weekend, il “tre a zero” con la Spagna
e il “terzo posto” della Ferrari a Monza – malgrado le passerelle di Gentiloni in tribuna, con tanto di codazzo
delle frecce tricolori – e
tutto il Paese si risveglia per qualche ora, per prendere coscienza della amara
realtà in cui versa, prima di reimmergersi nelle fanfaluche dei telegiornali di
regime.
L’industria dell’auto e lo sport nazionale per eccellenza ben
rappresentano lo stato di allarmante precarietà che ci circonda. Stiamo abdicando
su tutto. Non abbiamo più nulla della gloria che fu:
- la Fiat, con tutto quello che si porta appresso (compreso il cavallino rampante di Francesco Baracca), è ormai un’azienda americana con qualche appendice produttiva in Italia, basata sempre più sul lavoro interinale, che ha in Lussemburgo (patria del cameriere per eccellenza delle multinazionali, Junker) la sede legale,
- il calcio – al netto delle mafio-scommesse e delle movimentazioni oscure di capitali su scala planetaria - ormai ci offre partite, a tutte le ore di tutti i giorni, con squadre che quando va bene mettono in campo un paio di italiani su undici giocatori,
e ancora andiamo cercando le vittorie della formidabile “rossa”, come ai
tempi di Ascari o Villeneuve!! Ancora andiamo cianciando di nazionale ammaliati
(per non dire presi in giro) dalla pubblicità ingannevole dei broadcast
televisivi che hanno cannibalizzato lo sport nazionale, dopo averlo scippato al
servizio pubblico!
Il tutto nella miserabile condizione in cui ci ha cacciato una classe
politica mai eletta, fatta di marionette al servizio della finanza internazionale,
complice nella strategia di disumanizzazione in atto, ormai fin troppo evidente
per essere taciuta, fondata su mostruosi processi di “privatizzazione degli stati e delle repubbliche, che quindi cessano di
essere tali e centralizzazione su scala globale del potere decisionale e
operativo reale in pochi organismi autocratici e insindacabili, che deliberano autoreferenzialmente a porte
chiuse sulle grandi scelte, le grandi riforme e sulle regole per le nazioni,
disponendo autonomamente delle leve finanziarie! (*)
Rispondi sinceramente: ma davvero quest’Italia ti fa felice?
Adriano Colafrancesco - (adrianocolafrancesco@gmail.com)
(*) da “Oltre l’agonia” di
Marco Della Luna – Arianna editrice
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