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martedì 28 luglio 2015
Le pecche dell'euro-meccanismo - Occorre prestare maggiore attenzione al denaro
In Francia, dopo la rivoluzione, a un certo punto il governo si trovò nelle mani dei banchieri, esattamente tramite il debito. Più avanti, la Comune di Parigi fu distrutta con la complicità della
Banca Centrale, che finanziava le forze della reazione.
Questo ci dovrebbe dire che le forze sociali antagoniste, proiettate sui diritti civili e sui problemi del lavoro, troppo spesso dimenticano il potere bancario e finanziario che agisce dietro le quinte, negli uffici, in modo poco visibile, ma efficacissimo.
Marx, per la verità, ne aveva parlato, e non poco (pensiamo alle truffe monetarie di Luigi Filippo, da lui commentate, all'accusa di "grande usura" lanciata contro la Banca d'Inghilterra, alle analisi
sulla moneta....), ma la tradizione culturale della "sinistra" (quella cosa che al momento in Italia si è quasi estinta) la ha spesso sottovalutata.
Forse questo dipende dall'abitudine a guardare la contesa e la lotta sempre sul terreno immediato del lavoro produttivo, che è terreno necessario, ma evidentemente non basta.
In ogni caso, per quanto riguarda l'attuale euromeccanismo, bisogna ricordare che le unioni monetarie forzate non hanno mai retto alla prova del tempo, quindi c'è da aspettarsi che non reggerà nemmeno questa.
Certo, ci fosse stata più cultura politica sull'argomento, fin dall'inizio, si sarebbe potuto contrastare questa operazione fin dal suo nascere.
Siamo costretti invece a prendere lezioni da un democristiano, Antonino Galloni, che ha parlato chiaro fin dall'inizio.
Perché dopotutto se uno l'economia la conosce non può non accorgersi subito che certo squilibri presenteranno il conto.
A onor del vero, anche Bruno Amoroso, altro economista, ha sempre parlato chiaro sul disastro annunciato. Dopodichè, in Italia, è arrivato Bagnai.
Ma, nel mondo, pure Krugmann, Stiglitz e Allais, che sono tre Nobel. Se i politici studiassero un po' di più, invece di pensare solo alle loro contese di potere, magari imparerebbero qualcosa di utile, risparmiando perlomeno alcuni dei disastri che producono.
Ma alle classi dirigenti perennemente corrotte è inutile chiedere che facciano onestamente il proprio mestiere, specialmente se il popolo continua a votarle.
Mi permetto di dire che un popolo che non ha avuto il coraggio di cancellare elettoralmente i partiti della guerra imperialista fin dall'inizio (1991, prima guerra del Golfo) è un popolo di imbecilli, privo di etica, oltre che di cervello.
Me ne dispiace, ma non posso pensare diversamente.
Un aspetto persino imbarazzante delle vicende storiche recenti è stato il modo con cui i sindacati, nel periodo di avvio dell'ipercapitalismo neoliberista, si sono lasciati imbrogliare sull'inflazione, che avrebbe diminuito il potere di acquisto dei lavoratori, lasciandosi indurre quindi alla deindicizzazione dei salari, senza nemmeno ricordarsi che fin dal primo dopoguerra l'indicizzazione salariale fu gradita sia ai sindacati che alla confindustria, poiché entrambi sapevano che essa eliminava il problema delle fluttuazioni da inflazione attesa (se uno sa che il proprio salario sarà automaticamente rivalutato secondo inflazione reale non ha motivo di pretendere preventivamente adeguamenti su proiezioni
attese, che sono incerti e fonti di squilibri).
Dalla deindicizzazione è scesa una autentica perdita di potere di acquisto, e la caduta della domanda ha innescato tutti i processi negativi che sappiamo, e che hanno riguardato l'intero occidente: l'economia basata sul debito, e i suoi catastrofici corollari conseguenti.
Sarvamangalam
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Nota aggiunta:
Secondo la stampa, è uscita la registrazione dei colloqui nei quali Varoufakis discuteva la preparazione di moneta parallela che avrebbe condotto al Grexit in dracme. Se è autentica (se non lo è Iannis la sementirà, tanto essendo uscito dal governo non ha più interesse a fingere o simulare alcunchè), il fatto conferma quanto già appariva verosimile: Varoufakis era l'uomo che operava per far saltare il banco con l' euro per colpa altrui, tanto aveva a disposizione il piano alternativo.
Ma in politica contano i rapporti di forza, ed evidentemente la sua linea non è riuscita a diventare maggioritaria, costringendolo a rinunciare.
Pessimo, dunque, l'esito conclusivo, ma perlomeno qualcuno ci ha provato.
Ce n'est q'un debùt.
Anche perché i popoli dovranno ben rendersi conto, nelle loro scelte di appoggio politico, che i rapinatori Fmi se ne sono usciti dichiarando che ci vorranno dai 10 ai 20 anni prima di ritornare ai livelli occupazionali pre-crisi (per l'Italia, naturalmente, prospettano il massimo), quindi chi non voglia illudersi deve capire che bisogna assolutamente uscire dal diabolico meccanismo della moneta debito neoliberista, che questa crisi ha generato e continua a mantenere.
Senza recupero di sovranità monetaria non c'è uscita dalla crisi, c'è solo la rapina finanziaria parassitaria.
Auriti, Amoroso, Galloni, Bagnai, Krigman, Stiglitz, Allais hanno parlato chiaro.
Ed hanno ragione..
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