sabato 27 aprile 2013

Il prima di Letta ed il dopo di Letta e dopo dopo ancora.... il diluvio



Ante Scriptum

Avevo inviato questo articolo a Rinascita, che lo ha pubblicato oggi, un paio di giorni addietro dopo che era stato conferito l’incarico ad Enrico Letta.

Oggi, 48 ore dopo, devo dire che le mie impressioni a caldo sono purtroppo confermate: ancora una volta il nostro paese viene messo nelle mani “tecniche” delle grandi Consorterie mondialiste che lo hanno in pugno e ne fanno carne di porco.  Chiusa la parentesi nefasta di Monti, personalmente mi ero anche rallegrato che fosse saltata la ipotesi di un forte governo Bersani aperto al centro di Monti e Casini. 

Ma qui è addirittura successo qualcosa di peggio: è infatti stata liquidata nel  PD quel minimo di facciata “politica” che Bersani rappresentava e il pallino di comando è passato a uomini come Letta espressione piena della politica mondialista. 

Non molto tempo addietro un attento e serio scrittore e politologo di sinistra, Aldo Giannuli, aveva rilevato come la figura di Bersani, pur condiscendente verso la dimensione "tecnico finanziaria", non era però molto gradita a questo circuito internazionale.
Indicativo il fatto che il Letta, nella scelta dei ministri, abbia affermato che è indispensabile una loro esperienza “europea”.  Capite l’antifona? Le catene che ci legano ai circuiti mondialsiti, che nel nostro continente passano per via europeista, devono essere garantiti, anzi rafforzati.
Insomma tra la Presidenza della Repubblica, le alte cariche Istituzionali dello Stato e la Presidenza del Consiglio, l’Italia è stata conciata proprio bene.

E intanto Berlusconi è volato negli USA, da dove si è sperticato, senza vergogna, in parole di elogio per l’America. E’ azzardato ritenere che sia andato a chiedere “garanzie”, anche personali, per l’appoggio che, entusiasticamente, darà al nuovo governo?

SEGUE IL MIO ARTICOLO SU RINASCITA


Dopo il “governo tecnico” cosa ci aspetta?

di Maurizio Barozzi


Non meraviglia che di Enrico Letta, proposto Presidente del Consiglio, sia stata segnalata una sua partecipazione allaCommissione Trilaterale, un gruppo di studi non governativo fondato da David Rockfeller nel 1973, di cui fanno parte uomini d'affari e di cultura,  politici, ecc. provenienti da Nord America, Europa e Giappone (i tre lati del pianeta). A quanto sembra poi, Letta avrebbe anche partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg a Chantilly, Virginia (Usa).

Si da il caso che Trilateral e Bilderberg sono una specie di “consorteria mondialista”, termine per la verità improprio, che agisce in forma discreta, ma non totalmente segreta, anche se i loro “raduni” e “congressi” sono a porte chiuse e vi vengono invitati potentati e personalità rigorosamente scelte, non si sa bene da chi e come.
Il Giornale.it del 24 aprile c.m., aggiunge anche che Enrico Letta si formò nell’entourage di Beniamino Andreatta. Anni dopo ebbe una nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nell'esecutivo di Romano Prodi (2006-2008).
Segue poi Andreatta nel governo Ciampi (1993), andando a guidare la sua segreteria alla Farnesina. Dal 1996 al 1997 si sposta al ministero del Tesoro, dove diventa segretario del Comitato per l'Euro.

Dal 2004 è vicepresidente dell’ASPEN Institute Italia (una specie di think thank nella migliore tradizione statunitense, quindi privato, apartitico, coacervo di vari interessi e rappresentanze economiche, con un raggio d’azione a livello internazionale, da molti messo indirettamente e in qualche modo in relazione proprio con la Trilateral e il Bildberger).
Un pedigree interessante, che nasce nel bozzolo di quei tecnocrati democristiani, apripista nelle sfere governative dei cosiddetti “tecnici” già consulenti delle grandi banche di affari e nel mondo finanziario e prosegue poi con partecipazioni in governi (Prodi – Ciampi), interpreti principali di quello stravolgimento Istituzionale, sociale e politico sopraggiunto con la Seconda Repubblica.

Ma lasciamo stare Letta e consideriamo un momento questi Trilateral e Bilderberg perchè, a parte il fatto che hanno struttura e funzioni affatto diversi, su di essi girano molte esagerazioni e inesattezze varie, ma il sospetto che quanto sta oggi accadendo in Italia sia stato in qualche modo “filtrato” da queste consorterie non è poi così peregrino.
Per alcuni, questi organismi, sono consessi quanto meno necessari, in un mondo moderno ad economia globalizzata, per la risoluzione dei grandi problemi del pianeta, problemi che si pretende siano risolti solo da certi “potentati” e da strutture che agiscono al di sopra dei singoli governi e dei singoli interessi nazionali (assolvendo però occultamente ben altri interessi, già per il solo fatto che i grandi potentati che ne fanno parte, esponenti del mondo economico e finanziario non potrebbero di certo mai operare contro i loro stessi “Imperi” privati).

Per altri invece sono delle lobby dove si cospira un nuovo ordine mondiale da imporre a tutti gli Stati della terra secondo gli interessi dell’Alta Finanza e delle Multinazionali.
In realtà le cose non sono così semplici come potrebbero sembrare.
Comunque sia, periodicamente, in località precedentemente studiate e rigorosamente a porte chiuse, si riuniscono i membri e gli invitati a questi Organismi. Stampa e signore ingioiellate e impellicciate attendono fuori la conclusione dei lavori.
Gli argomenti che dicesi sono affrontati in quelle assisi, sono i soliti: la risoluzione dei gravi problemi economici e sociali nel mondo, lo sviluppo dei paesi economicamente arretrati, la salvaguardia del clima, la lotta alla fame e alle malattie, la salvaguardia della democrazia e della libertà, e via di questo passo.

Il tutto alla presenza di un numero scelto di, chiamiamoli, VIP della politica, della cultura e dell’economia, che sono stati invitati a partecipare alle riunioni.
Quel che è certo è che a tutti costoro non viene chiesto di partecipare a cospirazioni  e men che meno di elaborare strategie massoniche, a cui poi, sostanzialmente, neppure sarebbero all’altezza.

Quello che accade in quelle sale può solo essere ipotizzato, ma con ragionevole realismo, mettendo in conto e decodificando quel poco che di volta in volta è pur filtrato, ma soprattutto tante vicende, con le loro cause ed effetto, che sono scaturite nei periodi successivi a tali “raduni” a cui non è difficile metterle in relazione.
Si può quindi ritenere che vengono esposte e discusse, sotto un linguaggio per “iniziati” e quindi non a tutti percepibile in pieno, la messa in rilievo dei più urgenti problemi che affliggono il mondo, il modo di procedere alla loro soluzione e gli obiettivi da raggiungere a breve, medio o lungo termine.

Si tratta, infatti, di strategie complesse e dalla esecuzione “mascherata” che sono state elaborate in ben altri Centri segreti di potere, in genere da un pugno ristretto di grandi famiglie dell’Alta Finanza che si avvalgono di “pensatori” e strateghi di tutt’altro spessore.
Strategie che è bene “filtrare”, preparare, edulcorare perchè  altrimenti potrebbero trovare difficoltà e soprattutto impatti devastanti o resistenze impreviste se fossero proposte o addirittura attuate nelle singole nazioni senza un dovuto “filtro”, senza una certa “illustrazione intellettuale”.

Si tratta infatti di concedere o meglio imporre prestiti (ad usura, presentandoli come “aiuti”) a determinate nazioni e negarli ad altre; sostenere certe iniziative belliche o rivolte da qualche parte del pianeta oppure stroncarne decisamente altre (dietro la maschera della lotta al terrorismo e la difesa delle libertà democratiche); di investire in una certa aerea imponendo al locale governo ferrei vincoli e piani di sviluppo a cui attenersi; portare avanti grandi operazioni finanziarie che possono sconvolgere l’intera economia di una nazione, ecc.
Presentando il tutto come sviluppo dell’economia, lotta alla povertà, alla fame nel mondo, salvaguardia del clima, della salute, controllo delle nascite, ecc., tutti specchietti per le allodole.

In sede Trilateral e Bildberberg, gli argomenti presentati e discussi devono convincere ed essere accettati da tutti i presenti, in modo che poi le “personalità” invitate se ne facciano portatori entusiasti nei loro ambiti professionali, circoli culturali e partiti e politici.  Ecco il vero motivo per cui sono stati invitati.

E state certi che i “prescelti” se ne faranno portatori convinti, altro chè! visto che, intanto, “quegli argomenti” sono in sintonia con il loro modo di pensare e poi perchè questi “invitati” sanno bene che le loro partecipazioni così “straordinarie” e di prestigio, avranno sempre un ritorno in termini di carriera e incarichi di rilievo come, guarda caso, le cronache dei periodi successivi stanno spesso a dimostrare.

Specificato questo e saltando di palo in frasca, cosa dobbiamo aspettarci dal varo di un governo di “larghe intese” dove, uscito un “predestinato” Monti, ne subentra un altro: Letta?
Certamente ad un governo di “tecnici” subentrerà un governo politico di “grandi intese”, con “tecnici” sparsi qua e là, ma sostanzialmente, sia pure con un impatto meno drastico e traumatico di quello imposto da Monti, non potrà che continuare il  drenaggi delle risorse del paese a vantaggio dei banksters, il che comporterà una ulteriore erosione di quel che resta della Stato sociale e il procedere spedito nella realizzazione di Leggi e accordi internazionali dai quali il nostro paese non possa mai più sottrarsi.

Del resto non potrebbe essere altrimenti vista la riconferma bipartisan di Napolitano, forse il peggior Presidente che il paese abbia mai avuto, che è quello che ha eseguito con grande maestria una specie di “golpe” eseguito nei crismi della legalità costituzionale, che portò in un paio di giorni, prima al senato, e poi a palazzo Chigi il “tecnico” Monti mai eletto da nessuno
Aldo Giannuli, dell’area di sinistra, valente scrittore e attento osservatore politico,  ha esplicitamente affermato che la rielezione di Napolitano, anche secondo lui il peggior Presidente, è stata una porcheria, con i partiti che hanno ignorato le preferenze del popolo e della gente comune.

Ed in effetti se consideriamo che quella rielezione era propedeutica, anzi indispensabile per arrivare al grande inciucio, proprio di una porcheria si tratta.
Se si aggiunge poi che fino ad ieri a sinistra hanno racimolato voti dagli scettici, delusi e indecisi, con il ritornello “altrimenti vince Berlusconi”, così come a destra hanno fatto la stessa cosa con lo spauracchio che “altrimenti vincono i rossi”, la porcheria di questo inciucio risalta ancora più evidente.

Ma in realtà, questo ragionamento presuppone l’esistenza di una sinistra “sana”, interprete dei bisogni e desideri della sua gente, che ora avrebbe disatteso, cosa che invece non è vera.
Tutti i partiti, oramai “botteghe”, rimodellati dalla Seconda Repubblica, pur venendo da certe tradizioni politiche e sociali, sono espressione di certi interessi, rispondono a determinate lobby di potere e da ultimo, ma non ultimo, hanno una dimensione “ideologica” perfettamente calibrata sui desiderata mondialisti. Non c’è posto, nè spazio, per i veri bisogni del popolo.

Prendete ad esempio le famose “liberalizzazioni” o privatizzazioni. Le vogliono tutti: le vuole Bersani, le vuole Casini, le vuole Berlusconi. Questi sono oggi i nostri politici, quando logica e buon senso vorrebbero che nessun uomo di Stato degno di questo nome, nessun partito che sia vera espressione di larghi strati sociali, potrebbe pensare di incentivare le privatizzazioni, che fanno fare guadagni immensi alle grandi banche d’affari internazionali e mettono in mani private importanti settori strategici della Nazione, come l’energia, i trasporti, le comunicazioni, l’industria dei settori nevralgici, ecc.

Questa svendita del patrimonio pubblico, tra l’altro a bassi ricavi per lo Stato, viene scusata con il fatto che sotto la partecipazione statale il settore funziona male e che invece, una volta privatizzato, ci sarà concorrenza, investimenti e per fare un esempio spiccio, agli utenti le bollette potrebbero calare nei costi. Tutto totalmente falso, ma più o meno asserito da tutti i partiti.

Intanto, le bollette, dopo un primo momento di novità e assestamento, prenderanno a salire vertiginosamente perchè la concorrenza avrà interesse a formare cartelli e imporre i suoi prezzi. Ma peggio ancora, settori decisivi per la vita dei cittadini o per lo sviluppo industriale verranno, una volta privatizzati, posti nelle mani fameliche della finanza internazionale e delle multinazionali,  che ristruttureranno e organizzeranno le imprese dietro la logica del profitto. Inevitabile che vada a finire, come è accaduto in alcuni paesi dell’America latina, che il “privato”, per fare un altro esempio, non avendo interesse ad allacciare la luce, il gas o l’acqua, investendo in certe zona non remunerative, le lascerà nel sottosviluppate e così via.
Per tornare al tema del nostro articolo, ci sembra quindi che, mutatis mutandis, il governo delle “intese”, non potrà che proseguire la stessa linea lacrime e sangue di Monti, anche se non si sa fino a che punto potrà reggersi visto i troppo eterogenei interessi che vengono forzatamente messi insieme.

Quello che veramente necessiterebbe, per riscattare un minimo di sovranità economica e finanziaria, e liberare il popolo dall’usura dei banksters, sarebbe il riappropriarsi della sovranità monetaria, sottraendola al monopolio delle Banche Centrali (private ovviamente), quindi uscire dall’Euro. Questo consentirebbe di smascherare la truffa del “debito pubblico” e risolvere il pesante passivo che viene accollato allo Stato e che, proprio in virtù dei fraudolenti meccanismi con cui è determinato, non potrà mai essere saldato, ed anzi aumenterà sempre più in via esponenziale.

Ma questi intenti  di liberazione sono delle chimere, perchè qualora, per un miracolo impossibile, ci fosse un governo che volesse procedere in tal senso, il paese verrebbe immediatamente posto sotto ricatto internazionale, minacciato di distruggerne totalmente l’economia, se non porlo sotto sanzioni, visto che tutta la nostra economia, finanza e commercio, sono stati agganciati a questi  circuiti di economia europea e mondiale dai quali è impossibile sottrarsi senza danni.

Se questo poi dovesse non bastare ci sono i “soliti” sistemi, da “strategia della tensione”, laddove non si deve dimenticare che il nostro paese è totalmente sotto controllo delle Intelligence Occidentali, ha accordi, protocolli e impegni segreti da cui non può deflettere e per sua sventura è, strategicamente parlando, una portaerei naturale nel Mediterraneo, con ben 113 basi Nato, anche nucleari, delle quali non abbiamo alcun controllo, nè tanto meno il comando.

Ma, in definitiva, non servirà neppure fare ricorso a questi mezzi estremi, perchè in un paese “occidentalizzato” come il nostro, a consumismo avanzato, dove si è persa ogni sana tradizione, ogni senso del dovere e dello Stato dove, di fatto, non esiste più la gioventù, tatuata, stravolta dalle mode, dagli sport, dalla musica, dalle discoteche, dalle droghe, dai video giochi, dagli Ipod, ecc., insomma da tutte le sconcezze moderne e consumiste, oggi basta e avanza, da parte di Lorsignori, l’uso della corruzione, del “comprarsi” il presunto nemico.

Senza dimenticare i mass media, quelli che da decenni ci stanno tutti facendo vivere in una società virtuale, ci drogano con spettacoli demenziali e quando occorre sanno bene come sbattere certi “mostri” in prima pagina.
Tutto è perduto quindi?

Non è mai detto. Intanto nella Storia agiscono sempre i grandi motori geopolitici che, seppur lentamente, spingono i popoli a difendere i loro interessi primari.
Secondo poi vi è sempre la eterogenesi dei fini, quel fenomeno umano e storico per cui ad ogni azione, risponde sempre una reazione, cause e azioni quindi si accumulano, generano altre concause e con il tempo si possono sempre determinare fatti nuovi, imprevedibili.

Ed infine, c’è sempre la reazione che prima o poi dovrà scatenarsi da parte di consistenti frange di popolo ridotte alla miseria dall’usura praticata dai banksters che impongono ai governi di devolvere ogni risorsa dello Stato al pagamento del “debito pubblico” ovvero alla loro usura praticata nella disgraziata nazione.

Oggi qui da noi, l’impoverimento che sta gettando gli anziani (e non solo) a raccattare avanzi nei mercati rionali e gli stessi ceti medi a comprare mondezza nociva nei grandi Discount, oltre alle enormi aliquote di giovani senza lavoro, sta determinando, invece, solo sterili proteste, e molti suicidi.
Già questi suicidi, veri “suicidi di Stato”, sono un chiaro sintomo di come è stato corrotto il nostro popolo dal consumismo e dall’immaginario collettivo del benessere prodotto dai mass media.

Perché è evidente che, non in tutti, ma nella maggioranza di questi casi di suicidio, è proprio il fatto che non ce se la fa a sostenere il drastico cambiamento da una vita che, bene o male, procedeva nell’andazzo consumista, ma che ora improvvisamente viene meno e aleggia la miseria.

E questo vale per l’imprenditore, come per il semplice cittadino che ha perso la casa ed è alla fame. In epoche passate, neppure troppo lontane, questa “carestia”, queste disgrazie e privazioni, avrebbero determinato ben altri atteggiamenti, ben altre reazioni che il rivolgersi contro se stessi e suicidarsi.

E così la “baracca” ancora regge, perché i giovani senza lavoro, bene o male vanno avanti con la casa e il sostegno dei genitori. Ma questo può ancora avvenire perché i genitori, hanno dei risparmi, hanno soprattutto una pensione, una casa di loro proprietà.

Ma i figli dei figli, le future generazioni, alle quali è stata tolta ogni garanzia sul lavoro, gli hanno letteralmente dissolto le pensioni, che in futuro a mala pena basteranno ai soli titolari per sopravvivere, come potranno mantenere i figli disoccupati?

Tutto non è ancora perduto, ma un lumicino, un barlume di speranza, di riscossa del popolo, c’è sempre. Almeno spero.


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