Nucleare grigio
Chiudiamo veramente la partita con il nucleare. 8 punti per attuare la
volontà del referendum
Molte riviste ecopacifiste hanno salutato l'esito del referendum
antinucleare del 2011 con il titolo "Nucleare, bye bye" (o qualcosa di
analogo).
Un ottimismo che reputiamo eccessivo.
In realtà la partita è ancora aperta sui seguenti punti:
1- può rientrare dalla finestra europea ciò che abbiamo cacciato dalla
porta. Occorre ricorrere all'ICE (Iniziativa Civica Europea) ed a
mobilitazioni europee per garantire almeno l'attuale posizione di
ipocrita neutralità della UE;
2- l'Italia compra dalla Francia e dalla Svizzera energia elettrica
prodotta da impianti nucleari. Queste importazioni devono cessare;
3- le partecipate di Stato come Enel e Finmeccanica sono impegnate in
progetti nucleari all'estero.
Dal sito istituzionale dell'Enel possiamo leggere:
"Con 11 reattori in servizio in Spagna e Slovacchia, per Enel il
nucleare non è certo una novità. Enel è anzi uno dei maggiori
operatori europei del settore, con competenze in tutte le principali
tecnologie.
In Spagna, attraverso la controllata Endesa, Enel gestisce sei
reattori del tipo ad acqua in pressione (PWR) e uno del tipo ad acqua
bollente (BWR) per un totale di circa 3.640 MW.
In Slovacchia, attraverso la controllata Slovenské Elektrárne,
gestisce 4 unità di tipo VVER (la moderna versione ad acqua in
pressione di progettazione russa), per un totale di quasi 1.900 MW.
Inoltre sta realizzando due nuovi reattori presso la centrale slovacca
di Mochovce, partecipa alla realizzazione della centrale EPR da 1.600
MW a Flamanville (Francia) e al progetto per il raddoppio della
centrale di Cernavoda in Romania; in Russia, è impegnata con la
società di Stato Rosatom allo sviluppo congiunto di nuove centrali.
Infine, ancora in Francia, Enel parteciperà alla realizzazione del
secondo EPR francese, prevista a partire dal 2012 sul sito di Penly.
In pochi anni Enel ha saputo ricostruire all’estero la cultura e
l’esperienza nucleare di cui l’Italia è stata a lungo antesignana.
Oggi sono più di 3.800 gli specialisti di Enel impegnati
nell’esercizio quotidiano di centrali nucleari, oltre a 150 ingegneri
specializzati nella progettazione e realizzazione dei nuovi impianti".
Per quanto riguarda Finmeccanica, il suo interesse per il nucleare
passa attraverso Ansaldo Nucleare, una filiale di Ansaldo Energia.
Ansaldo Nucleare si dà da fare in molti Paesi dell'ex Est Europeo
cooperando con vari partner per la fornitura di impianti e servizi.
Ansaldo Nucleare collabora con la Westinghouse ed è licenziataria di
componenti dei reattori AP1000 in capo alla società americana. In
particolare ha recentemente costruito i due reattori di Cernavoda, in
Romania, entrati in funzione nel 2007.
Per farla breve: per attuare la volontà referendaria dobbiamo
annullare i vecchi impegni nucleari e non assumerne di nuovi;
4- le banche italiane come Intesa ed Unicredit finanziano anche esse
progetti nucleari all'estero. Siti internazionali le monitorano per
questo motivo. Anche sull'aspetto finanziario dobbiamo introdurre
controlli e penalizzazioni;
5- la ricerca nucleare "dura" è sostenuta con la partecipazione
italiana al progetto ITER di Caradache, costo preventivato 14 miliardi
di euro. L'Italia partecipa alla fusione calda (deuterio-trizio)
attraverso l'UE con 500 unità di personale e un centinaio di milioni
di euro l'anno. Dobbiamo indirizzare altrimenti le risorse per la
ricerca: nello stesso campo nucleare esistono settori che
meriterebbero più attenzione (la fusione fredda) ed in ogni caso è
prioritario risolvere i problemi di sicurezza intrinseci all'attuale
tecnologia nucleare ed alle scorie che la accompagnano;
6- la sicurezza del "vecchio" nucleare è un gravissimo problema
aperto: abbiamo le vecchie centrali da dismettere, gli impianti di
trattamento per l'uranio e per il plutonio (anche con scopi
esplicitamente militari, vedi reattore spento dell'ex CAMEN di Pisa),
i depositi delle scorie per circa 90.000 m3. In particolare va
concentrata l'attenzione sullo scandalo di Saluggia, una catastrofe
annunciata, "il posto più pericoloso in Italia per gli italiani
tutti";
7- la parziale messa in sicurezza delle scorie radioattive passa oggi
per pericolossimi viaggi via treno (da Trino e Caorso per la Francia e
ritorno), via mare (da Latina per la Gran Bretagna e ritorno), persino
via aereo. Questo via vai deve cessare;
8- le navi e i sommergibili USA a propulsione atomica, probabilmente
armati con Cruise nucleari, sono centrali atomiche galleggianti. Non
devono attraccare nei porti italiani. (Lasciamo stare, al momento, le
armi atomiche B-61 nelle basi di Aviano e Ghedi, e quelle
minitattiche, probabilmente "inertizzate" in depositi come il Sito
Pluto a Vicenza).
In sostanza, noi siamo convinti che oggi esista un obbligo di tutti i
livelli istituzionali ad attuare la volontà popolare, sancita dal voto
di 27 milioni di persone, tra i quali la maggioranza dei milanesi, su
questi punti precisi:
1- chiudere con i piani nucleari in Italia e dall'Italia;
2- garantire la (relativa) sicurezza del "vecchio" nucleare degli anni
'60-''70-'80, che costituisce una minaccia tuttora incombente;
3- risolvere in modo alternativo i problemi che l’opzione nucleare
pretendeva di affrontare, come ad esempio il rispetto degli impegni di
Kyoto e l'emancipazione del nostro Paese dalla dipendenza dei
combustibili fossili. (Come pure, cosa non trascurabile in questi
gravi momenti di crisi economica, la produzione di energia a costi
convenienti e con importanti ricadute occupazionali).
Il referendun antinucleare del 2011 non ha chiuso la partita. Abbiamo
segnato un goal, come italiani, ma non possiamo dormire sugli allori.
Lo dobbiamo all'umanità mondiale che deve liberarsi, con il nostro
determinante aiuto, dall'incubo di questa tecnologia dalla natura
essenzialmente bellica, forse la principale minaccia che incombe sulla
sopravvivenza della nostra specie.
Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari
PS: questo è un invito ad aderire al C.A.V.R.A, Comitato per attuare
la volontà del referendum antinucleare
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