In volo con gli uccelli
Il macello di Cingoli - Scrive Trudy: "Segnalo la costruzione di un ulteriore mega-macello per polli in provincia di Macerata, precisamente nel Comune di Cingoli. Si è già costituito un comitato contro questo progetto, anche se non è molto animalista, è stato fatto ricorso al TAR, ma è stato respinto. Avendo il Comune concesso i permessi per i lavori, scriviamo una protesta al Comune, puntando anche sulla questione del danno ambientale e alle attività turistiche"
Mio commento: "Conosco Cingoli, ci sono stato in visita lo scorso anno assieme a Caterina. Un paesino situato su una alta collina con una visuale bellissima. Siamo stati nella piazza principale a prendere un cappuccino e fare uno spuntino, poi abbiamo girovagato per il paese.. scoprendovi varie bellezze e misteri... Cingoli è conosciuta come il Balcone delle Marche.. sarebbe un vero peccato che in futuro venisse ricordata come una grande macelleria per polli e basta. Si fa presto a cambiare l'immagine di un posto, come si fa presto a buttar giù antiche mura per poi pentirsene!"
Paolo D'Arpini
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Risposta ricevuta dal Comune di Cingoli: "Gentili signori, scrivo in merito alle numerose mail che mi sono giunte circa la costruzione di un allevamento intensivo di polli nel comune di Cingoli, autorizzato dall’Amministrazione che rappresento.
L’argomento merita approfondimenti che in poche righe difficilmente si possono esprimere.
Nel comune di Cingoli opera la terza azienda Italiana, per volumi di affari espressi , per la trasformazione di carni Avicole, la ditta Fileni.
Essa si è insediata nel nostro comune alla fine degli anni 90’, ha attualmente impegnati, insieme allo stabilimento di Castelplanio AN, 1600 dipendenti fra cui 432 cingolani.
E’ la prima azienda del mostro territorio e fortunatamente è un azienda che sta crescendo in un momento in cui la crisi sta mettendo in difficoltà moltissime imprese.
Nell’attuale stabilimento di Cingoli vengono macellati, oramai da tantissimi anni, un numero elevato di capi nel pieni rispetto delle normative vigenti senza che il nostro teriitorio abbia perso, anzi è l’inverso, le caratteristiche di un territorio di pregio ricco di eccellenze.
La richiesta che il Comune ha dovuto valutare è stata quella della costruzione di un allevamento , di dimensioni sicuramente importanti , che permetterà alla Fileni di effettuare economie di scala per mantenere la propria competitività sul mercato.
Rammento che impianti di questo tipo esistono sul teriitorio nazionale, in Regioni dove il turismo ha avuto uno sviluppo superiore alla nostra Regione, vedi la Romagna ed esistono anche nella nostra Regione , senza che abbiamo procurato danni alla salute della persone ed al territorio. Perlomeno non ci sono dati e fatti che possano dimostrare il contrario.
Gli allevamenti intensivi sono necessari perché gli animali, (non solo polli ma anche maiali, mucche, pecore, conigli) , non possono essere più allevati, come avveniva un tempo, dalle numerosissime micro aziende agricole diffuse in tutto il territorio; oltretutto sono necessari per soddisfare le sempre più crescenti richieste ben precise del mercato fatto da noi consumatori.
Le normative esistenti su ogni tipo di costruzione di allevamento (dettate anche dall’Europa) sono molto severe ed ogni progetto deve rispettare degli standard molto elevati. Le tecnologie utilizzate hanno migliorato la qualità degli impianti eliminando quasi completamente emissioni di polveri e cattivi odori. Diverso è il discorso della qualità di vita degli animali: si dovrebbe fare di più e le norme emanate dalla Commissione Europea stanno sempre di più andando verso questa direzione. Concordo anche io con il pensiero di alcuni di Voi.
Le Amministrazioni devono farsi carico della tutela dei diritti dei cittadini e dei diritti delle imprese e dei lavoratori, controllando e vigilando perché leggi e norme siano rispettate nei minimi dettagli.
Capite tutti benissimo che queste sono grandissime responsabilità che ogni Amministratore deve valutare con capacità e conoscenze, curando l’interesse generale e non l’interesse specifico.
Ogni critica ed ogni osservazione è accettata e ricevuta con estremo interesse ed attenzione, quindi ringrazio tutti per il contributo e rassicuro i diffidenti che gli Amministratori amano il proprio territorio, difendono le caratteristiche uniche di esso cercando nello stesso tempo di offrire opportunità per sostenere economicamente i propri cittadini e le proprie imprese nel pieno rispetto della legge e del buon senso.
Una piccola nota su numerose osservazioni: non si costruirà nessun macello ma solo un allevamento. Il territorio di Cingoli è il secondo per estensione della Provincia di Macerata, la zona dove esso verrà costruito verrà interessata da un’operazione di bonifica e di recupero di alcune cave ( 35 ettari) per l’estrazioni di materiali inerti che l’hanno deturpata pesantemente per moltissimi anni, che dal punto di vista sanitario sono state predisposti controlli e precauzioni oltre le normative previste.
Invito tutti voi a visitare la nostra città e verificare con i vostri occhi che non esiste nessuno scempio ma solo l’evoluzione naturale dell’epoca che viviamo.
A disposizione per qualsiasi chiarimento porgo cordiali saluti.
Stefano Filonzi, Assessore Attività produttive
Comune di Cingoli
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Mia replica: "Grazie per aver risposto. Ribatto però che il discorso della salvaguardia dei posti di lavoro e dello sviluppo economico non regge quando c'è di mezzo la salute e la continuazione della vita sul pianeta. Allevamenti industriali significano inquinamenti industriali e megamacelli stanno per consumo di risorse idriche ed energetiche. Serve aria fresca, luce solare, acqua pura, frutta, vegetali, semi, germogli e tuberi, al posto del “cruel food” e del cibo spazzatura, che include le proteine animali. Serve spiritualità e motivazione, serve amore e fratellanza universale, serve religioso rispetto per il
prossimo, servono idee all’altezza della situazione, e non pensieri mediocri e scriteriati. Servono idee coraggiose ed innovative, non luoghi comuni e pensieri allineati con quanto fa la maggioranza, o ciò che conviene al mercato.
Ripeto: quel che passerà alla storia di Cingoli sarà il mega-macello che il Comune vuole istituire per un mero calcolo economico basato sull'immediato. Come dire che va bene mangiarsi un braccio quando si ha fame... Molto lavoro deve essere fatto per proteggere la libertà e il benessere dei nostri figli e dei nostri nipoti. Il primo passo è quello di prendere coscienza dei fatti e di tenersi aggiornati su quanto sta
succedendo intorno a noi e sopra di noi. Siamo o non siamo consapevoli che l'allevamento industriale è la prima causa mondiale dell'effettto serra e del disboscamento delle foreste per far posto alle coltivazioni di cereali da mangime, possibilmente OGM?
E’ ormai di pubblico dominio il fatto che l’Agricoltura e la Zootecnia industriale rappresentano oggi il fattore principale di emissioni di Gas Serra (CO2, Metano, Ossidi di Azoto dalla produzione di concimi chimici, ecc), con oltre il 30% delle emissioni totali e che gli allevamenti industriali producono più CO2 (e metano) di tutti i trasporti mondiali! Senza tener conto che, a causa della cosiddetta globalizzazione, la maggior parte dei trasporti mondiali avviene a carico di prodotti agroalimentari che viaggiano in lungo e in largo.
Per questa ragione ci opponiamo fermamente all'incremeto di apparati industriali basati sullo sfruttamento animale e sulla continuazione del sistema consumista. Per questa ragione usiamo, secondo le nostre possibilità, tutti gli strumenti di informazione, di contrasto civile e non violento, di disobbedienza e di resistenza passiva contro la nuova tirannia e il nuovo totalitarismo che stanno minacciando ed oscurando il nostro pianeta. Ed in questo caso con la connivenza e l'ausilio delle scelte amministrative e di "sviluppo" portate avanti dal Comune di Cingoli"
Paolo D'Arpini
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Intervento ricevuto:
Prendo spunto dalla mail molto equilibrata dell'amministratore del Comune di Cingoli: "Gli allevamenti intensivi sono necessari perché gli animali, (non solo polli ma anche maiali, mucche, pecore, conigli) , non possono essere più allevati, come avveniva un tempo, dalle numerosissime micro aziende agricole diffuse in tutto il territorio; oltretutto sono necessari per soddisfare le sempre più crescenti richieste ben precise del mercato fatto da noi consumatori." Finché c'é la richiesta e questa é di una certa consistenza, il mercato, pur adeguandosi alle normative europee e nazionali, si adegua. Consideriamo poi che oggi viviamo in un villaggio globale e che se noi italiani di certi prodotti ne consumiamo di meno, ci può essere sempre qualche paese vicino o lontano, che ne fa richiesta. Per esempio, galline macellate che non hanno mercato da noi in certi periodi dell'anno, possono essere congelate e poi spedite in paesi terzi, parti anatomiche che da noi non hanno mercato, ce l'hanno in certi paesi terzi, parti anatomiche che da noi hanno un mercato limitato (per esempio gli anteriori di bovino) vengono acquistati da popolazioni diverse che vivono nel nostro stesso territorio, frattaglie che non vengono consumate da noi umani, vengono utilizzate per alimentare i nostri cari pet. Quale risultato si otterrebbe, ammesso che la protesta potesse avere un qualche effetto? L'allevamento, invece di essere realizzato a Cingoli, verrebbe magari realizzato in un altro comune o in un altro paese. Magari anche a costi inferiori. Ma occhio non vede cuore non duole. Avete presente la storia della Omsa? Inoltre, cosa ne pensano gli abitanti di Cingoli?
"Le normative esistenti su ogni tipo di costruzione di allevamento (dettate anche dall’Europa) sono molto severe ed ogni progetto deve rispettare degli standard molto elevati. Le tecnologie utilizzate hanno migliorato la qualità degli impianti eliminando quasi completamente emissioni di polveri e cattivi odori. Diverso è il discorso della qualità di vita degli animali: si dovrebbe fare di più e le norme emanate dalla Commissione Europea stanno sempre di più andando verso questa direzione. Concordo anche io con il pensiero di alcuni di Voi.".Le normative europee sul benessere degli animali si stanno sempre più ampliando, ma c'é ancora molta strada da fare. I grandi capannoni con gli animali reclusi che non vedono mai la luce del sole saranno ancora per molto tempo presenti sul nostro territorio, almeno fino a quando le persone continueranno a consumare carne con la frequenza attuale media e andranno a comprarla senza chiedersi che storia c'é dietro a quella braciola, a quella fetta di prosciutto, a quel pezzo di bollito. Almeno fino a quando la gente non si convincerà che, a parte il piacere del palato, per chi lo prova, non é necessario per la salute consumare tanta carne e tanti altri prodotti di origine animale, anzi, la salute non se ne giova. Credo che ci sia un mutamento delle abitudini alimentari in tal senso e per questo potrei anche essere fiduciosa in una diminuzione dell'allevamento intensivo, ma mi pare ci sia un aumento delle esportazioni o almeno una tendenza ad esportare. Perché?
La ragione prima e ultima di tutto ciò secondo me sta nel sistema economico. Tante volte mi sono chiesta come mai 60 anni fa si riusciva a campare ad esempio, con un piccolo appezzamento di terra, una stalla di dieci capi bovini, un piccolo pollaio.
Poi siamo aumentati di numero e le nostre esigenze sono aumentate, nonostante la meccanizzazione e la recente informatizzazione dobbiamo lavorare sempre le nostre 8 ore al giorno con 30 giorni di ferie all'anno. E tutto ciò per poterci permettere cose di cui forse possiamo fare a meno: un'automobile per ogni membro della famiglia, abiti nuovi ad ogni stagione, seconde e terze case, vacanze ed altri svaghi: cinema, ristoranti, ecc. Certo, con la crisi odierna che però ha ben altri motivi, c'é chi naviga nell'oro e chi fatica ad arrivare a fine mese. Il sistema produttivo si auto alimenta: si produce di più per abbassare i costi (per cui gli allevamenti intensivi, le grandi industrie di macellazione, ma anche le grosse case automobilistiche e tutte le altre garndi industrie), ma il prodotto in più a volte eccede i bisogni e la domanda e allora c'é un'incentivazione al consumismo per poter continuare su questa strada (vedi rottamazione delle auto, degli elettrodomestici, ecc., offerte speciali nei supermercati, sconti e sconticini, finanziamenti per l'acquisto di questo o quello). L'aumento del PIL é diventato un incubo.
Il modo di vivere di alcune persone, come Paolo, sono un buon esempio di contrasto reale a questo sistema, anche se certo, tutto é più semplice per chi non é in età lavorativa e non ha più la responsabilità di figli da crescere dato che dobbiamo comunque vivere in questo mondo.
La scelta vegetariana é già, per me, un buon inizio.
Caterina Regazzi
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