Donne che sanno...
Vi siete mai chiesti perchè un candidato qualsiasi alle elezioni spesso investe, per la sua campagna elettorale (manifesti, volantini, qualche comizio, cene, party e altre buffonate simili) decine di migliaia di euro?
Pensate che sia solo la libidine di raggiungere un miserabile spicchietto di potere? In parte, ma in minima parte, specialmente per i più.
Pensate che sia attirato dai ricchi stipendi, rimborsi e quanto altro? Ma no, con quelli a mala pena ci paga i rimborsi spesa mensili.
E’ allora cosa lo attira, perche si indebita, si addanna, si avventa subdolamente soprattutto con i colleghi di partito che gli potrebbero soffiare il posto?
Perchè è tutto il meccanismo clientelare, proporzionato se si sta al governo o se si sta all’opposizione, ma mai nullo che lo ingolosisce.
La possibilità di entrare nel giro degli appalti, sia a livello locale, comunale, che nazionale. Il partecipare alle tante e svariate Commissioni, quelle che devono decidere, fare e disfare leggi, ordinanze, deliberare di spese, ecc. E’ un pò come un amministratore di condominio, che nel suo piccolo, ha la facoltà di “scegliere” a “chi” assegnare il tal lavoro. Ci saranno pure gli amministratori onesti (veramente io ancora non li ho trovati, ma forse sarò troppo malfidato), ma in genere, a chi finiranno per assegnarlo il tal lavoro, secondo voi?
Ma qui sono spiccioli, per i parlamentari, i consiglieri comunali, invece, sono tutte cosucce che evidentemente devono rendere bene se il tal candidato a volte contrae anche ingenti debiti pur di pagarsi (ma spesso gliela pagano altri) la campagna elettorale.
Poi c’è la legge per il finanziamento dei partiti. Dallo Stato incassi cento, e ne spendi 10: e il resto? E i vari finaziamenti di eterogenea natura? Per esempio sembra che Casini possa contare su elargizioni da parte di Caltagirone, il costruttore e padrone del Il Messagero e tutti gli altri non sono di certo privi di sovvenzioni e finanziamenti da lobby, industrie e poteri, che hanno disponibilità di farli ed evidentemente poi si aspettano di esserne ripagati (o sono forse tutti misantropi o idealisti?).
Questa è la democrazia, il regno dei furbi e il raggiro dei gonzi.
Quando ve ne andate in giro e vedete dei bei manifesti con bandiere o fiamme tricolori, proclami eclatanti di salvezza nazionale, falci e martelli, croci, spade, e altre stronzate stilizzate e colorate, un consiglio: strappateli o tirate via,
Chi vi chiede il voto per salvare il paese, in realtà vuol salvare il proprio conto in banca, non gli frega niente altro: mandatelo affanculo!.
Fino a qualche decennio addietro la “truffa democratica” era di un certo tipo:
i nostalgici e conservatori di destra, avevano il loro piccolo partito che tra un saluto romano, un pericolo rosso e un A noi, sapeva bene come raggirarli.
I social comunisti avevano da spendere tanti bei paraocchi ideologici con i quali assicurarsi il voto di milioni di cittadini.
I benpensanti, cattolici, tutti casa e Chiesa avevano la loro brava mamma DC, che tra l’altro, stando sempre al governo, ti poteva anche dare un “aiutino”.
Poi c’erano tutti quei partitelli di poche centinaia di migliaia di elettori, Psdi, Pri, Pli, ecc. sempre deambulanti nelle aree di governo e quindi ben forniti di potere clientelare e in grado di dare una scusa ideale al socialcomunsita moderato, al conservatore moderato, ecc.. Insomma, un bel baraccone. Ma almeno il destrista, il comunista e il cattolico, pur gabbati, contenti e cornuti, si sentivano soddisfatti. Contenti loro.
Oggi con la Seconda Repubblica è stata fatta sparire ogni differenza ideologica. Siamo al sistema all’americana: niente distingue più i partiti e i loro programmi. E come è stato recentemente dimostrato i partiti e i loro leader sono tutti camerieri del mondialismo, sono tutti, veramente bipartisan, al laccio dell’alta finanza.
Maurizio Barozzi
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