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sabato 30 aprile 2011
News zappattiste bioregionali della Tuscia - Lettera resoconto di Marina e Marco da Luni Sul Mignone
Caro Paolo, qui tutto bene.
L'attività degli orti comuni (il Giardino della Biodiversità di Blera) l'abbiamo ridotta al massimo. Precisamente, Ale e Claudio seguono le colture già presenti ma abbiamo interrotto le nuove semine. Allo stato attuale la conduzione dell'orto ricadrebbe su me e Marco, la qual cosa non avrebbe senso per un orto comune. Non passiamo le consegne del terreno all'Università agraria finchè non si escluderà ogni possibilità di gestione comune.
Ci teniamo aperti a nuove adesioni, purchè sia effettiva e concreta la collaborazione di almeno cinque persone. Nel frattempo concentriamo le nostre energie sul nostro orto, che a dire la verità avevamo trascurato per i troppi impegni. In questi giorni di ferie, io mi sto occupando della falciatura (di cui generalmente si occupa Marco) e scopro la bellezza di questo movimento che è come una danza e non più faticoso dell'aggeggio decespugliatore che è pesante e rumoroso.
L'erba falciata sarà la pacciamatura delle colture estive, pertanto il lavoro di oggi è compensato dalla minor fatica che faremo quest'estate a tirar via le erbe spontanee (ecco trovato il lato positvo del guasto irreparabile del decespugliatore!).
Marco tira fuori le frasche, su cui abbiamo lasciato crescere l'erba alta (non sia mai più!!) e forma le fascine che ci serviranno per i forni d'argilla per il pane e per la creta che andremo costruendo prossimamente. Insomma, Paolo, in questi giorni mi sto dedicando pienamente alla terra e la stanzialità vera mi avvicina alla concretezza del fare, che rende tutto più semplice e armonico. L'esperienza degli orti comuni mi ha fatto capire quanto siano teoriche tante dichiarazioni di amore per la terra...rischiavo anch'io di diventare teorica perchè, pur di inseguire un'idea bella, ma nei fatti attualmente impraticabile per comprensibili vicissitudini personali di tanti, avremmo svolto tutto in maniera convulsa, sacrificando l'armonia che deve ispirare le nostre azioni quotidiane.
Il nostro orto sta assumendo la fisionomia del vero orto, e mi rendo conto oggi, che è vero ,sì, che per tutelare gli spazi comuni, come ti dicevo, bisogna viverli, ma è anche vero che occorre vivere bene anche i 'propri' spazi, quelli interiori e quelli immediatamente circostanti. Solo così l'idea non muore ma può trovare nuove strade per realizzarsi. Concludendo la giornata, un pò stanchi, mi sono sentita di dire che 'l'orto vuole l'uomo vivo!'
P.S. l'amico Giorgio, romeno, oggi ci è venuto a trovare e, vedendomi falciare, mi ha detto che, secondo la sua religione, è considerata peccato la falciatura compiuta da una donna! Curiosa questa tradizione, mi sembra un pò patriarcale e infelice, vabbè buona notte Paolo...
Stiamo preparando uno spassoso spettacolo teatrale sull'acqua che si svolgerà il 22 maggio nel lavatoio di Blera e di cui ti invierò la locandina Ah! per l'incontro della Rete Bioregionale Italiana non mi far dare una risposta sin d'ora...ti faremo sapere e speriamo di esserci!
Saluti, Marina e Marco
lunisulmignone@vodafone.it
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