Questo Blog è un contenitore di lettere, notizie, proposte, argomenti di ecologia sociale e bioregionale e di spiritualità laica.
giovedì 31 marzo 2011
Italiani in Canada - Ernesto Salvi: "...per far ridere a crepapelle basta pronunciare le parole Italy Berlusconi.."
Sono le 8 di sera quando il campanello squilla. Apro la porta e mi ritrovo davanti un vicino di casa che mi presenta il candidato al Parlamento del mio collegio e il suo segretario.
Se pensate che questa sia fantascienza non meravigliatevi, non mi trovo a Bunga Bunga, vivo in un sobborgo di Vancouver, in Canada.
Il governo di minoranza di Steven Harper è stato sfiduciato venerdì scorso e il 2 maggio (38 giorni dopo) si va alle urne. Possiamo anche votare in anticipo e per posta e, se sprovvisti del certificato elettorale, ci si può presentare al seggio con la patente e una bolletta (non esiste la carta d’identità).
Abito in un collegio conteso. I due partiti che vanno per la maggiore sono quello conservatore e quello di sinistra (Ndp). I liberali di centro-sinistra e i verdi non hanno molte possibilità nel mio quartiere e qui si vota con il maggioritario secco all’inglese.
Il candidato dell’Ndp si chiama Kennedy Stewart e mi consegna un biglietto d’invito per un ricevimento che si terrà sabato prossimo per l’avvio ufficiale della sua campagna elettorale.
Pioviggina e l’aria è umida e fresca mentre discutiamo sull’uscio di casa di conservatori e liberali.
Passano 5 minuti e finiamo a parlare di tv e del fatto che l’Ndp ha deciso di non utilizzare “negative ads”, messaggi elettorali che gettano fango sull’avversario.
Passiamo alla tv venezuelana di Hugo Chavez e, infine, ci spostiamo in Europa.
Rivelo il fatto che ho la doppia cittadinanza e che voto anche in Italia. Il vicino esclama: “Italy? That’s cool!!” Italia? Bello!!! Il candidato aggiunge solo due parole : “Italy? Berlusconi?”
L’effetto è devastante. I 3 si scompisciano, mi guardano e ridono. Sono bastate le 6 consonanti e le 4 vocali del cognome “Berlusconi” per scatenare le risate.
Ridono come se, all’improvviso, avessero sentito una battuta di Benigni.
Accorre mia moglie mentre il candidato, il vicino e il segretario si danno le pacche sulle spalle. Mi guardano e ridono. Non aggiungono altro. Mi guardano, si guardano e si sbellicano.
Attonito e con un sorriso amaro sulle labbra li saluto, chiudo la porta e mia moglie, preoccupata, mi chiede se ci sono rimasto male:
“Did you see how they were laughing?” hai visto come ridevano? Commenta e poi aggiunge: “How does that make you feel?”, Come l’hai presa?
“I am really proud of it” (ne sono veramente orgoglioso) rispondo ironicamente.
“Really?” insiste incredula.
“Really” ribadisco a denti stretti: a pensarci bene quale Paese al mondo può vantare un Presidente del Consiglio così divertente?
Ernesto Salvi
mercoledì 30 marzo 2011
Fondazione Gabriele: “Una firma per salvare la terra e le vite di tanti animali!”
Cari amici della Natura e degli animali, a nome della Fondazione Gabriele Internazionale vorrei ringraziare tutti per la vostra collaborazione di cuore ed informarvi degli sviluppi della nostra azione.
Come sapete abbiamo fatto un appello a livello mondiale per fermare sulla nascita un progetto stradale insensato che vorrebbe attraversare la “terra della pace” della Fondazione Gabriele Internazionale; qui vivono da 10 anni centinaia di animali salvati dai macelli e molte specie di animali selvatici, piú numerose specie di uccelli rari, pipistrelli e farfalle che in Germania stanno sulla lista di estinzione.
Al nostro appello hanno risposto finora circa 60.000 firme da 107 paesi da tutto il mondo, e questo è molto confortante. Le autorità della Bassa Franconia erano stupite da questa solidarietà mondiale! Ma non possiamo fermarci qui, vogliamo arrivare a 100.000 firme e andare presto a Berlino a farci sentire!
Per questo voglio ricordare a tutti coloro che hanno firmato la petizione e a coloro che ancora lo faranno, che la Fondazione Gabriele non registra i vostri nominativi ma li consegna direttamente alle autorità. Quindi nessuno riceverà newsletter o strane mail che non ha richiesto. Naturalmente se volete potete iscrivervi alla nostra newsletter.
Nel ringraziarvi di cuore a nome della Fondazione Gabriele Internazionale vi ricordo le pagine Internet alle quali potete apporre la vostra firma, ne abbiamo ancora tanto bisogno!
FIRMA LA PETIZIONE:
www.fondazione-gabriele.org
Grazie di cuore a tutti!
Stefano Delù
martedì 29 marzo 2011
Joël Labruyère e lo scopo segreto dell'energia nucleare... Una visione metafisica esoterica apocalittica...
ANALISI SORPRENDENTE DI JOEL LABRUYERE SUL NUCLEARE: LO SCOPO SEGRETO DELLA RADIOATTIVITA'
Qual'è lo scopo della fissione atomica? Produrre radioattività!
La produzione di elettricità domestica è un esca per mascherare l'intenzione reale della lobby nucleare: ottenere uno sprigionamento massiccio di irraggiamento radioattivo. Si fa credere che questa liberazione radioattiva è una conseguenza spiacevole del processo nucleare, quando in realtà è lo scopo ricercato.
Costantemente le autorità aumentano la soglia accettabile delle norme di radioattività, fino al giorno in cui, non fornirà più indicazioni e la natura assorbe i veleni e muta. 1500 reattori nucleari sono in attività, senza contare i sottomarini e altre navi di guerra.
Gli Stati Uniti e la Francia nascondono la più grande concentrazione di Centrali Atomiche. Numerosi paesi sono preda senza respiro, dell'esplosione atomica sotterranea segreta. I rifiuti si accumulano nei mari, in fusti di metallo, di cui la resistenza è limitata. Si ricicla i rifiuti per produrre del Super Veleno, emettendo una radioattività d'inferno. Tutto ciò ci autorizza a dire che questa liberazione energetica ha una utilità su una dimensione Infra – materiale di stessa natura vibratoria della radioattività. Una radioattività veramente infernale.
In uno strato interno della Terra, sono concentrate potenze chiamate Asura, da una parola Sanscrita, che significa Anti – Dei. Sono le forme inferiori della vita, che sono state cacciate verso il basso e si sono trovate collegate assieme, creando forme demoniache terrificanti.
Queste formazioni Infra – materiali, sono in qualche modo, il rifiuto dell'Evoluzione e il loro sistema vibratorio non corrisponde a quello della natura e dell'atmosfera. Loro non potrebbero sopravvivere all'aria aperta, essendo confinate in un piano vibratorio, ben al di sotto, del livello della nostra dimensione materiale. La Mitologia Indù identifica gli Asura ai Demoni, ma questo tipo di formazione demoniaca è differente da quelle che brulicano nella dimensione Astrale. Sono Infra – demoni, forme energetiche strane e invisibili alla percezione fisica o chiaroveggente.
Queste potenze non possono emergere nel mondo umano, che attraverso certe frequenze vibratorie e la radioattività e i sistemi elettromagnetici della tecnologia informatica. Nell'avvenire l'unione dell'energia nucleare e della rete internet, produrrà un campo magnetico che bloccherà l'umanità. La liberazione energetica di una esplosione sotterranea è un vero sprigionamento per gli Asura che inalano la forza e si liberano così dalla loro zona in cui sono ripiegati e confinati. Ogni forma di vita desidera vivere e sopravvivere. Gli Asura hanno l'opportunità di essere risvegliati e cominciare un ciclo di evoluzione in una natura trasformata a loro immagine. Questi Dei inferiori ricreano un mondo a loro misura, grazie alla tecnologia ispirata dalla Legge Nera.
Volete comprendere la politica di élite che lavora per l'Unificazione mondiale in ogni territorio? Questa politica non ha che uno scopo: dare forza e potenza alla “Bestia“ come esprime il libro dell'Apocalisse di Giovanni. E' nel Centro Sperimentale del CERN di Ginevra in Svizzera, che la connessione tra l'atomo e Internet è stata realizzata, dopo aver trovato una nuova energia vitale, attraverso la fusione nucleare.
Gli Asura hanno ormai un Cervello Artificiale, grazie ai Server d'inferno, su Internet e possono circolare sulla rete planetaria, in una dimensione che pare virtuale, ma è la loro realtà!
Non credete che tutto ciò sia un film spaventoso. No! Questa situazione è già in moto e voi ci siete tranquillamente in mezzo come Figure sedute davanti al vostro schermo. Poco a poco la vostra libertà di pensiero svanirà, senza che ve ne rendiate conto. In maniera insensibile abdicate ogni giorno, davanti l'ineluttabile trasformazione del vostro modo di vita, del vostro ambiente, del vostro comportamento, con l'inversione del vostro processo di Coscienza.
Pochi Esseri realizzano, che non sono più ciò che erano e che una mutazione opera nella loro Anima indolore e invisibile. Il regno della “Bestia“ si spande tramite la Coscienza dell'Umanità e presto questa Umanità non sarà più che un corpo abbandonato alla volontà Asurica. Si può completare il disegno ricordando che ci sono almeno 465 sottomarini nucleari che solcano il globo e lo stock di ogive nucleari è sufficiente per far saltare 4 o 5 volte il pianeta.
C'è da credere che l'Essere Umano non ha potuto impedirsi di creare un ambiente radioattivo a sua misura, poiché ogni corpo libera a corta distanza 8000 becquerels per secondo.
Pubblicato sul V.I.T.R.I.O.L. N° 20 - Traduzione dal francese di Lucilla Casta
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Leggete anche un dialogo esoterico fra Charles Antoni e Joël Labruyère
http://zorgonaute.wordpress.com/2010/11/18/lautre-krishnamurti/
lunedì 28 marzo 2011
Francesca Salvucci e la pittura creativa... Programma del 15 maggio 2011 in chiusura della Festa dei Precursori a Treia
Notizie sulla sessione di pittura creativa ad occhi chiusi e con accompagnamento di campana tibetana, tenuta da Francesca Salvucci, il 15 maggio 2011, presso il Circolo Vegetariano VV.TT. in Via Sacchette 15/a - Treia (Macerata), in chiusura della Festa dei Precursori.
La pittura creativa è una tecnica di Baba Bedi, serve a risvegliare nelle persone le loro coscienze e soprattutto a mettere in luce le proprie zone d'ombra per poter poi meditare e poter fare un lavoro di crescita interiore.
Oltre allo stato energetico la pittura lavora anche sul fisico, perche quando noi usiamo i nostri talenti ci sentiamo bene...al meglio!
Il percoso evolutivo esperienziale che ci ha donato Baba è contornato dal risveglio dei talenti ed è proprio a questa tecnica che la pittura psichica si riallaccia.
L'attivazione psichica e il risveglio dei talenti lavora sui blocchi emotivi, sui nodi emozionali che possiamo aver avuto nella nostra vita per poi attraverso una meditazione scioglierli e poter cosi risvegliare la coscienza ed avviare noi stessi verso il percorso animico piu vicino alla nostra propensione di vita.
Il nostro incontro prevede un momento di meditazione dove ad occhi chiusi andremo a disegnare in un foglio con pastelli colorati, quello che ne verrà fuori sara la fotografia del nostro interiore in quel preciso momento o giorno, a decodificare il disegno ci aiuteranno i colori la posizione e la struttura.
Ricordo a tutti che NON é UNA TECNICA PSICOLOGICA.
Il nostro incontro si svolgerà cosi:
- meditazione e rilassamento
- musica rilassante con la campana tibetana
- pittura psichica ad occhi chiusi con pastelli o vari colori
- visionamento dei disegni in gruppo o privatamente
- scrittura creativa sul disegno
- conclusione
Vi aspetto, Francesca Salvucci
Info: Cell. 327.3837267 Email. cnv@live.it
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Notizie sulla Festa dei Precursori edizione 2011:
http://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=festa%20dei%20precursori%20treia%202011
domenica 27 marzo 2011
Mao Valpiana: "Contro la guerra ed il nucleare digiuno collettivo dei nonviolenti"
Inizia oggi 27 marzo 2011 il digiuno collettivo del cibo e della parola "per opporsi alla guerra e al nucleare".
Proposto e attuato dal Movimento Nonviolento questo digiuno vuole essere un'assunzione di responsabilità.
La guerra è il più grande crimine contro l'umanità, e quindi alla guerra ogni singola persona si deve opporre. E bisogna opporsi alla preparazione della guerra, agli strumenti (eserciti e armi) che la rendono possibile.
Il nucleare civile e militare è una guerra dichiarata alla natura e agli uomini.
Il digiuno dal cibo e dalla parola che stiamo attuando è un modo concreto per manifestare la nostra opposizione alla guerra:
- la rinuncia al cibo è una condivisione delle tante sofferenze che subiscono le vittime della guerra;
- la rinuncia alla parola evidenzia che la prima vittima della guerra è la verità.
Quante mistificazioni, quante falsità, quante bugie si nascondono dietro la propaganda bellicista che sta inondando l'opinione pubblica come uno tsunami della menzogna.
Il digiuno del cibo e della parola aiuta chi lo pratica a concedersi un tempo privilegiato di riflessione intima (una meditazione, una preghiera, una lettura, uno spazio mentale) sulla necessità di intraprendere il cammino della nonviolenza. E' anche un modo per accostarsi alla ricerca della verità, e da essa trarre energia e forza per proseguire l'azione nonviolenta. E così il digiuno diventa azione.
La proposta del Movimento Nonviolento ha già ricevuto molte adesioni per le prime 48 ore, ma già tante amiche e amici della nonviolenza hanno annunciato che proseguiranno, aggiungendosi nei giorni successivi.
Mao Valpiana
an@nonviolenti.org
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Sui vantaggi psicofisici del digiuno per la persona che lo pratica. leggete:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/02/15/daniele-bricchi-igienismo-vegetarismo-veganismo-crudismo-una-visione-dinsieme/
sabato 26 marzo 2011
25 aprile 2011 - Castel San Pietro Terme (Bologna) – Pasquetta e Liberazione vegetariana
"In Emilia le mimose fioriscono in ritardo.... Meglio tardi che mai!" (Saul Arpino)
25 aprile 2011 - Castel San Pietro Terme (Bologna) – Pasquetta e Liberazione vegetariana, passeggiata bioregionale, visita all'orto, conoscenza degli elementi, picnic all'aperto... Celebrazione a cura dell'associazione Agribio Emilia Romagna e del Circolo Vegetariano VV.TT.
Programma della giornata:
Ritrovo ore 10,30 presso “Azienda Agricola I Boschi” in Via Pavarella frazione Palesio del Comune di Castel S.Pietro Terme, passeggiata nei campi per individuare e raccogliere le erbe commestibili e gustarci l'aria pura contornati dai boschi di quercia, prima si fa la pacciamatura e poi il picnic nell'orto sinergico con il cibo vegetariano da ognuno portato, ore 15/15,30 presentazione delle qualità dei vegetali secondo il sistema elementale cinese (I Ching) a cura di Paolo D'Arpini.
Ogni partecipante è pregato di portare abiti comodi, cibo possibilmente fatto in casa per la condivisione del pranzo e tanta voglia di trascorrere una Pasquetta immersi nella natura bioregionale in modo consapevole.
Al termine della giornata si potrà lasciare un'offerta volontaria per l'organizzazione e chi vorrà potrà iscriversi all'associazione Agribio, di cui verranno presentati lo spirito e le finalità.
Di seguito alcuni cenni sul sistema alimentare naturale:
Forma, colore, sapore delle piante e loro caratteristiche integrative…
In natura tutto segue uno schema di corrispondenze. Potremmo affermare che ogni forma vivente assume aspetti psicosomatici che corrispondono alle qualità incarnate.
Questo fatto era noto sin dalla più remota antichità, all’uomo ed agli animali. Infatti confidando nella innata comprensione essi si curavano sentendo attrazione o repulsione per certe specifiche piante o alimenti. Questa naturale pre-conoscenza è stata alquanto offuscata dal momento che l’uomo ha preferito seguire un metodo limitatamente scientifico che, essendo imperfetto data la natura stessa dei mezzi utilizzati, nel corso del tempo ha impedito la continuità di questa innata pre-conoscenza.
Pian piano l’uomo scientifico, per mezzo della sperimentazione empirica, ha tentato di ricostruire un sistema di conoscenza che però –tutto ritorna infine- oggi si scopre sempre più affine alla pre-conoscenza connaturata degli antichi. Il viaggio a ritroso verso la riscoperta di ciò che era ovvio inizia proprio contemporaneamente alla ricerca scientifico-medica. Una pietra miliare di questa riscoperta è la individuazione degli oligo-elementi le cui tracce sono presenti ovunque nel regno vegetale ed animale. Un’importante parte in questo processo di identificazione fu compiuto dal bolognese Meneghini che nel 1745, in pieno secolo dei Lumi, scoprì la presenza di ferro nel sangue umano. Poi nel 1775 Schelle individuò il manganese nelle ceneri vegetali e da allora la lista degli oligo-elementi non ha fatto altro che crescere. Nell’uomo ne sono stati individuati una ventina, essi risultano indispensabili all’equilibrio fisiologico ed ogni carenza in uno di questi comporta manifestazioni patologiche più o meno gravi.
“L’organismo appare come un tipo di oligarchia in cui un’enorme massa di elementi passivi è dominata da un piccolo numero di elementi catalizzatori” (Gabriel Bertrand) Gli oligo-elementi infatti presiedono agli indispensabili processi catalitici degli scambi di cui il nostro organismo è la sede permanente. Da ciò si può intuire l’importanza degli oligo-elementi nei fenomeni biologici avvalorata dalle funzioni vitaminiche ad essi collegati. Ma torniamo alla pre-conoscenza che ha consentito agli esseri viventi il mantenimento della struttura psicofisica in euritmia.
E qui dobbiamo iniziare un discorso che avrebbe dell’eretico se volessimo ragionare solo in termini di analisi scientifica. Nell’antichità –sotto forma di proverbi e detti popolari- sono stati tramandati alcuni “segreti” sulle qualità delle piante, Purtroppo in Europa in seguito alla grande persecuzione legata all’oscurantismo religioso molti di questi segreti e parecchi liberi pensatori finirono in cenere… Perciò molti “saperi” scomparvero o vennero travisati e contorti. Ciononostante in varie parti del mondo restò la preveggenza, sia a livello istintuale sciamanico (come nel caso delle tribù primitive dell’Amazzonia che conoscono tutte le qualità delle loro piante) sia a livello di tradizioni popolari più o meno valide. In questo contesto si inserisce la classificazione delle piante e delle loro qualità sulla base del colore, del sapore e della forma…
Questa descrizione psicosomatica –ad esempio- è tutt’ora eseguita nel sistema integrato cinese in cui psiche e natura sono considerate strettamente interconnesse. Questi stessi aspetti sono per altro utilissimi nell’individuazione delle carenze di oligo-elementi.
Altrettanto valida è anche la macrobiotica giapponese ma tali conoscenze non scarseggiano nemmeno nella tradizione erboristica nostrana. Secondo la tradizione popolare la forma il colore ed anche il sapore delle piante che spontaneamente crescono nella propria bioregione di appartenenza sono correlati ed interagiscono con gli organi cui esse corrispondono. Ad esempio la noce, che assomiglia al cervello umano, è correlata ed influisce positivamente con questo organo. Oppure la coda cavallina (che ricorda la coda dell’equino) è raccomandata per le carenze di minerali. Poi scopriamo che le foglie della polmonaria (somiglianti visivamente a questi organi) vengono raccomandate dai contadini come antiasmatico, oppure lo stramonio (una pianta psicotropa detta anche erba del diavolo) con i suoi fiori osceni e cavernosi è abbinato ai mali della psiche… Insomma tutto corrisponde al tutto e per essere in buona salute gli organi del corpo umano debbono mantenere un equilibrio funzionale interno e rapportarsi armonicamente gli uni con gli altri e perciò si dice che la forma, il colore ed il sapore delle piante rimandano all’organo sul quale agiscono. Nella tradizione cinese si fa un preciso riferimento ai colori ed agli organi. I cibi di colore verde sono collegati al fegato (legno), quelli di colore rosso agiscono sul cuore e sulla vista (fuoco), i gialli (terra) su stomaco, milza e pancreas, i bianchi (metallo) sui polmoni ed infine quelli blu scuro o nero (acqua) espletano un’azione sui reni. Ed anche i sapori hanno una forte influenza sulle funzioni fisiologiche. Il sapore acido è astringente quindi in grado di sciogliere i blocchi che ostruiscono la circolazione dei liquidi interni. Il dolce rilassa, armonizza e porta energia. Il piccante mobilizza l’energia, esteriorizza i liquidi ed è considerato ottimo contro le malattie da raffreddamento. Il salato è emolliente, scioglie noduli e masse.
Questo è solo un piccolo input per approfondire la memoria spontanea di ciò che è sempre stato e sempre sarà. Quella conoscenza –o pre-conoscenza- che consente spontaneamente alla vita di procedere per il suo giusto verso. Termino con una definizione linguistica sul significato di “catalizzatore”. Secondo Polonovsky “i catalizzatori sono sostanze che con la loro semplice presenza, senza alcuna partecipazione attiva, causano reazione che senza di loro non si sarebbero prodotte..”
Paolo D’Arpini
http://www.circolovegetarianocalcata.it/paolo-darpini/
Informazioni logistiche: Tel. 349.6413155 (Antonella)
caterina.regazzi@alice.it (Caterina)
venerdì 25 marzo 2011
Signoraggio monetario? Abbattimento del debito pubblico? In poche righe ecco la soluzione di Orazio Fergnani
"Soldi, soldi, soldi... ma non è la canzoncina di Betty Curtis" (Saul Arpino)
Tutti mi accusano da sempre di essere logorroico e per contrasto per
nulla sintetico... Adesso vi dimostro il contrario perché in poche
righe vi esplico l'arcano mondo del Signoraggio Monetario.
Il Signoraggio arreca questa entità di mancate entrate/guadagni allo
Stato ogni anno (conto della serva che però è comprensibile a tutti):
A) Signoraggio primario (emissione di moneta M1) circa 100 miliardi di euro/i;
B) Signoraggio secondario (tutti gli altri tipi di emissione bancaria
-prestiti-fidi-mutui-scoperti- etc., etc., ........circa 300 miliardi
di euro/i..
C) Interessi sul debito pubblico (che non esisterebbe se lo Stato non
si fosse fatto "volontariamente" strozzare dalle banche ..... circa 80
miliardi di euro/i
Complessivamente fanno circa 500 miliardi di euro/i l'anno!!
E' abbastanza per capire cosa ci stanno facendo questi infami assoluti
allo stato puro??
D) ed infine mancati guadagni ed entrate di ogni ordine e genere da
parte dello Stato e mancato sviluppo ed incremento dell'economia
nazionale a causa dello strozzinaggio delle banche....... cifra
INCALCOLABILE (sia nel senso che mancano i dati essenziali per
calcolarla.... sia per il fatto che se si riuscisse ad estrapolare i
dati con una controprova ...questa sarebbe di un'entità sbalorditiva,
strabiliante.
Questi dati potete utilizzarli quanto volete... ma ricordo a tutti che
sarebbe opportuno citare sempre la fonte dei dati (per una miriade di
motivi).
Che dite sono stato abbastanza sintetico nel descrivere cos'è il
Signoraggio Monetario e la portata dimensionale e dei danni epocali
che ha apportato ed apporta all'economia
locale-nazionale-internazionale?
Laudetur semper....
Ma se volete saperne di più, leggete di seguito...
Il Signoraggio Monetario
Quando si parte per La realizzazione di un progetto “Originario”
occorrono un sacco di elementi… Primo fra tutti la fantasia e secondo
la mente scevra da preconcetti…
Per ricostruire una vicenda lunga secoli e cercarla di comprenderla
occorre anche tanta conoscenza delle umane miserie…
Proviamo a partire cercando di usare la logica e tutte le sue
possibili utilizzazioni. Esaminiamo quindi per sommi capi cosa succede
nella gestione della moneta/denaro.
Esistono due scuole di pensiero e relativi paradigmi del tutto
inconciliabili fra loro:
1) è inconcepibile che il proprietario di un bene si indebiti per
averlo; Io la penso così!
2) è inaccettabile che venga creato del denaro libero da debito; ne
deriverebbe, se venisse violato questo principio, che l'inflazione non
sarebbe controllabile (versione accademica), ma il secondo paradigma
viene smontato dall’evidenza del fatto che negli USA di Lincoln
l'inflazione non c'era e neppure nell'isola di Guernsey e neanche nel
North Dakota odierno.
Esistono due tipi di uomini: quelli che hanno il cervello e lo usano,
e coloro che pur avendolo non sanno usarlo (e ovviamente sono la
maggioranza).
Quelli del primo tipo quando riscontrando una “stortura”, una
criticità, cercano di risolverla con i mezzi che hanno; gli altri (la
maggioranza) pur riscontrando l’inefficienza, la stortura, la
criticità… ne negano inizialmente l’esistenza ….e la difendono a spada
tratta per il solo fatto che rilevando che questa esiste …. Perché già
per ciò stesso deve avere un valido motivo per esistere,,,, pure se
non ne comprendono la ragione e la motivazione…. Ed è qui la somma
iniuria alla logica.
Da decenni (e più) è pienamente manifesta ed indiscutibile una truffa
che internazionalmente viene definita “rete del debito”
(http://www.webofdebt.com/) o “spirale del debito” e qui da noi
definita "Signoraggio".
Wikipedia ci dice: Il signoraggio è la differenza fra il valore
nominale di una banconota (o moneta) ed il costo della sua produzione.
L'insieme dei redditi derivante dall'emissione di moneta prende il
nome di reddito da signoraggio.
Altre fonti affermano che la creazione di base monetaria in condizioni
di monopolio dia la possibilità alla banca centrale di ottenere
redditi pari alla differenza tra i ricavi ottenibili dagli
investimenti in attività finanziarie e reali e i relativi costi di
produzione. Poiché questi redditi derivano dalla condizione di
privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere incamerati
in misura prevalente da quest'ultimo, sotto forma di imposte. Non ora.
Cerchiamo di capire bene la questione.
Esistono essenzialmente due modelli di pensiero economico-monetario :
1. Economia monetaria pura - non esiste credito, soltanto moneta circolante.
2. Economia creditizia pura - le transazioni sono svolte attraverso
apertura di crediti contabili.
Il sistema attuale è una via di mezzo fra questi due con netta
prevalenza della parte creditizia, anche qui senza che i cittadini ne
siano consapevoli e senza mai essere interpellati a scegliere
democraticamente, e decidere, anche qui sempre la stessa storia.
In tema di bilancio e di tassazione è corretto che la BCdI ponga al
passivo del bilancio le banconote in circolazione, perchè pone
contemporaneamente all'attivo dello stato Patrimoniale una congrua
riserva, ma non è corretto che al popolo sovrano vengano sottratti gli
interessi sulle monete creditizie (che come abbiamo visto sono la
parte preponderante).
Lo Stato ha ceduto tutti i suoi Diritti di emissione “monetaria” alle
banche e viceversa noi cittadini dobbiamo adorare e credere nelle
banche per poi accorgerci che è stata mostrata premura dalla Banca
d’Italia nel sollecitare il condono fiscale, per sé e per tutte le
altre banche. E lo Stato contemporaneamente all’evasione fiscale
bancaria…. paga interessi alle stesse per circa 70 miliardi di euro
all’anno ed incassa per il (finto) “signoraggio”, comprese le imposte,
meno di 1 miliardo di euro all’anno. La situazione mi sembra un po’
troppo sperequata in favore delle banche.
In estrema sintesi al 31 dicembre 2006 la Massa Monetaria circolante
era circa 113 miliardi di euro, dei quali 105 cartacei e 8 metallici.
L’aggregato monetario :
- M1 (circolante + depositi a vista) era 667 miliardi di euro,
- M2 (M1 + depositi con scadenza fissa fino a 2 anni + depositi
rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi) era 941 miliardi di euro
- M3 (M2 + pronti contro termine + quote di fondi di investimento
monetario e titoli di mercato monetario + obbligazioni con scadenza
fino a 2 anni) era 1.124 miliardi di euro.,
La corruzione logica, legale, giuridica ha portato a che i proprietari
del Diritto di emettere la moneta e cioè i Cittadini che avevano
delegato lo Stato, siano ora nella condizione capestro, senza alcuna
via di uscita, di indebitarsi sempre di più per pagare gli interessi
sul debito e percepiscano gli interessi solo di una minima parte
delle monete in gioco. Mentre il Signoraggio (quello vero) è diventato
di pertinenza insottraibile delle banche (misteri giuridici, il denaro
compra la Legge).
Insomma viene commessa ai danni dello Stato (sotto gli occhi di tutti
quelli che dovrebbero vigilare e denunciare) una truffa immensa. A
questo punto la proposta di Ron Paul di eliminare le banche centrali
sembrerebbe la più logica, la più assennata. L’alternativa opposta
sarebbe la nazionalizzazione delle banche sotto il controllo diretto
dei Cittadini.
Ma chi dovrebbe denunciare tutto ciò? A mio modesto avviso dovrebbero
essere gli uomini della cultura e della politica, i religiosi, i
grandi Commis di Stato perché è la loro funzione …. con la precedenza
dei primi e dei religiosi, volendo concedere ai politici l'alibi
dell'ignoranza, del resto per legge basta aver frequentato la terza
media per diventare senatore. Nulla di questo è stato mai fatto……
Io, vista la scleroticità e stasicità del sistema ho provveduto
personalmente a presentare molte denunce a questo proposito. Ad oggi
tuttora apparentemente inascoltate.
Che fare in questo marasma monetario e l’interesse, il debito… il
capitale mai restituibile e quant’altro? Contrariamente alle
apparenze tutto è facilmente risolvibile ….. ad esempio collocando
tutto il sistema in una economia monetaria pura (solo massa monetaria
circolante) in modo che tutti gli interessi sulla moneta (a questo
punto soltanto pubblica) giungano allo Stato.
Così facendo si rimarrebbe entro i confini dell’attuale paradigma
(moneta in cambio di debito - per paura dell'inflazione, a dar retta
agli ”accademici”), ma si eviterebbe (secondo questi, non secondo me)
di alimentare l’attuale spirale irraggiungibile ed ineliminabile del
Debito Pubblico. Ovviamente il sistema finanziario dovrebbe trovare un
nuovo equilibrio perchè avrebbe minori entrate rispetto ad oggi, ma è
un’opzione gestibile, lasciando inalterate le vigenti condizioni
generali.
Così facendo da calcoli stimati ritornerebbe agli italiani ogni anno,
se si prendesse questa via fra costo opportunità ed imposte, almeno
300 miliardi di euro all’anno (10 volte una finanziaria), più che
sufficiente per ridurre o annullare drasticamente l’imposizione
fiscale oggi e contemporaneamente cancellare in pochissimi anni il
Debito Pubblico statale incancrenito.
Sia che si prenda la strada dell’emissione monetaria diretta da parte
dello Stato senza indebitamento, sia che si rimanga entro i confini
attuali di una BCE, o altra banca emettitrice (moneta in cambio di
debito) è possibile moralizzare la Società nella quale lo Stato
sarebbe libero dal debito. È solo una questione politica, di scelta.
Si tratta di deciderlo, metterlo per iscritto e farlo rispettare.
Incredibile? Ma assolutamente vero! Provare per credere…..
Orazio Fergnani
(Alba Mediterranea 1)
giovedì 24 marzo 2011
Alitosi, puzze e sudorazioni? La soluzione sta nell'alimentazione bioregionale... che non ti fa star male!
Alimentazione e odori corporali - Come il bioregionalismo alimentare può aiutarci a non puzzare...
Ante scriptum
"Sto arrivando, non lavarti", scriveva Napoleone alla moglie prima di raggiungerla tra una battaglia e un'altra. Questione di gusti. Ma è vero che la storia dell'Uomo è sempre stata anche storia dei suoi odori, e dei profumi per nasconderli. Saggi e perfino romanzi non mancano, come "Storia sociale degli odori", di Alain Corbin, "Miasmi e umori" di Carlo Cipolla, o "Il profumo", romanzo del tedesco Patrick Süskind.
Si ha un bell’amare gli Antichi, ma a meno che non fossero appena usciti da una piscina (il che era frequente solo a Roma, vale a dire nella Repubblica o nell'Impero di Roma), puzzavano. E puzzavano molto. A proposito, non meraviglierà sapere che un famoso profumo del primo 900, ai tempi del Piacere di D’Annunzio e della cosiddetta Belle Epoque, tuttora in vendita, aveva grazie allo scuro patchouli e ad altre essenze, qualcosa del caratteristico, imbarazzante odore scuro di cadavere o feci. Probabilmente conteneva scatolo. Per confondere odore del corpo e profumi. Non meraviglia, perciò, che per coprire il puzzo del corpo umano, allora comune non solo tra i poveri, venissero usati odori pesanti, grevi, scuri, al limite del puzzo. Come tuttora accade in Oriente, appunto, dove le condizioni igieniche sono sempre incerte. Mentre oggi in un Occidente più pulito è naturale che si preferiscano profumi leggeri e acuti, "di testa", come agrumi, erbe e fiori leggeri.
Ma torniamo al periodo classico. Il sapone non esisteva: tutt’al più – e per molti era un evento – ci si massaggiava con olio e con cenere (ricca di potassa). I futuri componenti del sapone, insomma, erano messi insieme all’istante, sulla pelle. La poltiglia nera veniva raschiata via accuratamente con un curioso coltello a falce, lo strigile. Poi ci si asciugava con un panno. Ma pochi e di rado potevano permettersi questo drastico sgrassaggio naturale. Al popolo non restava che immergersi nelle acque fredde d’un torrente: e dopo poche ore la puzza tornava.
Eppure, anche le persone più sozze erano in grado di percepire chi puzzava, a loro dire, ancora più di loro: i forti mangiatori di aglio. "Puzzare come un rematore", si diceva a Roma. L’aglio era largamente consumato da operai, militari, sportivi, marinai vogatori e contadini. Perché, si sa e si sapeva, "dà vigore". Ad ogni modo, finita la grande e pulita civiltà romana, quando la Chiesa nei secoli bui proibì agli uomini e alle donne di frequentare le terme, e quindi rese loro difficile lavarsi, l’essere umano – anche se era un re – dovette convivere coi propri cattivi odori. I medici ignoranti sostenevano che lavarsi fa male? Ed ecco che la gente cominciò a cambiarsi – di rado – la camicia senza lavarsi. I profumi erano un lusso in più, che pochissimi potevano permettersi, per coprire i cattivi odori. Questo malcostume durò secoli, si può dire fino alla fine del 700. Il tardo ‘800 igienista e naturista, e ancor più il Novecento, vollero finalmente tornare alla pulizia degli antichi Romani, superandola con le nuove nozioni scientifiche: acqua, luce, sole, aria, corpo nudo, massaggi. Nacquero le stanze da bagno familiari, con vasche, docce, lavandini. Sui profumi e gli odori del corpo, ecco un articolo dell’amico Paolo D’Arpini.
Nico Valerio
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Olezzi, profumi e puzze
"Fece un certo scalpore, qualche anno fa, soprattutto nel mondo dell’archeologia e della ricerca antropologica, la scoperta effettuata nell’isola di Creta di un vero e proprio laboratorio di profumeria, risalente al XXV secolo a.C. Questo rinvenimento dimostrò inequivocabilmente che una delle prime attività avviate dall’uomo fosse la produzione di aromi, deodoranti e profumi.
L’olfatto, si sa, è il primo senso che si è sviluppato negli esseri viventi. Attraverso l’olfatto, più che per mezzo degli altri sensi, gli animali sono in grado di riconoscere il mondo che li circonda, la loro vita è tutta una mappa di odori. Ovviamente è stato così anche per l’uomo, soprattutto fino all’avvento della società industriale che con i suoi forti olezzi ha tarpato ed ottenebrato la capacità olfattive dell’uomo.
L’olfatto si è insomma "addormentato" nella nostra specie, allo stesso modo in cui quando siamo sottoposti ad un rumore assordante e continuo tendiamo a cancellarlo dall’attenzione consapevole corrente.
Evidentemente la situazione olfattiva cominciava ad essere già alquanto drammatica se consideriamo la scoperta fatta a Creta, dove furono trovati residui attestanti la lavorazione in serie di varie erbe e fiori, cocci di calderoni, pollini, tracce di olio e di essenze già pronte. Ma perché proprio a Creta in mezzo al mare Egeo fu installato questo laboratorio? Probabilmente i commerci delle essenze profumate erano diretti a tutte le aree costiere del Mediterraneo, un po’ come avvenne per le famose ceramiche di Samo rinvenute in tutto il mondo allora conosciuto. La risposta del perché fosse così importante la fornitura di profumi in un’area marinara può venire oggi dalla moderna ricerca sull’interazione fra cibo ed olezzi corporali.
L’ebbrezza che si prova annusando una folata d’aria impregnata di resina o di sandalo, l’odore forte del muschio, della mirra o dell’incenso che brucia è un’emozione antica che ha eccitato la fantasia di milioni di persone. Anche deodorare il corpo dalle esalazioni indesiderate è un’usanza antichissima, che veniva praticata non solo per i cadaveri, imbalsamati e resi più "gradevoli" all’olfatto con oli essenziali prima di essere inumati o cremati, ma anche per i "viventi" di questo mondo e soprattutto per coloro che svolgevano attività di carattere sociale: i sacerdoti, i governanti, le cortigiane, etc.
Recentemente alcuni esteti e psicologi stanno cercando di rivalutare l’odore naturale dell’uomo ("naturale" intendi bene..), definendolo un termometro della psiche in grado di rivelare parecchi messaggi interiori. Difatti l’effusione è il primo messaggio, come abbiamo già detto, che ci comunica sia lo stato di salute fisica sia la condizione mentale in cui ci si trova. Ciò è vero anche per i cosiddetti "richiami sessuali" che vengono coscientemente od inconsciamente percepiti e che condizionano le nostre scelte amorose…. E questo anche nella produzione del testosterone e del mestruo, odori che purtroppo oggi vengono considerati "puzza" e si tenta di debellarli in ogni modo.
Nell’antichità uno dei "deodoranti" naturali (utilizzato ancora oggi dagli aborigeni e dai naturisti) è l’argilla, di cui tutto il corpo viene cosparso per l’assorbimento delle esalazioni fisiologiche, l’argilla ha anche un’alta funzione detergente, difatti cospargendo il corpo di terra argillosa, ed aspettando qualche tempo prima di risciacquarsi, aiuta il corpo a liberarsi dalle scorie accumulate responsabili della cattiva traspirazione epidermica. Ma usare la creta od altri impiastri di erbe e fiori per cancellare l’inaccettabile "fetore" serve a poco quando ci si mette di mezzo la genetica…..
Ma - dico io - l’uomo è soprattutto ciò di cui si nutre, ecco la verità! E le sue feci, le sue urine, il suo sudore testimoniano ciò. Questa è stata anche la mia esperienza personale, ad esempio le feci di animali erbivori non sono mai fetide, la cacca di cavallo, mucca, capra, pecora, etc. sia fresca che disseccata non emana mai cattivo odore mentre le deiezioni di cani, gatti ed altri carnivori è risaputo che puzzano tremendamente. Ciò vale anche per l’homo sapiens, a seconda del suo metodo alimentare le "emanazioni" assumono il corrispondente odore. La chiave alimentare, secondo me, è l’unica a poter risolvere anche l’accumulo di "malformazioni genetiche che - affermano i genetisti inglesi - sono la causa del malfunzionamento traspirativi, dovuto alla non espulsione di certe tossine per vie ordinarie che poi il corpo in qualche modo elimina come può attraverso la traspirazione".
I risultati li conosciamo bene!
"Il deodorante non basta più – affermano i genetisti - quando ci si mettono di mezzo i geni…." - Lo rivela un gruppo di scienziati inglesi del St. Mary Hospital - "La sostanza incriminata è la trimetilamina un sottoprodotto della digestione che odora di pesce marcio o di carne putrida….".
È quindi la trimetilamina la responsabile dei tremendi complessi d’inferiorità che affliggono parecchi esseri umani? C’è però da considerare che, nelle analisi di laboratorio effettuate nel centro d’igiene inglese, il prof. Robert Smith che guida le ricerche sul gene della "puzza" ha riscontrato che la maggior parte degli esaminati, 176 persone, odoravano per semplice mancanza d’igiene mentre solo 11 erano affetti dalla sindrome da trimetilamina.
"A questo punto – ha concluso lo stesso Smith – in attesa di poter compiere un intervento genetico risolutore, al momento troppo aldilà della nostra scienza, basterà eliminare quei cibi che nella digestione produco più trimetilamina, cioè: pesci, carni molli, frattaglie, interiora, etc."
Ecco quindi che anche la genetica viene in aiuto alla dietetica vegetariana e ci spiega (forse) come mai a Creta, un’isola impegnata in commerci marittimi, fosse sorto quel primo laboratorio di profumeria…. Con tutto il pesce che si mangiavano i nostri padri mediterranei (basta ricordare il garum, la famosa salsa tuttofare di Greci e Romani, ottenuta dalla macerazione sotto sale del pesce) figuriamoci come sentissero la necessità di depurarsi dalla puzza….
Indirettamente il consiglio del prof. Smith va incontro alla mia tesi. Perciò i mangiatori di carne son avvisati. A loro servirà poco gonfiare le saccocce dei vari profumieri, mentre sarebbe sufficiente cambiar dieta alimentare, consumando esclusivamente alimenti consoni all'ecologia umana, ovvero tutto ciò che cresce nella propria bioregione di appartenenza e che giunge a maturazione nella dovuta stagione. Infatti allorchè si rispetta la propria natura (noi umani siamo frugivori) ogni problema di salute è risolto...
Paolo D'Arpini
www.circolovegetarianocalcata.it/
mercoledì 23 marzo 2011
Bioregionalismo e difesa del territorio e della salute dei cittadini
(Nella foto soprastante Benito Castorina al riparo di una nicchia)
Comitati in allerta per contrastare il progetto di una centrale ad olio di colza a Monterosi (Viterbo)
European Consumers sempre attenta alla tutela dei cittadini del Lazio ha ricevuto la segnalazione della costruzione di una centrale ad olio di colza da installarsi al confine fra la Provincia di Roma e quella di Viterbo, nel comune di Monterosi.
Pare infatti che il comune di Monterosi abbia emanato, con carente informazione dei cittadini, la delibera N° 26 del 28/10/2010 e la sua variante N° 33 del 30/11/2010 che prevedono l’installazione, nei pressi della cava di lapillo, di una: CENTRALE TERMO ELETTRICA AD OLIO DI COLZA DA 3 MW
La centrale verrebbe impiantata da una società privata, previa stipula di una convenzione che, in via teorica, porterebbe nelle casse comunali 75.000€ annui.
Appresa la notizia, alcuni Monterosolini hanno creato il comitato, che si oppone alla centrale per i potenziali rischi connessi alla tutela dell’ambiente ed alla salute dei cittadini, nel nostro comune e in quelli limitrofi (Nepi e Trevignano). In attesa che il Comune di Monterosi produca il progetto esecutivo della centrale, in base alle nozioni tecnico - scientifiche di carattere generale, si evince che tali rischi e potrebbero essere:
a) La termo combustione ad olio vegetale impiega motori diesel che disperdono il 60% circa dell’olio bruciato. In una zona esposta ai venti, come la nostra, la ricaduta del particolato e dei gas prodotti dalla centrale si potrebbe avvertire in un raggio di, almeno, una decina di chilometri (in linea d’aria) dalla centrale, colpendo tutto il territorio del nostro comune, quello di Nepi e quello di Trevignano (in parte). Nonostante la nuova generazione di filtri, anche se nei limiti di legge, verrebbero emesse:
• polveri sottili PM10 (il particolato che comporta la chiusura del traffico di molte città);
• le ancora più pericolose nano-polveri < pm2,5 (Biossido di carbonio, Monossido di carbonio, Ossidi di azoto, Ossidi di zolfo). Le polveri < pm2,5 vengono assorbite dall'organismo in pochi secondi e nel giro di un'ora entrano in circolo raggiungendo i vari organi, dove si accumulano. Queste polveri potrebbero avere effetti cancerogeni e mutageni e comunque non sono rilevate dalle centraline per il controllo ambientale.
b) Una centrale ad olio combustibile può bruciare diversi tipi di olio (di qualità più o meno pregiata: colza; girasole; palma;..). Maggiore è la qualità dell’olio bruciato, minori sono le emissioni tossiche. Perciò, la gestrice dell’impianto, considerata la sensibile differenza di costo tra i vari oli vegetali, potrebbe utilizzare, di volta in volta, combustibili diversi, anche per le carenze dei mercati dovute all’aumento di domanda di carburanti, connesso alla continua nascita di nuove centrali ed alla trasformazione di quelle esistenti.
c) Non si possono escludere, a priori, incidenti tecnici, in particolare sui filtri, che aumenterebbero (sia pure temporaneamente): l’inquinamento acustico-ambientale e la dispersione di cattivi odori. Inoltre, la società gestrice della centrale, dopo la prima autorizzazione, potrebbe farsi approvare l’aumento della potenza. d) Solitamente, questo tipo di centrali cedono l’acqua calda ed i vapori di processo per il teleriscaldamento o usi industriali. Nel nostro caso, stante le informazioni verbali dateci dal Comune di Monterosi, essi non verrebbero riutilizzati, ma dispersi nel terreno e nell’aria, producendo un continuo surriscaldamento del nostro territorio, anche se lieve. (Potrebbero contribuire ad un progressivo aumento locale dell’effetto serra che, notoriamente, provoca cambiamenti climatici);
e) L’installazione della centrale potrebbe svalutare il comprensorio colpito dalle sue emissioni tossiche, provocando la riduzione del valore degli immobili.
Pur essendo consci della necessità del Sindaco di trovare entrate sostitutive dell’ICI, siamo perplessi del metodo scelto per fare cassa. Il Giunta comunale, se avesse prestato più attenzione alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, avrebbe facilmente scoperto, che si possono ottenere profitti anche da energie ecologiche non inquinanti, non basate sulla combustione di biomasse liquide.
Su questo tema delle biomasse non inquinanti potete leggere gli articoli del prof. Benito Castorina, referente per l'energia pulita della Rete Bioregionale Italiana:
http://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=biomassa%20benito%20castorina
Paolo D'Arpini
martedì 22 marzo 2011
Franco Pinerolo: "La Libia e le crociate dei cattolici con l'elmetto..."
"Fuoco, fuoco, fuoco..."
1) La “No fly zone” anglo americana fece 2000 vittime fra i civili in Iraq e ha fatto stragi di civili pure nei Balcani. Se la risoluzione dell’Onu ha l’obiettivo di difendere la popolazione civile, perché gli anglo-americani stanno uccidendo civili con bombe e missili da aerei e navi?
2) I “vantaggi” di questa guerra per noi italiani saranno: pericolo per anni e anni di attentati terroristici modello Lockerbie o peggio; pericolo imminente di bombardamenti; ondate di immigrati e profughi; aumento del prezzo dei carburanti e del gas.
3) il conflitto interno alla Libia è ben diverso dalle rivolte scoppiate negli altri paesi arabi. In Libia il reddito pro-capite è 6 o 7 volte superiore ai paesi vicini; la Libia attrae parecchia manodopera africana; non ci sono immigrati libici nei paesi europei; non c’è stato un crescendo di manifestazioni popolari né scioperi degli operai nei centri industriali come in Tunisia ed Egitto. C’è in Libia una guerra tribale dei ribelli della Cirenaica che sventolano la bandiera della Monarchia Idriss e chiedono interventi Nato contro il clan tribale tripolitano di un Rais paternalistico, assistenzialista e autoritario. La volontà da parte dei giovani di costruire una vera nazione liberandola definitivamente dal dominio dei clan familiari è purtroppo una minoranza nel Paese.
4) I “crimini” che, insieme a troppa propaganda, ci sarebbero stati, riguardano «tutte le parti in armi» a detta del Procuratore della Corte Penale Moreno Ocampo,
5) Il principio della “protezione internazionale della popolazione civile”, sancito dall’Onu vale a corrente alternata: non vale per lo Yemen e il Bahrein che stanno sparando sulla folla disarmata, non vale per gli F16 dell'aviazione israeliana che rasero al suolo il Libano o Gaza uccidendo migliaia di civili innocenti; non vale per i droni di Obama che un giorno sì e l’altro pure fanno strage fra i civili in Pakistan.
6) Perché questo paradossale imponente impiego di forze, spropositato in rapporto alle capacità militari del regime di Gheddafi? Si tratta solo di una operazione militare o di una corsa all'oro nero libico creando un regime fantoccio?
7) L'Onu dovrebbe prevenire i conflitti fra gli Stati, ma ha varato una decisione che sta allargando e diffondendo la guerra, sta provocando un attacco contro la famiglia di Gheddafi, sta tracimando in una invasione neocolonialista contro un Paese che ha diritto alla propria indipendenza e autodeterminazione.
8) Il piccolo Sarkozy solo pochi mesi fa offriva aiuti militari a Ben Alì per soffocare nel sangue l’inizio della rivolta tunisina. Gli apparecchi libici che volavano bombardando i ribelli in Libia sono gli stessi jet francesi venduti a Gheddafi proprio da Sarkozy con molte insistenze.
9) la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a detta del giurista internazionale Fabio Marcelli non può evidentemente di per sé travolgere il presidio normativo contenuto nella prima parte dell’art. 11 della nostra Costituzione
10) il centrosinistra con l’elmetto ogni volta si schiera col potente di turno, rendendosi complice delle guerre “umanitarie” e della “democrazia” dei bombardamenti
11) L’Italia dei Valori appoggia la risoluzione 1973 dell’Onu ed è (nota congiunta dei parlamentari Fabio Evangelisti, Leoluca Orlando e Stefano Pedica, membri della commissioni Esteri) “nettamente contraria ad un nostro intervento militare attivo in Libia”. Ma i nostri Tornado stanno volando bombardando la Libia!
12) È paradossale vedere tanti cattolici con l’elmetto. Si salva padre Alex Zanotelli.
13) “Tripoli sarà italiana, sarà italiana al rombo del cannon!”. È paradossale a 60 anni dagli avvenimenti del colonialismo italiano che provocò la morte di 100mila persone, rivedere un attacco militare italiano: la storia non ci ha insegnato niente?
IL NOSTRO SILENZIO CI FA DIVENTARE COMPLICI DELLE FUTURE STRAGI DI CIVILI.
FUORI L’ITALIA DA QUESTA NUOVA E SCIAGURATA GUERRA.
SOSTENIAMO OGNI AZIONE LEGITTIMA CHE CONTRIBUISCA A FERMARE LO SPARGIMENTO DI SANGUE E A TROVARE UNA SOLUZIONE POLITICA ALLA CRISI.
Franco Pinerolo
lunedì 21 marzo 2011
La politica sporca a Faleria... prima e dopo...
Ciao Paolo, la nota che segue non ti sorprenderà più di tanto, immaginiamo noi tutti quante volte possa essere successo a te qualcosa di simile.
"Scottarsi" con la stampa "politica" che tira fuori tutti i suoi soliti subdoli mezzi è cosa abbastanza comune qui in Italia. A Calcata, giustamente, mamme molto irritate per l’attacco diretto fatto alla scuola, fine a se stesso, e non al sistema paradossale di chi la dirige.
Precisazione su articolo fazioso: ovvero come la stampa ti "schiaccia" appena gli vai un minimo contro.
In merito ad un articolo apparso sul quotidiano “Nuovo Corriere di Viterbo” il 21 marzo inerente la mensa scolastica di Calcata e Faleria è doveroso precisare che detto articolo NON E’ STATO SCRITTO DA ARMANDO MARCHESINI. Il sottoscritto ha solo fatto presente in una nota del 01/03/2011 liberamente consultabile su questo sito:
http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?id=1068 la situazione OBIETTIVA dei comitati mense di Calcata e Faleria, NULLA PIU’.
Il quotidiano in questione, in cerca forse di facili scoop o di screditare lo scritto, se non il sottoscritto, ha estrapolato a proprio comodo solo alcune brevi dichiarazioni, inserite tra virgolette, comprendendole NEL PROPRIO ARTICOLO amplificando e corrompendo così, con le proprie aggiunte, il senso reale iniziale della nota iniziale. Ne è derivato un articolo incline allo scandalo (addirittura in prima pagina), dove si parla fantasiosamente d’insurrezione di genitori e si insinuano estreme abitudini sofisticate delle nostre mense:
NULLA DI PIU’ LONTANO DALLE DICHIARAZIONI FATTE NELLA NOTA INIZIALE.
IN NESSUN MOMENTO IL SOTTOSCRITTO HA CHIAMATO IN CAUSA IL COMUNE, GLI INSEGNANTI E IL PERSONALE DELLA SCUOLA, né messo in dubbio la bontà del cibo consumato nelle citate mense, ma sì ha posto obiezioni sul messaggio educativo ed il procedimento tardivo e paradossale imposto nell’istituire il comitato mensa. Invito caldamente genitori ed insegnanti a consultare all’indirizzo Internet sopra quanto da me dichiarato ed a confrontarlo con l’articolo “sensazionale” apparso sul quotidiano.
Per qualsiasi chiarimento sono a disposizione di chiunque (tel 3382392469).
Armando Marchesini
PS: Degno di nota il fatto che tra il mio articolo e quello del quotidiano siano passati ben 20 giorni (e nel frattempo?) e coincidenza questo articolo sul “Nuovo Corriere di Viterbo” sia uscito (vedi http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?Id=1102) esattamente il giorno dopo la mia polemica con un importante quotidiano online, proprio per motivi, guarda caso, di manipolazione delle informazioni.
Combinazione tutt'altro che casuale…
"Scottarsi" con la stampa "politica" che tira fuori tutti i suoi soliti subdoli mezzi è cosa abbastanza comune qui in Italia. A Calcata, giustamente, mamme molto irritate per l’attacco diretto fatto alla scuola, fine a se stesso, e non al sistema paradossale di chi la dirige.
Precisazione su articolo fazioso: ovvero come la stampa ti "schiaccia" appena gli vai un minimo contro.
In merito ad un articolo apparso sul quotidiano “Nuovo Corriere di Viterbo” il 21 marzo inerente la mensa scolastica di Calcata e Faleria è doveroso precisare che detto articolo NON E’ STATO SCRITTO DA ARMANDO MARCHESINI. Il sottoscritto ha solo fatto presente in una nota del 01/03/2011 liberamente consultabile su questo sito:
http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?id=1068 la situazione OBIETTIVA dei comitati mense di Calcata e Faleria, NULLA PIU’.
Il quotidiano in questione, in cerca forse di facili scoop o di screditare lo scritto, se non il sottoscritto, ha estrapolato a proprio comodo solo alcune brevi dichiarazioni, inserite tra virgolette, comprendendole NEL PROPRIO ARTICOLO amplificando e corrompendo così, con le proprie aggiunte, il senso reale iniziale della nota iniziale. Ne è derivato un articolo incline allo scandalo (addirittura in prima pagina), dove si parla fantasiosamente d’insurrezione di genitori e si insinuano estreme abitudini sofisticate delle nostre mense:
NULLA DI PIU’ LONTANO DALLE DICHIARAZIONI FATTE NELLA NOTA INIZIALE.
IN NESSUN MOMENTO IL SOTTOSCRITTO HA CHIAMATO IN CAUSA IL COMUNE, GLI INSEGNANTI E IL PERSONALE DELLA SCUOLA, né messo in dubbio la bontà del cibo consumato nelle citate mense, ma sì ha posto obiezioni sul messaggio educativo ed il procedimento tardivo e paradossale imposto nell’istituire il comitato mensa. Invito caldamente genitori ed insegnanti a consultare all’indirizzo Internet sopra quanto da me dichiarato ed a confrontarlo con l’articolo “sensazionale” apparso sul quotidiano.
Per qualsiasi chiarimento sono a disposizione di chiunque (tel 3382392469).
Armando Marchesini
PS: Degno di nota il fatto che tra il mio articolo e quello del quotidiano siano passati ben 20 giorni (e nel frattempo?) e coincidenza questo articolo sul “Nuovo Corriere di Viterbo” sia uscito (vedi http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?Id=1102) esattamente il giorno dopo la mia polemica con un importante quotidiano online, proprio per motivi, guarda caso, di manipolazione delle informazioni.
Combinazione tutt'altro che casuale…
Bioregionalismo e Rete Eco-villaggi Abruzzo - Sulmona 27 marzo 2011
Incontro "variopinto" a Sulmona il 27 marzo 2011
Ciao a tutte/i, un incontro tutto abruzzese perché vogliamo prenderci cura di questa bella terra e vogliamo farlo insieme. Chiunque sia interessato legga fino in fondo che c'è scritto "poeticamente" quasi tutto.
All'80% ci sarò con mio figlio Soleima, sperando che ci siano numerosi altri bimbi!
Buone nuvole, Francesco D'Ingiullo
SULMO MIHI PATRIA EST
Caterina Alessandro e Marcellino sono lieti di ospitare il secondo
incontro R.E.A (rete eco-villaggi Abruzzo)nella propria casa…o meglio nel
proprio giardino in quanto la nostra abitazione è di soli 17 mq, sperando
nel sole cercheremo comunque di preparare un ospitalità al chiuso o al
massimo protetti da una tenda. Non potremo ospitare persone a casa nostra
ma se qualcuno ha necessità cercheremo di inventarci anche questo.
Portiamo tutti qualcosa da condividere per il convivio argomenti e cibi.
Per far capire lo spirito che ha animato il nostro primo incontro da E.V.A. volevamo
riportare un pezzetto di mail ricevuto da Giulietta e Mario
-...volti meravigliosi, sorridenti, gioiosi...sfondo con le montagne
innevate...
tanta voglia di concretizzare...
-bello ragionare su cosa si potrebbe fare allo sbarco G.A.S. - R.E.S.
All'Aquila... magari sull'Abitare.. e tu ne sei un esperto!!
-Mangiare e ascoltarsi..(nel centro abbiamo messo un buffet, fatto di
prodotti fatti da noi.. o di ottima provenienza.. dove ognuno a piacere poteva
cibarsi.)
-voglia di giocare...improvvisazione...
-propositività..
-AH! il C.I.R. che si terrà ad E.V.A. dal 20 al 24 Aprile...(e prima il
Genuino Clandestino il 17 Aprile..)
-migliorare l'organizzazione..nella fluidità..mantenendo la disciplina..
-fratellanza e sorellanza...
ALLE MAPPE ALLE MAPPE!
Arrivate la mattina del 27 marzo a Sulmona ma non più tardi delle 11 ora d’inizio del
convivio incontro che ripercorrerà velocemente i temi affrontati già
a Pescomaggiore, per poter entrare subito nel vivo delle nuove proposte.
Raggiungerci non è difficile. Forniremo anche un servizio trasporto da
casa nostra alla stazione dei treni di Sulmona: da Pescara centrale due
opzioni 6.20 e 9.21; da Avezzano 6.08 e 9.54; da L’Aquila e Napoli non ci
sono collegamenti la domenica mattina.
In auto da Roma o da Pescara: usciti dall’autostrada casello Pratola
Peligna Sulmona, prendete la direzione Napoli - dopo aver percorso tutto il
tratto di statale17 a quattro corsie tipo autostrada incontrerete un
semaforo lampeggiante arancione voltate a sinistra direzione Pacentro -
appena voltato sulla sinistra noterete un grande parcheggio sterrato sulla
sinistra che costeggia la statale che avete appena percorso… parcheggiate
lì e a piedi proseguite sull’asfalto fino al cartello 150 metri - stop dei
due cancelli neri che avrete sulla sinistra- prendete il primo al numero 15
… ben arrivati
Da Castel di Sangro: raggiungete Sulmona con la statale 17 dopo il primo
incrocio che indica Sulmona contate restando sempre sulla statale cinque
incroci – attenzione l’ultimo incrocio è su una curva stretta a sinistra-
sarà lì che dovrete voltare a destra appena voltato sulla sinistra
noterete un grande parcheggio sterrato sulla sinistra che costeggia la
statale che stavate percorrendo…parcheggiate lì e a piedi proseguite
sull’asfalto fino al cartello 150 metri -stop dei due cancelli neri che
avrete sulla sinistra - prendete il primo al numero 15 … ben arrivati
L’indirizzo è:
Casa Lucci Mario via Cappuccini 15 - 67039 Sulmona AQ
Telefono Caterina 3495700857 wind
Alessandro 320 05 222 37 poste mobile
info.radio.sat@gmail.com
domenica 20 marzo 2011
Scuole e degrado a Calcata e Faleria – Misteriosi comitati mensa con precettazione di ignare mamme...
Scuole e degrado a Calcata e Faleria – Misteriosi comitati mensa con precettazione di ignare mamme...
Caro Paolo D'Arpini,
ti metto al corrente di una situazione che ha del surreale.
Sono stati istituiti i comitati mensa per le scuole di Calcata e Faleria. Dopo ripetute richieste e da oltre 5 mesi che i nostri figli mangiano a scuola, la tempestività ed efficienza delle nostre istituzioni si palesa magnificamente.
Illustro le modalità di esecuzione imposte ai comitati mensa:
Calcata: sono state selezionate, non si sa da chi e non si sa perché, due mamme quali membri del comitato mensa. Nessuna delle 2 mamme ha chiesto in nessun momento di far parte di detto comitato, infatti, nessuna delle due mamme potrà eseguire, per motivi personali e oggettivi, detto compito.
A questo aggiungiamo che nella circolare inviata dal dirigente scolastico dove si autorizzano i componenti del comitato ad accedere ai locali della scuola, viene specificato inoltre di “prendere accordi con la docente fiduciaria del plesso” per “accedere alla mensa, il giorno stabilito, e procedere all’assaggio dei cibi, col dovuto rispetto delle norme igieniche” . E’ come se si imponesse un controllo su qualcuno, ma con la condizione di dover prendere preventivamente accordi con la sua segretaria.
Vorrei precisare che il sottoscritto in data 5 novembre 2010 (quindi ad appena un mese dell’inizio del servizio mensa) scriveva, tra altre cose, al dirigente scolastico: “Approfitto per ricordarle che sarebbe necessario l’istituzione di un comitato mensa composto da genitori, che dia la possibilità di informare sullo svolgimento e la qualità del servizio. Il sottoscritto si mette a disposizione per un’eventuale partecipazione. Naturalmente la mia richiesta è stata del tutto ignorata: i motivi li lascio alla vostra immaginazione.
In un’altra lettera successiva inoltre facevo presente al nostro dirigente scolastico il fatto che la mensa di Calcata servisse saltuariamente wurstel e patatine, ossia mangiare spazzatura, nocivo sia a livello salutare, ma ancor di più in questo caso, a livello educativo. Il dirigente scolastico non ha avuto alcun commento da fare in proposito. Ah, e alla faccia dell’educazione ambientale e buon esempio: ogni giorno viene prodotta una quantità d’immondizia abnorme e non riciclabile dalle mense scolastiche giacché vengono utilizzati stoviglie di plastica.
Faleria: stessa autorizzazione pervenuta ad alcune mamme (ad altre che ne avevano fatto richiesta no, chissà perché…), con le stesse ”istruzioni operative” ma in più c’è da aggiungere il fatto formidabile che a Faleria, oltre alle mamme, si esige che al controllo sia presente un rappresentante del Comune. Beh, le mamme hanno provato qualche giorno fa ad andare a fare il controllo, ma non sono state lasciate entrare perché quel giorno mancava il suddetto rappresentante del comune, ed è stato allora stabilito, onde evitare futuri disguidi, che il controllo si farà solo ed esclusivamente il giovedì. E’ come se si imponesse un controllo da fare su qualcuno, (con la condizione di dover prendere preventivamente accordi con la sua segretaria ) ad un solo giorno fisso prestabilito.
Non sarebbe imprescindibile che la commissione mensa agisse indipendentemente ed a proprio giudizio stabilendo, senza alcun preavviso, i momenti in cui effettuare il controllo ? E che i componenti della commissione siano motivati e in grado di poter fare detto controllo?
Sennò… ma che controllo è?
Questo è quanto…
Quanto vogliamo e ci meritiamo per i nostri figli?
Mah, vista l’inerzia generale… sembrerebbe proprio di sì!
Armando Marchesini
Referente locale di European Consumers Tuscia
sabato 19 marzo 2011
"Nucleare a Montalto di Castro? Una scelta da fine del mondo...!"
"Nucleare a Montalto di Castro? Una scelta da fine del mondo...!"
Malgrado i fatti drammatici in corso in Giappone, relativi al disastro nucleare, ancora in Italia c'è qualcuno che ritiene che l'energia atomica sia una scelta possibile. E questo proprio dove era presente una centrale nucleare, smantellata in seguito al referendum di vent'anni fa, a Montalto di Castro (in provincia di Viterbo). Infatti come viene comunicato dai consiglieri comunali Sergio Caci e Vincenzo Liberatore: "...la Regione Lazio, con una Mozione approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 24 novembre 2010, si è dichiarata indisponibile ad accogliere impianti nucleari di qualsiasi tipo nel territorio regionale, così come per gli impianti di stoccaggio di materiali radioattivi; mentre la Provincia di Viterbo, con Delibera Consiliare del 15 luglio 2010, ha dichiarato di ritenere il territorio della Provincia e in particolare quello del Comune di Montalto di Castro, non idoneo all’installazione di impianti ad energia nucleare; ma il Consiglio Comunale di Montalto ancora non ha prodotto alcun tipo di documento in merito...."
La cosa desta preoccupazione considerando l'atteggiamento trascorso del sindaco di quella cittadina che aveva manifestato posizioni filonucleariste.
L’ipotesi d’istallazione di un impianto nucleare a Montalto di Castro è -secondo me- completamente irragionevole ed espongo qui alcune motivazioni “sociologiche” e “naturalistiche”.
a) La vicinanza con Roma, la capitale d’Italia, creerebbe un target molto interessante per il terrorismo internazionale. Visto anche lo stato di insicurezza nel Nord Africa e Medio Oriente. Con una bombetta da poco piazzata nell’ipotetica nuova centrale, si metterebbe a rischio la sopravvivenza di milioni di persone. Inoltre la vicinanza del Vaticano é una ulteriore ragione per l’aumento del rischio attentati, soprattutto oggi che la “guerra religiosa” fra islam e cristianesimo sta subendo un’impennata paurosa (vedi i continui eccidi in Africa ed in Asia, etc.).
b) Il raffreddamento tecnico dell’impianto che dovrebbe essere effettuato utilizzando le acque del Tirreno, porterebbe ad un eccessiva riscaldamento del biosistema costale, con conseguente sconvolgimento e distruzione della vita acquatica (pesci ed alghe).
c) La contemporanea presenza nell’area di Montalto di Castro e Civitavecchia di due preesistenti enormi impianti di produzione elettrica, di cui uno a carbone, i quali già sono fonte di un tremendo inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua, sommandovi l’eventuale impianto nucleare (alcune fonti parlano di due nuovi impianti che andrebbero forse a sostituire quelli a policombustibile) l’equilibrio bio-sistemico già precario collasserebbe definitivamente, creando un deserto su tutta la costa tirrenica: Lazio, Toscana sino alla Campania.
Paolo D’Arpini
Referente della Rete bioregionale Italiana e portavoce European Consumers Tuscia
Malgrado i fatti drammatici in corso in Giappone, relativi al disastro nucleare, ancora in Italia c'è qualcuno che ritiene che l'energia atomica sia una scelta possibile. E questo proprio dove era presente una centrale nucleare, smantellata in seguito al referendum di vent'anni fa, a Montalto di Castro (in provincia di Viterbo). Infatti come viene comunicato dai consiglieri comunali Sergio Caci e Vincenzo Liberatore: "...la Regione Lazio, con una Mozione approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 24 novembre 2010, si è dichiarata indisponibile ad accogliere impianti nucleari di qualsiasi tipo nel territorio regionale, così come per gli impianti di stoccaggio di materiali radioattivi; mentre la Provincia di Viterbo, con Delibera Consiliare del 15 luglio 2010, ha dichiarato di ritenere il territorio della Provincia e in particolare quello del Comune di Montalto di Castro, non idoneo all’installazione di impianti ad energia nucleare; ma il Consiglio Comunale di Montalto ancora non ha prodotto alcun tipo di documento in merito...."
La cosa desta preoccupazione considerando l'atteggiamento trascorso del sindaco di quella cittadina che aveva manifestato posizioni filonucleariste.
L’ipotesi d’istallazione di un impianto nucleare a Montalto di Castro è -secondo me- completamente irragionevole ed espongo qui alcune motivazioni “sociologiche” e “naturalistiche”.
a) La vicinanza con Roma, la capitale d’Italia, creerebbe un target molto interessante per il terrorismo internazionale. Visto anche lo stato di insicurezza nel Nord Africa e Medio Oriente. Con una bombetta da poco piazzata nell’ipotetica nuova centrale, si metterebbe a rischio la sopravvivenza di milioni di persone. Inoltre la vicinanza del Vaticano é una ulteriore ragione per l’aumento del rischio attentati, soprattutto oggi che la “guerra religiosa” fra islam e cristianesimo sta subendo un’impennata paurosa (vedi i continui eccidi in Africa ed in Asia, etc.).
b) Il raffreddamento tecnico dell’impianto che dovrebbe essere effettuato utilizzando le acque del Tirreno, porterebbe ad un eccessiva riscaldamento del biosistema costale, con conseguente sconvolgimento e distruzione della vita acquatica (pesci ed alghe).
c) La contemporanea presenza nell’area di Montalto di Castro e Civitavecchia di due preesistenti enormi impianti di produzione elettrica, di cui uno a carbone, i quali già sono fonte di un tremendo inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua, sommandovi l’eventuale impianto nucleare (alcune fonti parlano di due nuovi impianti che andrebbero forse a sostituire quelli a policombustibile) l’equilibrio bio-sistemico già precario collasserebbe definitivamente, creando un deserto su tutta la costa tirrenica: Lazio, Toscana sino alla Campania.
Paolo D’Arpini
Referente della Rete bioregionale Italiana e portavoce European Consumers Tuscia
venerdì 18 marzo 2011
“Alimentazione umana e concreto rapporto simbiotico fra uomini ed animali...” Intervento di Caterina Regazzi
“Alimentazione umana e concreto rapporto simbiotico fra uomini ed animali...” Intervento di Caterina Regazzi
Sono una veterinaria che lavora presso una usl del nord Italia, il mio compito è quello di effettuare controlli sulla produzione degli alimenti di origine animale (la cosiddetta sicurezza alimentare) a partire dalla stalla, compreso il controllo del benessere degli animali allevati.
Per l'occasione della 27a edizione della Festa dei Precursori (che si tiene quest'anno a Treia dal 7 al 15 maggio 201) vorrei portare il mio contributo facendo una breve analisi di quello che è il mondo all'interno del quale, per motivi di lavoro, opero.
Premetto che personalmente mi sento molto poco un precursore. In questo mondo in cui vivo, in cui viviamo, si sono fatti tanti progressi da tanti punti di vista, ma secondo altri aspetti mi pare che siamo andati molto al di fuori delle possibilità di vivere in armonia con la natura e con gli altri esseri viventi, umani compresi. Essere un precursore, in questo ambito, secondo me, vuol dire avere la consapevolezza di quello che c'è dietro all'alimentazione a base di alimenti di origine animale e quindi ridurne il loro consumo. E' quello che cerco di fare, avendone la consapevolezza giorno per giorno.
Non vivendo a Treia conosco poco la situazione della zootecnia nelle Marche mentre conosco abbastanza bene quella dell'Emilia Romagna. Ma in un'epoca come la nostra dobbiamo considerare tutto come interconnesso. Animali che nascono in Francia, vengono allevati e macellati in Italia e una parte del ricavato viene riesportato, ad esempio, fino in Africa.
Intanto l'alimentazione umana in Emilia Romagna è molto basata su alimenti di origine animale, anche per motivi di tradizione, infatti saprete che prodotti come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma sono tra i prodotti più conosciuti di questa regione, esportati in tutto il mondo.
Questa realtà così semplice, apparentemente, e cioè la produzione di due cibi comuni su molte delle nostre tavole, sottintende implicazioni etiche ed ecologiche veramente, secondo me, molto complesse.
Sono fatti di cui si comincia a sentir parlare spesso, ma per me che ci lavoro dentro, è quotidiano il confronto ed il rimando a questi presupposti. Dietro all'allevamento di milioni di animali negli allevamenti intensivi ci sono dei risvolti che riguardano la morale sotto diversi aspetti: è giusto, quando ci sono milioni di persone che muoiono di fame, utilizzare la maggior parte dei cereali (mais e orzo prevalentemente) che vengono prodotti nel mondo, per l'alimentazione del bestiame? Per produrre 1 chilo di carne ci vogliono 9 chili di cereali. I terreni che sono utilizzati per la produzione di cereali sono terreni sottratti alla coltivazione di alimenti per l'uomo. La produzione di mangimi necessita movimenti mondiali di materie prime, con grosse speculazioni dietro. Immagino navi cariche di mais e di soia (OGM, perché ormai, quasi tutta la soia utilizzata è geneticamente modificata) solcare l'oceano. Penso anche al lavoro degli agricoltori che ci sta dietro e al lavoro da parte degli allevatori.
Quando l'allevamento non era intensivo, cioè quando l'allevamento era commisurato al terreno su cui insisteva, c'era un'armonia ed un reciproco arricchimento, tra l'agricoltura e l'allevamento. Gli animali davano i loro prodotti (latte, carne, uova, lana, setole, etc.) niente veniva sprecato ma uno dei prodotti più importanti era il letame, non esisteva azienda agricola senza animali, in ogni azienda agricola c'era una stalla, non esistevano i concimi chimici. Fino a qualche decina di anni fa il letame era l'unico concime in grado di restituire al campo il suo giusto nutrimento.
Gli animali lattiferi almeno in alcune regioni d'Italia, venivano lasciati pascolare liberamente, tutt'al più quando rientravano la sera in stalla veniva dato loro un piccolo premio in forma di farina, e anche pascolando, concimavano il terreno.
I suini e il pollame venivano allevati in maniera familiare con gli scarti di cucina e qualche pannocchia di granturco, così non si buttava via niente e non c'era la produzione di rifiuti che c'è oggi.
E' vero che abbiamo fatto progressi con la raccolta differenziata, ma l'"organico" è sempre un rifiuto e come tale deve essere trasportato, lavorato, immagazzinato, smaltito e non c'è un utilizzo diretto come avveniva una volta. A me sembra che si parli tanto di progresso. ma come dice un certo detto, il progresso a volte richiede di fare qualche passo indietro.
Gli allevamenti intensivi, che sono nati a partire dagli anni '60, per soddisfare la richiesta sempre maggiore da parte del mercato di prodotti di origine animale, ha comportato la necessità di utilizzare pratiche sempre più distanti da una naturalità di vita degli animali e così, gli animali devono vivere una vita sul cemento, trasportati su autotreni per lunghe distanze, in densità eccessive (ma regolari per legge), alimentati con prodotti sempre più concentrati, per permettere le performance produttive stimolate dalla selezione genetica.
Questo fatto ha conseguenze negative molto importanti sulla salute degli animali stessi. Una bovina lattifera allevata per la produzione di Parmigiano Reggiano ha una vita media di 3 parti in 5 anni di vita, dopo di che o per problemi ginecologici, podali, digestivi o mammari, deve essere scartata e sostituita. Una volta una bovina da latte, superava tranquillamente i 10 anni di età. Per contrastare o prevenire le forme morbose dovute all'eccessiva densità degli animali e l'eccessivo sfruttamento che abbassa le difese immunitarie si fa un uso sempre più massiccio di antibiotici.
Tutto questo è la norma e non vogliamo considerare la possibilità dell'uso illecito di sostanze proibite. Per quella che è la mia esperienza personale, l'allevatore è normalmente una persona, un produttore corretto, ma è il sistema stesso che obbliga a fare uso di molecole di sintesi e a tenere gli animali in condizioni di scarso benessere.
E questo è l'altro aspetto morale della questione: quando mangiamo, teniamo in considerazione questi fatti? La nostra alimentazione può essere basata sulla sofferenza di milioni di animali? E' vero che la percezione della sofferenza negli animali è ben lontana dalla nostra, non dobbiamo antropomorfizzare l'animale d'allevamento, ma se possiamo non parlare di vera e propria sofferenza, almeno dobbiamo considerare la vita dell'animale in un allevamento intensivo come lontana dalla natura.
Non sarebbe possibile ridurre il nostro consumo di alimenti di origine animale, ritornando ad un tipo di allevamento più in armonia con l'ambiente?
“Da aperta che era un tempo, l’umanità si è sempre più rinchiusa in sé stessa. Tale antropocentrismo non riesce più a vedere, al di fuori dell’uomo, altro che oggetti. La natura nel suo complesso ne risulta sminuita. Un tempo, in lei tutto era un segno, la natura stessa aveva un significato che ognuno nel suo intimo percepiva. Avendolo perso, l’uomo di oggi la distrugge e con ciò si condanna” (Claude Lévi-Strauss).
Caterina Regazzi
Referente per il rapporto Uomo/Animali
Rete Bioregionale Italiana
giovedì 17 marzo 2011
Bioregionalismo e comunicazione di Teodoro Margarita
Messaggi di fuoco e fumo.. alle finestre e su Facebook
Asso - Siamo al 16 marzo, ormai, ma il riscaldamento della mia scuola
funziona a tutto regime, i ragazzi protestano, è troppo
caldo, si distraggono, aprono di continuo le finestre, io li
invito a mettersi d'accordo tra loro: quelli vicini ai
termosifoni soffrono di più e le vorrebbero spalancate,
quelli più distanti, finiscono per aver freddo. Ciò causa
trambusto e danneggia le lezioni.
Oggi, però, le finestre debbono restare chiuse e basta,
viceversa soffocheremmo.
C'è che gli operai del comune nel potare i platani hanno
pensato, geniali, che non val la pena di portare le ramaglie
in discarica, pardon, isola ecologica e li stanno, oplà,
bruciando sul posto.
Di qui una gran nube di fumo e ancor peggio, tutti gli
allievi, inevitabilmente, in piedi a protestare: "Prof,
perché se papà accende le sterpaglie gli danno la multa e
se lo fa il Comune, oltretutto, intossicandoci, non succede
nulla?"
Bella domanda. Una domanda che mi ponevo anch'io e con più
forza ancora.
Oltretutto, in un comune vicino, le potature non le portano
da nessuna parte, semplicemente un gran tritatutto sbriciola
al seguito del camioncino degli operai, il tutto e così
produce trucioli, segatura che potranno essere prontamente
riciclati.
In questi giorni, dibattendo anche su Facebook, come
amministratore di un gruppo locale, circa tremila membri, in
difesa di una meravigliosa cascata, ho invitato a riflettere
su una dimensione più allargata dell'ecologismo, il famoso
"Pensare globalmente e agire localmente", orbene mi sono
arrivati i messaggi più vari.
Alcuni, per fortuna, di chiaro e solidale appoggio: siamo
amanti della natura, del paesaggio e quel che sta succedendo
in Giappone ci riguarda, viceversa, alcuni mi hanno
fermamente rimproverato rinfacciandomi l'esser questo gruppo
unicamente finalizzato alla battaglia per difender la
cascata Vallategna qui in Vallassina, nel comasco, e basta.
Certo, rifletto, il pensiero ecologista è ben lungi
dall'aver fatto breccia, proprio per nulla, se giungono
tanti segnali, tanti messaggi che, palesemente, dimostrano
il contrario.
Tra i tanti che si sono adirati con me, cito un tale che si
firma Pit Anghi su Facebook, ovvio, uno pseudonimo, costui
nel corso dello scambio di messaggi che abbiamo avuto, egli
fieramente nuclearista, alla mia affermazione: Io mi scaldo
con la legna, ho una stufetta, mi sbatte in faccia il suo"Se
vai a fuoco col cavolo che vengo a spegnere l'incendio".
E' così, ci sono, tante persone simili, non ci siamo solo
noi eco-pacifisti al mondo.
E ritorno alla nube del Comune, quel fumo provocato dalle
sterpaglie e dalle potature che gli operai, in barba a
qualunque logica, tranquillamente bruciavano.
Nella mia stufa, adeguatamente sminuzzate e sfrondate,
quelle frasche, mi avrebbero riscaldato ed aiutato
nell'accensione.
Una gestione intelligente del legname, dei propri scarti
agricoli- i miei vanno tutti nel compost- quanta energia in
meno consentirebbero di importare, annullando uno dei
principali argomenti dei nuclearisti.
Nubi, nubi di fumo, radioattive e semplici fumi di roghi di
sterpaglie.
Da una finestra di una scuola sono solo pensieri, se non
divengono coscienza di milioni di persone, patrimonio
permanente di un'intelligenza collettiva, sono solo fumi,
sono solo fumo....
Teodoro Margarita - thermidore@yahoo.com
Referente per la conservazione delle sementi tradizionali.
Rete Bioregionale Italiana
mercoledì 16 marzo 2011
Equinozio di Primavera a Treia, la mattina del 21 marzo 2011, potatura degli ulivi...
Quest'anno il 19 marzo c'è la luna piena ed è sabato, sarebbe un giorno ideale per festeggiare l'equinozio di primavera ma astronomicamente quest'evento si presenta nelle primissime ore del mattino del 21 marzo che è lunedì ed è il giorno di San Benedetto, in cui tradizionalmente la rondine fa ritorno al suo nido. Volendo perciò collegare la ricorrenza equinoziale ad un atto naturalistico ho pensato di festeggiare la mattina del 21 marzo, effettuando l'ultima potatura degli ulivi presenti nell'orto. Si dice che una buona potatura deve consentire tra i rami dell'albero il volo di una rondine....
Nel periodo precedente la Pasqua è consuetudine sfoltire i rami d'ulivo per garantire un buon raccolto futuro ed anche per avere a disposizione ramoscelli da offrire in chiesa.. ma quest'anno la domenica delle palme è molto lontana (il 17 aprile) e non è bene aspettare sino ad allora per la potatura.. anzi meglio farla in questi giorni di luna calante.
L’ulivo è albero più significativo delle tre religioni monoteistiche che con il suo olio “crea la luce”, che è “l’asse immobile della terra”, che rappresenta Abramo l’antenato comune degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani. Il ramoscello d’ulivo portato dalla colomba a Noé é anche qui il segnale di nuova luce e la ripresa della vita sulla terra.
I misteri della Primavera… Il simbolismo della rinascita primaverile si identifica nella vita di tutti i grandi iniziatori di religioni. In particolare, l’antichità riconosceva in alcune divinità proprio questa funzione, che essi esprimevano tangibilmente. In inglese, Pasqua si dice Easter, una chiara derivazione da Eastre, Ostara, Istar, Astarte, divinità della Resurrezione naturale e perpetua.
Spesso quel che è rappresentato nella natura trova anche una sua corrispondenza nella coscienza dell’uomo, infatti l’atto creativo, sia esso di Dio o di Madre Natura, è stato spesso paragonato a quello del contadino che produce il cibo necessario alla vita. Ed è per questa ragione che i momenti più auspiciosi dell'anno erano considerati quelli delle quattro stagioni, in cui il seme della vita compie il suo corso.
“Da aperta che era un tempo, l’umanità si è sempre più rinchiusa in sé stessa. Tale antropocentrismo non riesce più a vedere, al di fuori dell’uomo, altro che oggetti. La natura nel suo complesso ne risulta sminuita. Un tempo, in lei tutto era un segno, la natura stessa aveva un significato che ognuno nel suo intimo percepiva. Avendolo perso, l’uomo di oggi la distrugge e con ciò si condanna” (Claude Lévi-Strauss).
Paolo D'Arpini
......
Treia (Macerata): Programma del 21 marzo 2011
h. 11.00 Appuntamento in via delle Sacchette, nell'orto dei quattro ulivi, venire muniti di cesoie e segaccio da potatura. Al termine dell'operazione si potranno asportare i ramoscelli tagliati per bruciarli nel camino e le ceneri si potranno aspergere nel terreno ed anche in alcuni punti nevralgici della strada a mo' di benedizione.
Info. circolo.vegetariano@libero.it - Tel. 0733216293
Bioregionalismo e movimento nonviolento, acqua pubblica e inquinamento da radioattività
Per il diritto all'acqua e contro il crimine nucleare occorre vincere i referendum che si svolgeranno tra alcune settimane. Per l'acqua come bene comune e per l'accesso all'acqua potabile come diritto umano. E contro il crimine nucleare onnidistruttivo, nemico dell'umanita'. Occorre vincere i referendum per difendere la civilta' umana, per la biosfera casa comune, per le future generazioni.
(Antonella Litta)
La produzione elettrica attraverso l'energia atomica?
Ogni persona ragionevole sa che la produzione nucleare militare e' un crimine contro l'umanita'.
Ed ogni persona ragionevole sa anche che il nucleare cosiddetto civile e' strettamente legato al nucleare militare.
E sa anche quali e quanto gravi siano le implicazioni ulteriori del nucleare civile: dalla necessaria militarizzazione del territorio e della societa' per prevenire attentati alle centrali, alla questione irrisolta perche' irrisolvibile delle scorie, alle conseguenze potenzialmente apocalittiche finanche del piu' banale incidente, all'inquinamento patogeno che l'utilizzo di tale tecnologia inevitabilmente provoca.
L'alternativa necessaria alla guerra e alle armi e' la scelta della nonviolenza.
La tragica realta' ci impone di discutere di nucleare, a pochi mesi dal referendum.
Il governo italiano vuole "tirare dritto", ma noi del popolino vogliamo vederci chiaro.
1) Le centrali nucleari forniscono energia elettrica. In Italia non ne abbiamo bisogno: negli ultimi anni la potenza installata e' aumentata, mentre la domanda e' diminuita: la domanda e' di circa 60 GW (gigawatt). La potenza elettrica installata in Italia all'inizio 2010 e' pari a 94 GW. Quindi non c'e' nessun bisogno reale di nuova energia elettrica (per trasporti e riscaldamento usiamo petrolio o gas).
2) Si dice che le centrali nucleari ci garantiranno l'indipendenza energetica. Falso. Le centrali utilizzano come combustibile l'uranio. Le principali miniere di uranio sono in Australia e in Africa, oggi sotto controllo cinese, o in Ucraina, Uzbekistan, Kazakistan, oggi sotto controllo russo. Quindi il nucleare e' una fonte che crea dipendenza da Cina o da Russia.
3) Ma quanto costa l'energia prodotta dalle centrali? Troppo. Il costo Kwh (kilowatt/ora) del nucleare e' maggiore di quello di ogni altra fonte (i costi ufficiali in centesimi di dollaro sono: nucleare: 10,2; eolico: 9,9; carbone: 9,8; gas: 8,2), questo perche' oltre agli investimenti per la costruzione di una centrale, bisogna calcolare anche il costo di smantellamento, che puo' persino raddoppiare.
4) Il governo italiano ha previsto 4 nuove centrali nucleari, con un costo di 30 miliardi di euro. Queste 4 centrali, se tutto va bene, entrerebbero in funzione fra 15/20 anni, e produrrebbero il 5% dell'energia nazionale. E' del tutto evidente la sproporzione tra investimento e risultato. Il 5% e' quanto si puo' ottenere da subito con una seria politica di risparmio e di efficienza degli impianti gia' esistenti.
Bastano queste quattro cifre per dimostrare che il nucleare in Italia non ha senso e serve solo ad assicurare affari ad un ristretta lobby. A questo aggiungiamo che il governo propone il nucleare senza aver presentato al paese un serio piano energetico (fabbisogno, previsioni, consumi, costi, ecc.) e che il problema delle scorie radioattive non e' ancora stato risolto.
La conclusione e' semplice, ed e' la stessa di tanti anni fa: Energia nucleare? No, grazie.
Azione Nonviolenta Mao Valpiana
(per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org)
(Antonella Litta)
La produzione elettrica attraverso l'energia atomica?
Ogni persona ragionevole sa che la produzione nucleare militare e' un crimine contro l'umanita'.
Ed ogni persona ragionevole sa anche che il nucleare cosiddetto civile e' strettamente legato al nucleare militare.
E sa anche quali e quanto gravi siano le implicazioni ulteriori del nucleare civile: dalla necessaria militarizzazione del territorio e della societa' per prevenire attentati alle centrali, alla questione irrisolta perche' irrisolvibile delle scorie, alle conseguenze potenzialmente apocalittiche finanche del piu' banale incidente, all'inquinamento patogeno che l'utilizzo di tale tecnologia inevitabilmente provoca.
L'alternativa necessaria alla guerra e alle armi e' la scelta della nonviolenza.
La tragica realta' ci impone di discutere di nucleare, a pochi mesi dal referendum.
Il governo italiano vuole "tirare dritto", ma noi del popolino vogliamo vederci chiaro.
1) Le centrali nucleari forniscono energia elettrica. In Italia non ne abbiamo bisogno: negli ultimi anni la potenza installata e' aumentata, mentre la domanda e' diminuita: la domanda e' di circa 60 GW (gigawatt). La potenza elettrica installata in Italia all'inizio 2010 e' pari a 94 GW. Quindi non c'e' nessun bisogno reale di nuova energia elettrica (per trasporti e riscaldamento usiamo petrolio o gas).
2) Si dice che le centrali nucleari ci garantiranno l'indipendenza energetica. Falso. Le centrali utilizzano come combustibile l'uranio. Le principali miniere di uranio sono in Australia e in Africa, oggi sotto controllo cinese, o in Ucraina, Uzbekistan, Kazakistan, oggi sotto controllo russo. Quindi il nucleare e' una fonte che crea dipendenza da Cina o da Russia.
3) Ma quanto costa l'energia prodotta dalle centrali? Troppo. Il costo Kwh (kilowatt/ora) del nucleare e' maggiore di quello di ogni altra fonte (i costi ufficiali in centesimi di dollaro sono: nucleare: 10,2; eolico: 9,9; carbone: 9,8; gas: 8,2), questo perche' oltre agli investimenti per la costruzione di una centrale, bisogna calcolare anche il costo di smantellamento, che puo' persino raddoppiare.
4) Il governo italiano ha previsto 4 nuove centrali nucleari, con un costo di 30 miliardi di euro. Queste 4 centrali, se tutto va bene, entrerebbero in funzione fra 15/20 anni, e produrrebbero il 5% dell'energia nazionale. E' del tutto evidente la sproporzione tra investimento e risultato. Il 5% e' quanto si puo' ottenere da subito con una seria politica di risparmio e di efficienza degli impianti gia' esistenti.
Bastano queste quattro cifre per dimostrare che il nucleare in Italia non ha senso e serve solo ad assicurare affari ad un ristretta lobby. A questo aggiungiamo che il governo propone il nucleare senza aver presentato al paese un serio piano energetico (fabbisogno, previsioni, consumi, costi, ecc.) e che il problema delle scorie radioattive non e' ancora stato risolto.
La conclusione e' semplice, ed e' la stessa di tanti anni fa: Energia nucleare? No, grazie.
Azione Nonviolenta Mao Valpiana
(per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org)
martedì 15 marzo 2011
Il bioregionalismo e la comunità bioregionale di Roma, capitale d'Italia
"Roma Caput Mundi" - di Paolo D'Arpini
Il 17 marzo 2011 viene celebrata in tutta la penisola la ricorrenza del 150° anniversario dell'unità politica della nazione. Ripropongo perciò l'attuazione bioregionale per la capitale d'Italia
Bioregionalismo e politica non sono antitetici, nel bioregionalismo si deve tener conto anche della struttura sociale e comunitaria di una bioregione.. La visione bioregionale infatti considera non solo gli aspetti ambientali di ma anche quelli culturali umani di un ecosistema (vedi il libro della Rete Bioregionale Italiana, La Terra Racconta: Il bioregionalismo e l'arte di disegnare le mappe locali, ed. AAM Terra Nuova, 1997).
Il bioregionalismo e la visione bioregionale non sono applicabili solo ad un bosco, lungo un fiume, su una catena montuosa, od in mezzo a una palude, etc. Dobbiamo considerare che c'è un'altra realtà ambientale, ormai maturata in secoli di civilizzazione, ed è la realtà bioregionale di una grande città, com'è ad esempio la capitale d'Italia.
Quando nel 1992 proposi per la prima volta di istituire una Bioregione specifica per Roma e sua area metropolitana non pensavo certo ad una ghettizzazione forzosa di una parte dell'umanità, costretta a vivere nel degrado e nell'inquinamento, mentre il circostante popolo campagnolo si difende con una serie di barriere. Non credo infatti, al contrario di Mao Tze Dong, che "la campagna deve assediare la città", questa è una visione parziale che non tien conto della parità dei diritti di tutti gli esseri viventi, in qualsiasi ambito geografico ed ambientale essi vivano.
Una parte sostanziosa di umanità vive attualmente in aree urbane ed è un dato di fatto che questi particolari territori omogenei esistono. Ciò mi sprona a porre l'accento sull'attuazione di una sana qualità della vita. Se in città esistono dei problemi è evidente che le condizioni della vita devono essere riequilibrate alle esigenze dell'organismo bioregionale metropolitano e di tutti i suoi abitanti, rendendo così la città un luogo ideale. A parer mio una città diventa ideale non soltanto attraverso il rispetto di alcuni requisiti, per altro indispensabili, di armonia ambientale e sociale fra "civitas" ed "urbs", ritengo infatti che le caratteristiche dell'idealità risiedano soprattutto nel pervicace e costante perseguimento di tale idealità.
Con ciò immagino che sia sempre presente nel consesso sociale ed ambientale della città una tendenza correttiva che porti a modificare, all'occorrenza, qualsiasi devianza dal criterio di armonia socio-ambientale. In verità questo è il compito da sempre delegato alle Leggi che hanno regolamentato la nostra società ma c'è differenza tra la compulsione forzosa di una Legge e l'autoaggiustamento spontaneo che dovrebbe essere sempre presente in una città ideale di carattere bioregionale.
Vanno però considerate alcune "condizioni" per il mantenimento di un centro urbano che persegua l'armonia ed alcune d'esse riguardano gli aspetti sociali del bioregionalismo, ovviamente altri aspetti vanno visti ed integrati con l'analisi delle diverse realtà, della composizione geomorfologica, architettonica, della flora e della fauna che compartecipa del particolare ambiente urbano esaminato. Ma l'idea politica di base, riguardo Roma, è di avvicinarsi al criterio federalista europeo attraverso il suo "riconoscimento" di Città Regione. Questo modello è stato già in parte attuato in Francia (con la Region Parisienne). Questo sarebbe un ottimo metodo per rendere le pari opportunità effettive, soprattutto in considerazione del fatto che le grandi città debbono essere europee e quindi il più possibile staccate da legami e concetti campanilistici. Quindi le capitali europee, secondo il nostro metodo, dovrebbero tutte divenire Città-Regione (è avvenuto anche in Germania con Monaco di Baviera).
Vorrei ora inserire un altro elemento di discussione, quello del controllo sull'espansione dei grandi nuclei urbani, una espansione spesso incontrollata che viene indicata come causa di sperequazione ecologica. Tale crescita delle aree metropolitane, sproporzionata alle reali possibilità di assorbimento del territorio, è dovuta alla rivoluzione industriale e tecnologica degli ultimi anni. Questo aspetto delle città moderne potrebbe esser compreso come un necessario sfogo prima della spallata finale: un'ultima ratio consumistica che, succube del criterio di un utilizzo incondizionato delle risorse, è in realtà una rincorsa prima del salto finale che porterà l'umanità all'attuazione del bioregionalismo. In verità non dovrebbe esserci antitesi nella presenza umana su questa Terra, una città in sé stessa non può esser considerata negativa, infatti esistono città per molti esseri viventi (formiche, api, etc) e l'importanza del bioregionalismo sta nel capire il valore di un giusto equilibro fra la crescita ed il mantenimento della città che si pone armonicamente nell'ambiente.
Tutti conoscono la teoria dello Yin e dello Yang; secondo questa filosofia la Vita (Tao) adatta costantemente le sue manifestazioni all'ambiente che le ospita. Se un agglomerato urbano "Yang" è in espansione, oppure se esso è troppo cresciuto, bisognerà aprire al suo interno una fessura naturale "Yin". Per far ciò occorre restituire alla natura ed al verde una parte della città, nonché interrompere la crescita delle sue appendici esterne. Un esempio? Il centro di Roma dovrebbe assomigliare a ciò che era ai suoi inizi, ovvero un territorio in cui nulla (o poco) veniva modificato, essenzialmente accettando i soli cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo e delle stagioni. Insomma la parte storica di Roma diverrebbe uno spazio "liberato" in cui la vegetazione sia padrona di ammantare piazze e palazzi ed in cui gli animali si riapproprino di un loro habitat naturale. La presenza umana può essere mantenuta rispettando questi aspetti di riequilibrio. Le strade, ad esempio, potranno essere dei percorsi in terra battuta o selciato frequentati da animali come gli asini ed i cavalli. In questa "nuova" città, situata nel cuore della "vecchia", si dovrebbero consentire unicamente quelle attività ecocompatibili, come l'artigianato, l'arte ed il gioco; tutto all'insegna di una semplicità di vita. Ovviamente non si può tornare all'età della pietra ed il cordone ombelicale con la tecnologia va mantenuto attraverso l'uso di energia pulita e di materie prime riciclabili.
Un siffatto Centro Urbano Bioregionale sarebbe inoltre una valvola di sfogo impagabile per gli abitanti metropolitani che ritroverebbero nella città stessa quelle condizioni di vita "selvatica" che vanno cercando nell'hinterland extraurbano. Questo esperimento potrebbe essere inizialmente attuato in alcune aree specifiche della metropoli, meglio se le più antiche, in modo da riarmonizzare lentamente l'ambiente naturale con il costruito, mantenendo così la necessaria integrazione uomo-ambiente e conseguendo una costante ed elevata qualità della vita.
Paolo D'Arpini
Referente P.R. della Rete Bioregionale Italiana
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/