"Nucleare a Montalto di Castro? Una scelta da fine del mondo...!"
Malgrado i fatti drammatici in corso in Giappone, relativi al disastro nucleare, ancora in Italia c'è qualcuno che ritiene che l'energia atomica sia una scelta possibile. E questo proprio dove era presente una centrale nucleare, smantellata in seguito al referendum di vent'anni fa, a Montalto di Castro (in provincia di Viterbo). Infatti come viene comunicato dai consiglieri comunali Sergio Caci e Vincenzo Liberatore: "...la Regione Lazio, con una Mozione approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 24 novembre 2010, si è dichiarata indisponibile ad accogliere impianti nucleari di qualsiasi tipo nel territorio regionale, così come per gli impianti di stoccaggio di materiali radioattivi; mentre la Provincia di Viterbo, con Delibera Consiliare del 15 luglio 2010, ha dichiarato di ritenere il territorio della Provincia e in particolare quello del Comune di Montalto di Castro, non idoneo all’installazione di impianti ad energia nucleare; ma il Consiglio Comunale di Montalto ancora non ha prodotto alcun tipo di documento in merito...."
La cosa desta preoccupazione considerando l'atteggiamento trascorso del sindaco di quella cittadina che aveva manifestato posizioni filonucleariste.
L’ipotesi d’istallazione di un impianto nucleare a Montalto di Castro è -secondo me- completamente irragionevole ed espongo qui alcune motivazioni “sociologiche” e “naturalistiche”.
a) La vicinanza con Roma, la capitale d’Italia, creerebbe un target molto interessante per il terrorismo internazionale. Visto anche lo stato di insicurezza nel Nord Africa e Medio Oriente. Con una bombetta da poco piazzata nell’ipotetica nuova centrale, si metterebbe a rischio la sopravvivenza di milioni di persone. Inoltre la vicinanza del Vaticano é una ulteriore ragione per l’aumento del rischio attentati, soprattutto oggi che la “guerra religiosa” fra islam e cristianesimo sta subendo un’impennata paurosa (vedi i continui eccidi in Africa ed in Asia, etc.).
b) Il raffreddamento tecnico dell’impianto che dovrebbe essere effettuato utilizzando le acque del Tirreno, porterebbe ad un eccessiva riscaldamento del biosistema costale, con conseguente sconvolgimento e distruzione della vita acquatica (pesci ed alghe).
c) La contemporanea presenza nell’area di Montalto di Castro e Civitavecchia di due preesistenti enormi impianti di produzione elettrica, di cui uno a carbone, i quali già sono fonte di un tremendo inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua, sommandovi l’eventuale impianto nucleare (alcune fonti parlano di due nuovi impianti che andrebbero forse a sostituire quelli a policombustibile) l’equilibrio bio-sistemico già precario collasserebbe definitivamente, creando un deserto su tutta la costa tirrenica: Lazio, Toscana sino alla Campania.
Paolo D’Arpini
Referente della Rete bioregionale Italiana e portavoce European Consumers Tuscia
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