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lunedì 6 dicembre 2010
Alberi selvatici ed alberi addomesticati... e la storia dell'agrifoglio e de “yerba Mate”
Vi scrivo per parlare di alberi in questo periodo natalizio, dove a furia di festeggiare si prendono abeti veri che vengono tolti da territorio e trapiantati nelle città...
Ciò è causa di malattie, vedi ad esempio nella Danimarca dove gli alberi hanno subito ritmi di crescita e caduta delle foglie.
Si hanno cortecce spaccate e tronchi da cui escono strani liquami. Secondo una ricerca condotta dall’università danese di Wageningen, all’origine della malattia che da alcuni mesi ha colpito i frassini della Danimarca Orientale, vi sarebbero le radiazioni derivanti dalle frequenze radio delle reti warelless, (senza fili), in particolare Wifi.
Secondo gli studiosi infatti, la presenza di radiazioni e di campi elettromagnetici, ha contribuito in maniera rilevante a far ammalare le piante, non soltanto i frassini della città olandese, ma anche alcune piantagioni di granoturco, e circa il 70% della flora olandese, nelle area raggiunte da tecnologie Wifi.
Questo studio che terminerà a febbraio 2011 e verrà pubblicato nel mondo, non trova d’accordo altri scienziati i quali affermano che i danni alle cortecce potrebbero essere stati provocati semplicemente dall’inquinamento dell’aria, derivante dallo smog, dalle piogge acide e dal surriscaldamento globale della terra.
Ma danni a parte proviamo a salvaguardare il nostro pianeta, cominciando per primi a non abbattere le foreste e gli alberi dal loro territorio, salviamo il polmone “verde” che Dio ci ha donato, ricordando che le piante sono la nostra principale fonte di vita, insieme a l’aria e l’acqua, e senza di esse tra qualche decennio non potremmo più vivere sulla terra, e per questo ritorniamo a coltivare la terra salvaguardando il nostro organismo e l'agricoltura.
Ed ora una bella storia
Alberi & dintorni. La storia dell’agrifoglio, la sua bevanda il Mate.
Ornare la casa con ramoscelli di agrifoglio, è una tra le principali tradizioni natalizie che si ricordano nei tempi. Un tempo si credeva che le foglie così pungenti avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni. Fa sempre piacere in casa tenere un ramo di agrifoglio. E’ una pianta sempreverde, augura una vita perenne e le sue bacche rosse, stanno a significare un senso di gioia e calore. Per questo l’agrifoglio ben si sposa con la nascita di Gesù ed il Natale. L’agrifoglio quindi ha una sua storia. I Romani per esempio, usavano regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio.
Quando ci fu l’invasione della Britannia, accolsero il fatto con grande stupore, nell’apprendere che l’agrifoglio era considerato una pianta sacra. I sacerdoti Druidi, credevano che la pianta proteggesse dai disagi dell’inverno, e che se si scagliava un grosso ramo della pianta contro una belva nell’intento di attaccare l’uomo, questa divenisse mansueta. Quando Cristoforo Colombo andò alla scoperta dell’America, vede che gli indiani durante le battaglie la portavano come distintivo di coraggio, e davanti alle loro capanne ne piantavano arbusti per allontanare gli spiriti maligni. Le bacche rosse inoltre, sono il cibo preferito dei pettirossi.
La leggenda dice che il pettirosso, beccò le spine della corona di Gesù sulla croce. Cercò così di alleviarne le sofferenze ed in cambio, ebbe per questo il petto piumato rosso, dal colore del sangue divino.
In tempi moderni attuali, il Mate la bevanda più diffusa dell’America meridionale, viene preparata con foglie di agrifoglio. Ha grandi proprietà stimolanti, contenendo una quantità elevata di caffeina, molto superiore a quella del caffè. Si beve anche tra i giovani per socializzare non ricorrendo a droghe, ma solo ed esclusivamente come utilizzo di bevanda erboristica e naturale.
Seguendo lo stesso procedimento del tè, la yerba Mate viene essiccata, tagliata e sminuzzata. Per tradizione questa infusione si beve calda ed in compagnia.
Rita De Angelis
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