E' indetto uno sciopero generale per il 22 settembre 2025, in sostegno alla Global Sumud Flotilla, contro il genocidio in Palestina, l’economia di guerra e il governo Meloni complice dei sionisti.
Nei giorni scorsi decine di imbarcazioni sono salpate da diversi porti europei e nordafricani con l’obiettivo di raggiungere Gaza e così violare l’isolamento via mare che lo Stato sionista d’Israele impone contro la popolazione di Gaza dal 2007 e che ha intensificato a partire da ottobre 2023. È l’operazione Global Sumud Flotilla (GSF), che prosegue e sviluppa in grande stile gli analoghi tentativi compiuti nel passato: dalla prima Freedom Flotilla del 2008, a cui lo Stato sionista reagì facendo strage del suo equipaggio, fino alle operazioni condotte dalle navi Madleen e Handala nel corso di quest’estate, entrambe terminate con l’arresto e la cacciata dei membri degli equipaggi.
Con i droni incendiari che nei giorni scorsi hanno colpito le due navi principali della GSF mentre contemporaneamente l’aviazione sionista bombardava un palazzo a Doha (Qatar) per decapitare Hamas e Sana’a (Yemen), i sionisti hanno dato l’ennesima dimostrazione del fatto che per loro quello che pur chiamano “diritto internazionale” è carta straccia e dell’impunità di cui godono, resa possibile dall’appoggio della Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti USA e UE, di cui lo Stato sionista d’Israele è un addentellato fondamentale tramite gli agenti e gruppi dell’Entità sionista operanti in tutti i paesi imperialisti tra cui l’Italia. La sua linea di condotta verso la GSF è chiara: tentare con attacchi preventivi di far desistere l’equipaggio, altrimenti passare alla repressione aperta.
Quindi è un’operazione inutile? Al contrario, è molto importante perché avrà enormi effetti pratici nei paesi imperialisti, dal cui appoggio dipende la sopravvivenza dello Stato sionista d’Israele e in quei paesi che sono manipolati o in cui oggi è ancora potente l’Entità sionista.
(nuovo)Partito comunista italiano - delegazione.npci@riseup.net
Integrazione:
Di fronte al genocidio attuato da Israele, gli stessi ambienti internazionali che da sempre sono solidali col regime coloniale sionista hanno avvertito la necessità di dissociarsi formalmente da Netanyahu. Ma il dramma palestinese non ha avuto inizio coi crimini commessi dal governo di quest’ultimo; Netanyahu rappresenta soltanto l’ultima fase di un progetto di estirpazione etnica che, concepito ben prima della nascita dell’entità sionista, è stato attuato sistematicamente da tutti i governi dell’unica democrazia del Vicino Oriente.
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