Un documentario anonimo (*), ma chiaramente di produzione egiziana, circolato recentemente su Youtube, riapre la discussione sulla tragica vicenda dell’assassinio di Giulio Regeni. Certo, sarebbe stato meglio che le autorità egiziane non avessero fatto circolare il documentario di 50 minuti (in parte costituito da una ricostruzione tipo fiction) in forma anonima; tuttavia il documentario solleva una serie di dubbi e questioni già in parte affrontati in vari interventi e dibattiti sull’argomento. Il documento comprende anche una serie di interviste ad esponenti italiani, anche di diversa impostazione politica, come il giornalista Fulvio Grimaldi ed il generale Leonardo Tricarico, che sollevano una serie di domande cui non è stata ancora data risposta.
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mercoledì 5 maggio 2021
L'altro "Regeni", secondo la narrazione egiziana...
Forse la domanda chiave in questa dolorosa vicenda è quale fosse esattamente il mandato dato a Regeni dall’Università inglese di Cambridge, ed in particolare dal suo “tutor”, la professoressa di origine egiziana Maha Abdel-Rachman, notoriamente legata ai Fratelli Musulmani egiziani, principali oppositori del governo laico di Al Sissi, e tradizionalmente in ottimi rapporti con in servizi segreti britannici. Molte domande sorgono anche se si esaminano le passate attività di Regeni, che fin da giovanissimo si recò negli Stati Uniti per ragioni di istruzione, frequentando numerosi corsi di formazione, salvo poi a passare stabilmente in Inghilterra dove collaborò con l’Università di Cambridge, specializzata nel formare funzionari del Governo Britannico (ivi compresi i dirigenti dei servizi segreti).
Uno dei più significativi episodi del periodo inglese fu la collaborazione di Regeni con la società Oxford Analytica, i cui principali dirigenti erano: il noto agente della Sicurezza statunitense John Negroponte, già organizzatore degli squadroni della morte che sterminarono gli esponenti della sinistra in America Centrale; il noto dirigente del servizio segreto britannico MI6 Colin McColl; ed inoltre l’ex spione statunitense David Young già capo della squadra incaricata da Nixon di spiare il Partito Democratico (episodio noto come “scandalo Watergate” che provocò le dimissioni di Nixon).
Le attività di questa società, che ufficialmente raccoglieva dati per fare analisi internazionali, si possono facilmente intuire. Sono noti alcuni lunghi viaggi di Regeni prima di approdare in Egitto, non certo turistici e fatti per ragioni poco chiare in Thailandia, Turchia ed Israele.
In Egitto Regeni prese contatto con il responsabile del sindacato degli ambulanti Mohamed Abdullah e con vari ambulanti in quel momento in freddo con il governo che li aveva allontanati dal centro del Cairo, e quindi potenziali oppositori e organizzatori di disordini nell’anniversario della precedente rivoluzione (il 25 gennaio). Il ragazzo ignorava che invece l’esponente sindacale lo aveva denunciato alla polizia ed ingenuamente accettò di aderire ad un colloquio in cui Abdullah registrò la conversazione con una mini-telecamera nascosta. Nel colloquio registrato, diffuso anche in Italia, Regeni incautamente faceva balenare anche la possibilità di finanziare con 10.000 dollari un fantomatico “progetto” i cui contenuti non sono mai stati chiariti.
Dopo 8 giorni dal giorno della sparizione del ragazzo, il suo corpo martoriato, con evidenti segni di durissime torture, fu ritrovato ben in evidenza in un luogo pubblico non lontano da una sede dei servizi di sicurezza egiziani. In quello stesso giorno sarebbe dovuto svolgersi al Cairo un incontro ad altissimo livello tra una delegazione italiana guidata dalla ministra Federica Guidi ed il governo egiziano. Uno dei principali argomenti era un accordo tra l’ENI e le compagnie egiziane per lo sfruttamento del più grande giacimento di gas naturale del Mediterraneo recentemente scoperto presso la costa egiziana. Questa coincidenza appare estremamente sospetta, tanto da far supporre (da parte del noto giornalista Grimaldi, ma anche da parte del generale Tricarico e dell’altro generale italiano Mario Mori) che sia intervenuta tra Italia ed Egitto una “terza mano” interessata a far fallire l’accordo Italia-Egitto a favore di altri stati stranieri. Mori accusa esplicitamente i servizi segreti inglesi di aver mandato a morire il povero Regeni (si può pensare per favorire un eventuale accordo per il gas gestito del Regno Unito). Altri hanno avanzato l’ipotesi di un’implicazione anche dei servizi francesi. E’ certamente fondata l’ipotesi che servizi segreti di un terzo soggetto statale abbiano tradito e sacrificato Regeni per creare l’incidente utile ai propri fini, magari con la partecipazione di settori deviati dei servizi egiziani, che avrebbero agito per conto loro. Certo è che il governo egiziano, pur se non composto da stinchi di santo, non aveva alcun interesse a far ritrovare un cadavere (facilmente occultabile ed eliminabile) in un luogo pubblico proprio nei pressi di una sede dei propri servizi di sicurezza e proprio nel giorno dell’importante trattativa con l’Itala, che poi è stata annullata.
Si può pensare che Giulio Regeni, ragazzo probabilmente idealista che magari pensava ingenuamente di stare svolgendo un nobile lavoro di organizzazione di un qualche tipo di rivoluzione democratica, sia rimasto vittima sacrificale di un gioco molto più grande di lui.
Le successive indagini espletate dagli inquirenti italiani hanno subito puntato contro l’Egitto accusato di non collaborare a sufficienza. Nel documentario egiziano queste accuse sono rivoltate contro l’Italia. Si sostiene con qualche ragione che, mentre la maggior parte delle richieste degli inquirenti italiani sono state soddisfatte, molte richieste fatte dagli inquirenti egiziani non sono state soddisfatte. La più importante riguarda la richiesta di acquisire il computer portatile di Regeni che fu prelevato dalla camera del ragazzo dalla famiglia recatasi al Cairo, portato in Italia, e mai restituito agli inquirenti egiziani per poterne esaminare il contenuto. Ricordiamo inoltre che l’Università di Cambridge, la professoressa Abdel-Rachman e le autorità britanniche si sono sempre rifiutate di fornire informazioni dettagliate sul reale incarico affidato a Regeni.
Anche il processo nei confronti di quattro funzionari egiziani organizzato in Italia e rimandato al 25 maggio prossimo appare più che altro propagandistico e non basato su prove certe. Basti dire che una delle principali testimonianze sarebbe quella di un anonimo testimone kenyota che avrebbe sentito per caso alcuni poliziotti egiziani presenti a Nairobi (ma che c’erano andati a fare?) parlare di Regeni senza sapere di essere ascoltati. Probabilmente sulla tragica vicenda di Giulio Regeni non sapremo mai la completa verità.
Vincenzo Brandi
(*) Video-inchiesta su Regeni censurato - Scrive V.M.: "Il video egiziano su Regeni con sottotitoli in italiano è stato cancellato da youtube - Qui si trova ancora ma in arabo
https://m.facebook.com/hendawyofficial/videos/299705088427809/?__cft__%5B0%5D=AZXN3Sek_CakXV2WVDtyypCsxjeR6Z_wr4hrIvXJik8uG_Uf3v4hsccq1kvQuel2yFJBh7US7xqgVLkEVtgQuTrMEi81U3KEdZGMS8baEzZOMU_ZpZ7ARf0599c9HnR5iM18aGPGrDOk4rfdPgWnTn_cQ2Ae - Il documentario che monitora le scene della scomparsa del ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo. Dettagli condivisi con il pubblico per la prima volta! Chi ha mandato il giovane italiano al Cairo? Qual'era la natura della sua ricerca? E chi ha incontrato? Testimoni egiziani e funzionari italiani spiegano per la prima volta le dimensioni dell'uccisione di Regeni... e le lacune del crimine" - (Tratto da Il Giornaletto di Saul del 30 aprile 2021)
Commento di Fulvio Grimaldi: ""Enzo, hai ripreso il tema da me già trattato sul giovanotto tirato su dalle scuole del socio CIA Kurt Hahn, ed hai fatto benissimo. Più se ne parla meglio sta la verità e peggio stanno Enrico Mentana e soci. Non per nulla hanno subito fatto sparire l’ottimo documentario egiziano che non infangava nessuno, ma elencava solo fatti, misfatti e logiche inconfutabili. Peccato che dal video con Regeni che cercava di convincere il sindacalista Abdallah a fornirgli un progetto per la destabilizzazione del governo, avessero tolto la frase in cui Regeni offriva 10.000 dollari da parte della fondazione da lui rappresentata. Sarebbe stata ancora più chiarificatrice per i tuoi interlocutori..."
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