domenica 15 marzo 2020

USA versus Cina - "Chi la fa l'aspetti..."



Indipendentemente dal fatto che il virus Covid-19 sia un’arma biologica creata dagli Stati Uniti (come ipotizzano analisti credibili), Washington ha fatto tutto il possibile per armare il virus contro la Cina. L’amministrazione Trump ha affermato di vedere il virus come modo per mantenere i posti di lavoro fuori dalla Cina, dimostrando come Washington sperava che il virus impedisse alla Cina il cammino verso l'egemonia economica mondiale. La demagogia dei media occidentali sul governo cinese che presumibilmente non sapesse gestire la crisi riflette le dichiarazioni malvagie di neocon come il senatore Tom Cotton, che promosse l’idea che il governo cinese abbia creato il virus.
L’obiettivo di tali imperialisti è indebolire la posizione della Cina sulla scena mondiale mentre si ribellavano i cinesi contro il Partito Comunista, sperando sull’effetto di un vantaggio per le società e il potere globale degli Stati Uniti. Ma i risultati sono stati opposti. 
La Cina ha combattuto il virus molto meglio di quanto gli Stati Uniti potranno fare se diventasse altrettanto grave in America. La Cina ha costruito due ospedali in una settimana e il modello del successo cinese dell’assistenza sanitaria pubblica ha ovviamente reso predefinita per i cinesi la possibilità di ricevere cure. Il virus ora declina decisamente in Cina, nonostante l’assurdo tentativo dei media nordamericani di presentare ciò come indicativo di qualcosa di sinistro. La speranza era che il percorso della Cina verso la ripresa dagli shock economici del virus fosse lungo e difficile, permettendo agli Stati Uniti di far deragliare l’ascesa della Cina. Ma l’economia socialista pianificata della Cina ha saputo assorbire eccezionalmente bene il crollo del 2008, quindi non sorprende che inizi a riprendersi. Molti altri Paesi hanno seguito l’esempio della Cina nel rispondere al virus, ma a differenza di essa, i Paesi capitalisti non sono destinati a gestire facilmente quarantene diffuse e cali di produttività. La recessione cinese sta già finendo, ma per la maggior parte degli altri posti la recessione economica è appena iniziata.
A causa della intrinseca vulnerabilità delle economie capitaliste alla recessione e dell’inadeguatezza dei sistemi sanitari nel mondo neoliberista, il virus ha causato caos economico mentre si diffonde. Australia e Sudafrica sembrano già in recessione,e quarantene e comportamenti dei consumatori in preda al panico continuano a far precipitare i mercati globali e la crescita economica di dodici anni degli USA si è fermata. 
Contrariamente a quanto il Partito comunista cinese ha saputo fare in risposta al danno economico causato dal virus, la Federal Reserve non sa arrestare la recessione e ha già fatto crollare i mercati semplicemente tagliando i tassi d’interesse. Solo in un impero capitalista in fase avanzata di declino come il nostro, la leadership sarebbe così incapace di affrontare una crisi. Il presidente Trump ha costantemente cercato di minimizzare virus e tracollo finanziario, facendo dichiarazioni come “testiamo tutti quelli che dobbiamo testare, trovando pochissimi problemi” e “la borsa inizia a sembrarmi molto buona!” Ciò riflette il tentativo della sua amministrazione a gennaio di rappresentare il virus come un bene per il lavoro nordamericano; non volendo ammettere che si verifica una crisi, perché essa svela le profonde inadeguatezze del sistema sanitario neoliberista nordamericano e del sistema finanziario monopolistico. 
L’ideologia della classe dirigente capitalista viene visibilmente screditata. Ora che gravità del virus e recessione appaiono innegabili, Trump e gli altri membri della classe dirigente cercano un capro espiatorio e delle distrazioni. Questa settimana Trump accusava i media di “fake news” per la crescente serie di battute d’arresto sul mercato e i propagandisti imperialisti usano sempre più il virus come arma per demonizzare la Cina. Di recente, il noto agente della propaganda di guerra inglese The Guardian pubblicava un editoriale del demagogo anti-PCC Ai Weiwei, che scrisse che “la Cina è malata, ma va molto più in profondità del coronavirus” e che “Il sistema comunista, con il suo uno stretto controllo delle informazioni e la responsabilità degli ufficiali solo nei confronti dei superiori burocratici, non nei confronti delle persone, hanno minato la fiducia sociale per decenni”. La caratterizzazione della Cina da parte di Weiwei rivela il desiderio dei Paesi occidentali di proiettare le proprie crisi attuali su spauracchi come la RPC. Mentre la stragrande maggioranza dei cinesi sostiene il proprio governo coll’aumento negli ultimi decenni negli standard di vita del Paese, le potenze capitaliste occidentali subivano il crollo della fiducia pubblica sulle istituzioni in decenni di privatizzazione, austerità, calo dei salari e tassazione regressiva.
Con la recessione del Coronavirus, verrà messa a nudo la fondamentale ingiustizia del modo in cui gli USA funzionano. Il governo continuerà a trascurare poveri e classe operaia la cui mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria li rende più vulnerabili alle malattie. I ricchi saranno salvati dal danno finanziario come l’ultima volta. Senzatetto, disoccupazione, fame e debito insormontabile delle famiglie affliggeranno più persone non abbienti, mentre i servizi sociali saranno ulteriormente ridotti. Le contraddizioni del capitalismo diventeranno così pronunciate negli Stati Uniti che molti saranno disposti a scendere in piazza, come il popolo cileno nel pieno del crollo del proprio Paese nell’iper-disuguaglianza. 
Questa perdita di legittimità del modello di governo interno degli Stati Uniti (così come degli altri principali Paesi imperialisti) sarà correlata con l’accelerazione del declino dell’imperialismo USA/NATO. Quando si avrà il prossimo incidente economico, la Cina non salverà l’economia nordamericana come fece l’ultima volta. La mossa più pratica della Cina sarà allocare risorse per resistere ai peggiori effetti dello schianto, dandosi un grande nuovo vantaggio sugli Stati Uniti economicamente senza speranza. Ciò sposterà ulteriormente la leva economica globale a favore della Belt Road Initiative, il progetto cinese per la condivisione delle risorse con le nazioni che furono colonizzate e sfruttate dall’occidente. 
Più cambia l’equilibrio del potere e più la crisi economica mette in pericolo la stabilità del capitalismo nordamericano, più i centri del potere degli Stati Uniti guideranno la guerra per la sopravvivenza. La propaganda contro la Cina già s’intensifica, con entità per il cambio di regime come il Congresso mondiale uiguro che lavorano sempre più per manipolare l’opinione pubblica nordamericana nell’odiare la RPC. La classe politica e mediatica nordamericana ha recentemente diffamato il socialismo cubano, attaccato i politici di sinistra come agenti russi e rinnovato il McCarthyismo. Le grandi banche chiedono maggiore deregolamentazione in risposta alle crisi, mostrando disperazione nel mantenere il boom dei profitti delle imprese degli ultimi anni. Il conflitto di classe s’intensifica, sia come borghesia contro proletariato che come imperialismo contro antimperialismo. Possiamo vincere questo conflitto facendo avanzare gli ideali marxisti-leninisti che hanno reso la RPC così vincente.
Risultato immagini per Rainer Shea
Traduzione di Alessandro Lattanzio

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