Questo Blog è un contenitore di lettere, notizie, proposte, argomenti di ecologia sociale e bioregionale e di spiritualità laica.
venerdì 28 novembre 2014
Tanzania - Masai addio... arrivano gli emiri
Il governo della Tanzania ordina ai nobilissimi pastori
masai di lasciar libero entro la fine dell’anno attorno a Loliondo,
tra le montagne e le savane del parco nazionale del Serengheti, al
confine tra Kenia e Tanzania, a est del Lago Vittoria la cui fauna
ittica è stata già distrutta anni fa da una multinazionale che l’ha
trasformato in un vivaio di persici, specie dalla carne delicatissima
però vorace predatrice che ha distrutto l’ambiente. Ora, dai 40.000
agli 80.000 allevatori di bestiame bovino con le loro famiglie
sembrano costretti ad andarsene dalla loro terra per consentire al
governo di creare una riserva di caccia di 1500 chilometri quadrati
che servirà alle battute di caccia degli emiri del Golfo Persico e dei
loro amici ed ospiti. Ovviamente, i pastori-guerrieri sfrattati
riceveranno un compenso: meno di mezzo milione di euri, ovviamente non
cash bensì sotto forma di “progetto di sviluppo”. Il danno e la beffa.
Protagonisti di questo crimine sarebbero principalmente i gentiluomini
della Ortelo Business Corporation (OBC), collegata all’emiro del
Dubai, che organizza safari di lusso in un continente che muore di
fame, di sete, di AIDS e forse ormai anche di Ebola. Le terre masai
erano un oasi serena. Ovviamente, a molti masai è già stato proposto
un ingaggio come guardiani della nuova riserva; altri si guadagneranno
da vivere con i loro bei mantelli rossi e le loro elegantissime
zagaglie come attrazione per turisti e altri ancora, per campare,
continueranno a fare i bracconieri e i mercanti abusivi di zanne di
elefante. I masai erano già stati costretti a sloggiare dalle loro
sedi originarie nel 1959 dal governo britannico. Adesso, il nuovo
scempio si annuncia anche coperto dal pretesto della “conservazione
della natura”., Via le mucche da latte (e da sangue) dei masai,
benvenuto a nuove colonie di gazzelle per la delizia dei cacciatori di
lusso. Aggiungete quest’altra espressione al vocabolarietto dei
crimini chic: il land grabbing, cioè la sottrazione ai nativi di terra
da destinare alla speculazione estera. Cercate sul web Avaaz.org, per
informazioni e per eventuali firme di protesta. Per quello che serve…
Franco Cardini
Fonte: www.francocardini.net
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.