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venerdì 4 luglio 2014
So' Soros amari con la nuova Bretton Woods
Sembra sia possibile parlare di una nuova Bretton Woods, come di una
rianimazione del progetto presentato da John Keynes 70 anni fa,
progetto che però ha trovato poco consenso. Il sostenitore più noto e
più apertamente favorevole di questa Nuova Bretton Woods è il
finanziere-speculatore George Soros che, già a novembre del 2009, al
culmine della crisi inanziaria globale, annunciò che si stava
preparando una conferenza su una «nuova Bretton Woods», e nell'aprile
2011, Soros riuscì a organizzare questa conferenza.
I dettagli, su questa conferenza, sono pochi e scollegati tra loro. Si
sa che Soros spese 50 milioni di dollari per mettere insieme circa 200
accademici, uomini d'affari e leader di Stato nel New Hampshire, sotto
l'egida del suo Institute of New Economic Thinking (INET). Nella lista
degli invitati figurarono nomi ben noti come l'ex Presidente del Board
del Federal Reserve System Paul Volcker, l'ex PM britannico Gordon
Brown, il premio Nobel ed ex Vice Presidente della Banca Mondiale
Joseph Stiglitz, e - il famoso economista e Direttore del The Earth
Institute - Jeffrey Sachs. L'Evento di Soros - Bretton Woods restò
segreto come una riunione del Gruppo Bilderberg. Si sa, tuttavia, che
la manifestazione si svol sotto lo slogan dell' economia keynesiana.
Si sa che si discusse del ruolo particolarmente importante della Cina
come polo dell'economia e della politica mondiale, insieme alla
necessità di passare a una moneta sovranazionale, di istituire un
unico centro di emissione monetaria globale (Banca Centrale Mondiale),
e di ristrutturare il sistema finanziario globale.
E' noto che George Soros sia un pupillo dei Rothschild, il loro
portavoce. Attraverso le dichiarazioni pubbliche e le azioni di questo
speculatore finanziario, conosciuto per il suo scandalosamente
disinvolto comportamento, è possibile mettere insieme qualche idea dei
suoi capi. I Rothschild sono assolutamente cosmopoliti, non sono
titolari di nessun tipo di identità nazionale, a differenza dei
Rockefeller che hanno bisogno dell'America, perché il complesso
monetario-militare-industriale che usano come cappello di protezione
si trova in America. Quindi l'idea che ha in mente Soros su come deve
essere concepita una moneta globale è qualcosa probabilmente molto
vicina ad una combinazione di oro e di moneta unica sovranazionale.
Soros ha dichiarato più volte di vedere la Cina come modello per un
nuovo ordine finanziario globale al posto degli Stati Uniti, che ha
definito come un onere per l'economia globale a causa della caduta del
dollaro, ed ha fatto presente la necessità che venga istituita una
nuova valuta globale sotto forma di diritti speciali di prelievo del
FMI. C'è qualcuno che ha considerato Soros come un sostenitore delle
idee di John Keynes, ma questo pensiero fuorviante deriva dal fatto
che Soros è un critico del mercato, in quanto crede che il mercato
stesso non disponza di nessun meccanismo di auto-regolazione
spontaneo.
In verità, Soros è contro lo Stato e contro le regolamentazioni
statali, è uno che sostiene che siano le grandi aziende e le banche a
dover regolare l'economia e che queste regolamentazioni possono anche
essere integrate da regolamenti emessi da organismi sovranazionali.
L'istituzione della Unione Europea, che Soros ha contribuito a creare,
può servire come esempio di quel tipo di organismi pensati da Soros. A
Soros non piacciono né la Banca Centrale Europea, nè la Commissione
Europea né gli altri organismi di integrazione europea perché tendono
a creare un qualche tipo di efficienza economica e a migliorare la
vita delle persone; ma Soros ama questi organismi perché stanno
portando alla morte quelle nazioni gestite con un sistema statale, e
perché in questo modo si stanno liberando spazi che potranno occupare
i monopoli e le banche.
George Soros non fa mistero del fatto che non gli piace l'America. Non
perché gli USA paghino per guerre che stanno distruggendo tutto il
mondo, o per l' enorme polarizzazione sociale del paese, o perché
nelle sue prigioni ci siano più di due milioni di persone, mentre
altri quattro o cinque milioni di americani, condannati a pene
detentive, non le stanno ancora scontando solo perché il paese non ha
abbastanza prigioni, o perché gli Stati Uniti abbiano organizzato una
sorveglianza a tutto campo di ogni conversazione telefonica in
America.
A Soros non piace l'America, perché conserva ancora troppi orpelli
statali. Questo è il motivo per cui Soros è stato uno dei principali
sponsor di Obama durante la campagna presidenziale pre-elettorale.
Questo spiega anche quelle decisioni e quegli atti che, a prima vista,
sembrano assolutamente comportamenti illogici per l' attuale occupante
della Casa Bianca, decisioni che stanno turbando i veri patrioti
americani...
Propriamente parlando, Soros è un sostenitore del capitalismo
finanziario, a cui attribuisce lo stesso significato di "Bancocrazia o
dittatura delle banche" con cui lo definì il socialista austriaco
Rudolf Hilferding, circa un secolo fa, un modello di società ricorda
molto da vicino i campi di concentramento.
Restando sempre sul tema di Soros, viene in mente un'altra figura dei
Rothschild - l'ex capo del FMI Dominique Strauss-Kahn. Anche a lui,
come a Soros, che non piace l'America, non gli piace il dollaro
americano e stava lavorando per limitare il ruolo dei biglietti verdi.
Tra le altre cose, è ben noto che poco prima dell'azione militare
contro la Libia, iniziata nel 2011, Strauss-Kahn si incontrò con il
leader libico Muammar Gheddafi e gli diede il suo sostegno all'idea di
introdurre una valuta regionale - il dinaro d'oro.
Questo, naturalmente, non piacque molto ai responsabili della
stamperia del Federal Reserve Sistem ed è stato questo il motivo per
le sue dimissioni dopo la scandalosa vicenda di Strauss-Kahn e, poco
dopo seguì l'aggressione della NATO contro la Libia.
Il nuovo ordine mondiale finanziario «in un più ampio contesto culturale»
Ai Rothschild non piacciono le monete nazionali, che vedono come
anacronismo del 20° secolo che interferisce con la creazione di un
governo mondiale. Per sbarazzarsi delle valute nazionali più
velocemente, gli Stati nazionali devono essere distrutti, e per
raggiungere questo obiettivo, per quanto possibile, ogni fondamento
culturale e morale della società deve essere compromesso .
Basta guardare Soros per comprendere quanto sia evidente che il
miliardario stia promuovendo la degenerazione culturale dell'umanità,
sostenendo i diritti delle «minoranze oppresse» dell'aborto,
dell'ateismo, della legalizzazione delle droghe, dell'illuminazione
sessuale, dell'eutanasia, del femminismo, dei matrimoni dello stesso
sesso e così via. E' a favore della globalizzazione in tutte le sue
manifestazioni, dell'immigrazione di massa e del controllo delle
nascite.
Promuove queste idee in tutto il mondo attraverso il suo Open Society
Institute, che ha filiali in 60 paesi (la spesa complessiva per le
attività dell'istituto è quasi 600 milioni di dollari l'anno). Ci sono
molti ex uomini della politica, della finanza e dei media che aiutano
Soros nella sua opera di propaganda, tra cui l'ex presidente della
Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), Jacques
Attali. La sorprendente somiglianza tra le filosofie di Soros e di
Attali è sconvolgente.
Entrambi nel loro intimo sono cosmopoliti, entrambi hanno riposto
tutta la loro energia per attribuire un ruolo organizzativo alle
banche, entrambi hanno attaccato ferocemente quanto è rimasto della
cultura e della religione, entrambi parlano della necessità di una
Banca Centrale Globale, di un esercito globale e così via. Sembra come
se entrambi avessero da un lato lo stesso capo e dall'altro gli stessi
clienti.
Non so se le conversazioni che hanno avuto luogo presso l'hotel Mount
Washington ad aprile 2011 siano andate al di là della solita agenda
dei forum finanziari globali, ma non c'è dubbio che le "larghe vedute"
di Soros erano tutte concentrate nel distruggere le fondamenta della
società tradizionale. Il suo pensiero appare in un pezzo - pubblicato
sei mesi prima della conferenza di New Bretton Woods - in cui Soros
scrisse: «La riorganizzazione dell'ordine mondiale dovrà estendersi
oltre il sistema finanziario.»
Il miliardario sta esprimendo la visione del mondo dei suoi capi per i
quali denaro, finanza, tassi di cambio , prezzo dell'oro, titoli,
crediti, derivati, scambi e altri ammennicoli del sistema finanziario
moderno, sono solo il mezzo, non il punto di arrivo. L'obiettivo è un
potere mondiale.
Valentin Katasonov
Fonte: http://m.strategic-culture.org
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