Il castello del mago - Dipino di Franco Farina
Quattro osservazioni in margine alla (bella) intervista di Federico Dal Cortivo a Claudio Mutti (cfr. http://europeanphoenix.net/it/component/content/article/18-interviste/316-crisi-siriana-e-ruolo-geopolitico-della-russia-di-putin-intervista-al-prof-mutti-direttore-di-qeurasiaq).
> L'aggressione contro la Siria si configura dunque, simultaneamente, come la prima guerra della "geopolitica del gas", come un attacco inteso a spezzare l'"Asse della Resistenza" e come un tentativo di espellere la Russia dal Mediterraneo. In Siria si decide dove dovranno passare le nuove frontiere che separano i blocchi geopolitici contrapposti: la NATO e l'Organizzazione di Sciangai. Le altre motivazioni che vengono addotte sono pretestuose, demagogiche o prive di senso; lo scontro che ha luogo in Siria infatti non è né per i "diritti umani" né contro uno "Stato laico" (la Costituzione siriana stabilisce infatti che la fonte principale della legislazione è il diritto islamico e che il presidente deve essere di religione musulmana).
* L'affermazione conclusiva mi pare destituita di fondamento. E' certo al contrario che lo scontro in corso avviene, anche, tra forze che sono per una visione e una pratica laica (di separazione fra cosa pubblica e sfera religiosa o pretesa tale) della Repubblica Araba di Siria, visione e pratica PREFERITE dalla maggioranza, pur sunnita, del popolo siriano, e altre, minoritarie, che parteggiano per la teocrazia e l'Islam più retrivo e oscurantista. Non si dimentichi che proprio in seguito a una laicissima (e giustissima) proposta di legge per impedire che il Presidente del Paese dovesse necessariamente essere musulmano fatta dal padre di Bashar scoppiò l'insurrezione di Hama, finanziata e manovrata, allora come oggi, dai delinquenti sauditi al servizio dell'Anglogiudamerica (cfr. http://andreacarancini.blogspot.it/2012/05/joe-fallisi-tutte-le-donne-sono-regine.html).
> Il 9 maggio scorso, celebrando la vittoria dell’URSS nel secondo conflitto mondiale, il presidente ha sottolineato la necessità per la Russia di essere pronta a un nuovo sacrificio, per garantire la sovranità del Paese. Nei giorni successivi alla sua investitura, Putin si è occupato delle forze armate, dell’industria militare russa e del sistema di alleanze militari. Ha continuato questa mobilitazione con la scelta di fare della Siria la linea rossa da non oltrepassare. Per quanto riguarda in particolare lo scacchiere mediterraneo, egli ha fatto ricorso ad un parallelo storico piuttosto eloquente, paragonando l’invasione occidentale della Libia all’annessione tedesca del Sudetenland e un’eventuale attacco alla Siria all’attacco tedesco contro la Polonia.
* Il paragone politically correct di Putin (che avrebbe semmai dovuto fare AUTOCRITICA relativamente all'errore esiziale e in malafede commesso contro la Giamahiria - i Russi sapevano perfettamente come fossero FALSE le accuse dell'Occidente) potrà forse far gongolare i giudeobolscevicostalinisti e, più in generale, coloro che si considerano eredi dei vincitori "democratici" del secondo macello mondiale. Ma è insieme conformista e farlocco. Le cose, nei Sudeti e in Polonia, non andarono affatto come vulgata comanda. Consiglio la lettura dell'esauriente studio in merito di Gianantonio Valli (cfr. http://olo-truffa.myblog.it/archive/2011/02/05/gianantonio-valli-22-giugno-1941-operazione-barbarossa.html)
> In particolare, il modello di ortodossia islamica rappresentato dall'Iran può contrastare la diffusione di quei movimenti settari (wahhabiti, salafiti ecc.) che l'Imam Khomeini accomunava sotto la definizione di "Islam made in USA".
* Nessun dubbio che "quei movimenti settari" traggano linfa (oltreché dai pedopetrolmonarchi del Golfo) dalla Cia-Mi6-Mossad, ma...
1) l'ascesa stessa al potere del sig. Khomeini in Iran, nonché la politica interna e internazionale della "Repubblica Islamica" impiantatasi sulla giugulare di quel Paese si dovrebbe avere il coraggio di vederla con occhio critico e smagato - con amore della verità, non del proprio "credo" (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/94898).
2) dire che si tratterebbe, in Persia, di "ortodossia islamica" è assurdo, essendo notoriamente lo sciismo un ramo (molto) minoritario dell'Islam.
> Nell’articolo dedicato alla sua futura politica estera e pubblicato all’inizio di quest’anno su “Moskovskie Novosti”, Vladimir Putin si è espresso nei termini seguenti: "Per quanto riguarda il conflitto arabo-israeliano, una 'ricetta magica' in grado di risolvere la situazione non è ancora stata trovata. Non bisogna in nessun caso rinunciare. Data la vicinanza delle nostre relazioni con il governo israeliano e i dirigenti palestinesi, la diplomazia russa continuerà a contribuire attivamente al restauro del processo di pace bilaterale e nell’ambito del Quartetto per il Medio Oriente, coordinando le sue azioni con la Lega Araba".
* Pessima dichiarazione. E, in ogni caso, dall'effetto sinora nullo riguardo anche solo a un eventuale minimo alleviamento del martirio palestinese.
Joe Fallisi
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