Pozze del Bullicame fredde e deserte dopo il furto di acqua calda
Ante Scriptum
Anch'io bagnai i miei piedi stanchi nella pozza calda calda del Bullicame di Viterbo, su consiglio dell'amico Peter Boom, e ne trassi grande giovamento ad un dolore reumatico che affligge un mio ditino. Inoltre le sostanze benefiche contenute nelle acque sorgive del Bullicame sono un'ottima cura epidermica, a buon mercato, l'unica spesa essendo quella del trasporto in loco, e a disposizione di chiunque...
Ora apprendo che questo bagno pubblico termale è messo a grave rischio di esistenza, malgrado i millennni di storia che si porta appresso, a causa della miopia politica di alcuni amministratori viterbesi... Ahi de mi! Perchè certa gente non se ne torna da dove è venuta, ovvero sui boschi impervi dei monti Cimini? Lì troveranno l'ambiente adatto alla loro natura troglodita. Altro che politica, dovrebbero restarsene in solitudine in una caverna umida a meditare, che almeno poi -forse- saranno in grado di apprezzare il bene storico e terapeutico del Bullicame.
Paolo D'Arpini
Il Bullicame cerca politico lungimirante
Il Bullicame di Viterbo è un grande sconosciuto, a Viterbo. Noi dell’Associazione “Il Bullicame” lo sappiamo così bene che per poterlo fare conoscere di nuovo ai viterbesi e farlo soprattutto rispettare, nei primi mesi del 2010, abbiamo costituito l’Associazione omonima. E’ chiaro che non abbiamo alcun potere politico, possiamo però stimolare i politici a fare qualcosa che non si sarebbe mai fatta.
Adesso leggiamo, non senza un pizzico di divertimento, la gara tra i politici viterbesi e quelli di Civitavecchia per contendersi la costruzione di un centro termale, che oscuri tutti quelli che dovessero sorgere all’intorno. Apprendiamo anche con un certo senso di tenerezza le dichiarazioni di Sandro de Paolis del Comune di Civitavecchia, che già Garibaldi e prima di lui i legionari dell’antica Roma, scelsero quelle acque per curarsi, vantando per esse particolari proprietà. Ad onor del vero dobbiamo dire che in quel tempo non si disponeva delle analisi chimiche e fisiche delle acque termali.
Documenti che oggi però esistono e affermano che l’acqua del Bulllicame è una delle acque terapeutiche migliori in assoluto, nel panorama delle acque termali italiane.
Senza dimenticare che Dante Alighieri nel Canto XIV dell’Inferno non citò la “ficoncella”, bensì rese immortale il nostro Bullicame. E per informazione del Sig. de Paolis e del popolo amico di Civitavecchia, non possiamo tacere delle sontuose Termae Romane qui presenti, e dei tanti pazienti illustri che al Bullicame trovarono sollievo e benefici: un notevole numero di papi, Michelangelo Buonarroti, Michele de Montaigne e altri. Per non parlare poi dell’anno 1220 quando i viterbesi si comprarono Centumcellae (l’attuale Civitavecchia). L’atto fu stipulato nella Chiesa di S. Pietro per l’importo di 2500 libbre di denari senesi.
Dopo il necessario preambolo dobbiamo guardare un poco in casa nostra, con una buona lente di ingrandimento, e purtroppo scorgiamo tante magagne che non vorremmo vedere. Per esempio ci tornano alla mente tanti misfatti consumati in danno del Bullicame. Tutto inizia con la firma della concessione a favore delle Terme dei Papi. Concessione che il sindaco Giancarlo Gabbianelli in una sua lettera ebbe modo di definire “mai tanto vituperata”. Poi c’è la chiusura dello Stabilimento Terme dei Lavoratori (1993), e la concomitante riperforazione del “pozzetto” da parte delle Terme dei Papi, effettuata senza alcuna autorizzazione regionale. In questo momento sembra quasi che a Viterbo scatti un passa parola recepito da tutte le nostre istituzioni: “Oscurare il Bullicame”.
Infatti, dopo quella riperforazione inizia il calvario del nostro monumento naturale più bello. Nel particolare la “Callara”, sempre piena e rigogliosa di acqua, si svuota quasi completamente e appare quasi collassata. I reali motivi della penuria di acqua, non saranno mai resi di pubblico dominio. Si saprà solo che al Bullicame, improvvisamente e “misteriosamente”, non c’è più acqua. La prima conseguenza che pagherà tutta la cittadinanza dei viterbesi è che le pozze intorno alla “callara” non riceveranno più acqua per tanti anni, e i pozzaroli che le frequentavano, saranno costretti a rinunciare a lungo ai bagni terapeutici. Poi c’è un altro fatterello che va segnalato sempre relativo al Bullicame. Nel 2005 il Comune paga l’avvocato Angeloni per un intervento che doveva essere contro l’uso geotermico fatto dalle Terme dei Papi e invece, inspiegabilmente è a favore. In quel periodo era sindaco Giancarlo Gabbianelli e assessore al Termalismo Fosca Mauri Tasciotti.
Per concludere noi dell’Associazione “Il Bullicame” siamo in attesa che tra i nostri politici esca finalmente qualcuno che prenda a cuore non il cemento ma il “tesoro” rappresentato dall’acqua termale del bacino del Bullicame, e sviluppi un termalismo che ci appartiene di diritto, più dell’aeroporto e più del cemento a Monte Pizzo. Per ora malgrado i nostri sforzi, non si vede nessuno, neanche all’orizzonte.
Giovanni Faperdue
Presidente Associazione “Il Bullicame”
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