“Muoia Sansone con tutti i filistei…” (Saul Arpino)
Di professione faccio il “pensionato” ho quindi parecchio tempo a disposizione per occuparmi degli argomenti che più mi stanno a cuore: la spiritualità laica, l’ecologia profonda e pure l’economia, due termini con il medesimo prefisso (“eco” = ambiente). La prima si interessa allo studio dell’habitat e la seconda all’ordinamento dello stesso.
Inizio a parlare del primo aspetto, quello ecologico, che conosco per esperienza diretta essendo vissuto per lunghissimi anni in un contesto semi-naturale, a contatto diretto con la natura e con gli animali.
E proprio osservando gli animali ho potuto constatare come spontaneamente essi soddisfano le loro esigenze primarie, come mangiano, come organizzano le loro comunità, come risparmiano sapientemente le risorse disponibili, in sintesi come essi siano in grado di sopravvivere mantenendo integra la capacità rigeneratrice delle risorse necessarie alla vita, in modo che possano fornire alimento per se stessi e per la loro progenie. Ed ho visto come negli animali tutta la loro espansione o regressione viene regolata in funzione di ciò.
Ricordo le osservazioni compiute nei confronti di varie specie, sia addomesticate che selvatiche.. e dove non sono potuto arrivare con la conoscenza diretta mi sono avvalso di ricerche di bravi etologi e naturalisti. Ho notato in tal modo che esiste un sistema integrato di relazioni nel vivente, vi sono interconnessioni a tutti i livelli, dall’inorganico all’organico. I rapporti fra le varie specie sono sempre in armonia, seguendo una complessa catena alimentare, tali rapporti sono utili al mantenimento dell’habitat e della sua vivibilità. Certo, la preservazione della vivibilità richiede di tanto in tanto un aggiustamento, in modo tale che l’ambiente e le diverse specie possano sostenersi vicendevolmente senza ledere al tessuto generale della vita.
La situazione nella società umana è diversa, almeno per quel che riguarda il suo ordinamento. E qui inizio a parlare di economia. Poiché l’astrazione dal contesto vitale e soprattutto per le differenti considerazioni sull’uso e sulla conservazione delle risorse. L’approccio umano al mantenimento della vita è secondario al meccanismo economico. Questo è iniziato sin dalla fine del neolitico, con l’affermarsi dell’agricoltura, dell’artigianato e di tutte le arti e scienze tecnologiche.. ma la spinta maggiore verso l’astrazione è subentrata con l’industrializzazione massiccia degli ultimi secoli e -recentemente. con il ”consumismo”.
In seguito a ciò l’economia è divenuta sempre più funzionale all’asservimento (in primis) dell’uomo al sistema e conseguentemente anche delle altre specie e delle altre forme di vita. Questo approccio è stato incrementato anche dalla “necessità” di promuovere una società in cui economia e crescita divenissero sinonimi. La spinta in avanti, il fertilizzante “chimico” per continuare a crescere è sostanzialmente la spinta a soddisfare esigenze prevedibili ed imprevedibili future, attraverso una produzione di beni innecessari e l’accumulo degli stessi, nonché attraverso una ragione emozionale tesa a soddisfare tali esigenze di “accrescimento” con foga e tensione.
Da qui l’immagine della costrizione psicologica a produrre e guadagnare, non per le esigenze reali ma per “pagare” (figurativamente) un debito. Infatti quando si sente di dover pagare un debito la mente è protesa in avanti e spinge ad operare “forsennatamente”. Forse è per questa ragione che nell’economia è nata la tendenza alla rateizzazione, alla formazione di debiti ed alla proiezione verso un ipotetico benessere “futuro” dimenticando però il presente.
Ciò avviene “all’esterno” con la continua costruzione di nuovi inutili aggeggi, di case in sovrappiù, di trasformazione degli elementi e consumo forsennato di prodotti usa e getta, coinvolgendo in questo processo ogni altra specie e risorsa. Ed “all’interno” con l’alienazione ulteriore dell’uomo dall’insieme ed una strutturazione vieppiù “regolata” e contorta della società, con sempre nuove leggi, norme di comportamento, manipolazione e repressione degli stimoli naturali, organizzazione del lavoro in senso utilitaristico, etc. Tutto questo sistema organizzativo sociale ha trovato un codice ed una attuazione ottimale per mezzo del sistema economico definito “moneta debito”.
Mentre sino a due secoli fa’ si manteneva in piedi l’economia per mezzo di una “moneta” di valore riconosciuto e garantito dalla solvibilità e traducibilità della stessa, in forma convenzionale di oro e argento, od in beni reali. Oggi siamo passati al sistema di una “carta moneta” dal valore nominale emessa non più dagli stati ma da banche private. Tale “carta moneta” viene prestata (da qui moneta debito) allo Stato e viene ripagata in forma di Debito Pubblico.
A questo punto avrete compreso che quando tale sistema economico e monetario viene accettato dall’intera comunità umana comporta che coloro che sono in grado di controllarlo e gestirlo in realtà controllano e gestiscono il potere sul mondo.
Ed quel che sta avvenendo a partire dalla fine del secolo scorso. Il giro di boa è stato prima gli accordi di Bretton Wood e poi l’inconvertibilità delle banconote in oro.
In tal modo le banche, cosiddette nazionali, possono stampare “carta moneta” senza copertura alcuna ed allo stesso tempo ricattando gli stati con un debito posto sul loro groppone. I grandi gruppi finanziari, le grandi banche, le multinazionali, detengono oggi la quasi totalità della ricchezza mondiale mentre le nazioni, democratiche e non, sono libere solo apparentemente…
Siamo tutti “in ostaggio” di un potere economico che non teme rivali.. e pertanto i cittadini, gli esseri umani nella loro globalità, sono esattamente come i polli in batteria.. vengono nutriti quel che serve per produrre uova, nelle loro gabbiette (a norma di legge) per essere poi gettati negli inceneritori una volta ottemperata e conclusa la loro funzione. E’ evidente che in questo modo, anche le persone più “abbienti”, e qui penso anche a Silvio Berlusconi, sono come polli leggermente più fortunati degli altri, che possono disporre di una gabbia più ampia e di cibo più abbondante.. ma nulla di più.. Per loro non c’è libertà né felicità né naturalezza di comportamento.
Ed andiamo avanti con le dolenti note…
Già da alcuni anni mi sto occupando dei temi predetti e di come poter risolvere il problema di questa nostra società. Per quel che riguarda l’aspetto ambientale e spirituale -come sopra detto- mi sono indirizzato verso l’ecologia profonda e la spiritualità laica e per quanto riguarda l’aspetto sociale ed “economico” ho partecipato a gruppi di sperimentazione e discussione su possibili metodi alternativi al lavoro industriale stile lager ed alla “moneta debito”.
Così io stesso ho tentato in vari modi cambiare il sistema, partendo da me stesso, ed ho pubblicato diversi articoli sulle mie esperienze.
Recentemente, avendo letto un articolo in cui si denuncia la responsabilità, da parte dello stato, della cessione del signoraggio monetario alle banche private (pubblicato qui: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/11/08/sovranita-monetaria-ceduta-alle-banche-e-truffa-del-debito-pubblico-svelate-con-parole-semplici/) ecco che (data la complessità dell’argomento) -nel tentativo di comprendere i meccanismi del funzionamento economico e soprattutto di come è avvenuto che le nazioni abbiano delegato le banche alla funzione primaria di battere moneta, conseguentemente amplificando la formazione del Debito Pubblico- una persona semplice una sera mi scrisse:
“Caro Paolo D’Arpini… Ho iniziato a leggere l’articolo (summenzionato) ma mi sono fermata dopo poco, scusa, sarà semplice (che non è)… Comunque mi faccio delle domande semplici, queste si e te le faccio a te: va bene, il sistema monetario mondiale é assurdo, ingiusto e inevitabilmente porta ad un accumulo del debito da parte degli stati. Ma se questo sistema vige da (…. dal 1971? non ho capito bene questo), come mai che in questo periodo c’è questa crisi, pure questa mondiale ma che stringe al collo in particolare certi paesi più di altri? In cosa hanno “peccato” questi paesi? E’ perché in Italia, ad esempio, il bilancio fra gli introiti (tasse) e le spese (pubblico) è sempre in deficit e quindi per colmarlo il paese deve chiedere sempre più moneta a debito? Ma se in Europa abbiamo scelto di stare e di starci con la moneta unica, non era il caso di pareggiarsi in quanto alle spese ed alle entrate? In Germania si parla di abbassare le tasse, anche se l’economia tedesca pare sia in difficoltà. Il debito pubblico italiano aumenta sempre, è per questo che si parla sempre del PIL che deve aumentare? Perché così, con le tasse in più che si pagherebbero, si può cercare di coprire il debito?”
Queste sono le domande che la “massaia” -alias Caterina Regazzi- mi ha rivolto ed io ho passato la palla ai “tecnici” per avere risposte concrete su quello che è signoraggio bancario e sul come si forma il “Debito Pubblico”
Ed avendo letto le varie risposte (pubblicate qui: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/11/09/come-si-forma-il-debito-pubblico-risposta-non-ce-o-forse-chi-lo-sa-racchiusa-nel-vento-sara/)
Caterina ne ha ricavato questa sintesi:
Sulla base delle domande rivolte ho cercato di sottolineare i punti più chiari e più utili per capire un po’ di più la questione monetaria.
Un punto fondamentale è questo espresso da Giovanni Passali:
“Una vera moneta NON DEVE ESSERE SOLO DEBITO per due motivi fondamentali:
1. è immorale, è un furto nei confronti dell’intera popolazione
costretta ad utilizzare quella moneta dalle leggi sul corso forzoso
(in questo senso è corretto dire che il popolo viene ridotto in
schiavitù); di fatto, la moneta viene sottratta al popolo (allo
stato), e poi “rivenduta” allo stesso, creando un debito che non
dovrebbe esistere;
2. il sistema è inefficiente per definizione, da un punto di vista
matematico e finanziario; il sistema non è sostenibile: riesce ad
andare avanti solo per un certo tempo, gonfiando i debiti del sistema
fino a livelli insostenibili.
Pensare di pareggiare il debito (o soltanto contenerlo) aumentando il Pil è una balla colossale. Non esiste nella storia dell’economia un solo caso serio nel quale un paese abbia contenuto il debito, aumentando il Pil.
Per aumentare il Pil occorre aumentare non solo la produzione, ma anche la quantità di moneta in mano ai consumatori, necessaria per acquistare la maggiore produzione. Ma in un sistema in cui la moneta è solo moneta-debito, una maggiore quantità di moneta farà aumentare il debito del sistema stesso.
Così, il primo vagito di un aumento del Pil è un aumento del debito.
Al contrario di quanto viene detto da tutti i commentatori sui media.
Anche Casimiro Corsi dice: una nazione più produce beni e servizi e più si indebita questo perché ciò che rende possibile gli scambi fra i cittadini è lo strumento moneta la cui creazione è detenuta in regime di monopolio dalle banche, centrali e commerciali.
Invece Giuseppe Turrisi scrive: finché la produzione tirava (crescita- PIL) la macchina economica dello stato girava e si potevano parzialmente pagare gli interessi che la moneta debito faceva maturare, quando la crescita è scesa allo 0,5 il debito si è fatto più presente (1980 miliardi).
Ancora Turrisi: il fatto che alcuni stati piuttosto che altri sentano la crisi dipende da molti fattori tra cui: la quantità di azioni che si posseggono della BCE, Germania, Francia ed Inghilterra sono i maggiori azionisti, avendo più azioni hanno, più interessi e quindi più guadagni ossia più liquidità e potere di acquisto quindi possono comprarsi i titoli di stato dei paesi più deboli, poi ci sono le mosse speculative che sono un altro danno. Questi paesi (quelli più in crisi) hanno peccato nell’aver delegato alla classe politica ignorante venduta di aderire ai trattati Maastrich e Lisbona a cuor leggero senza il consulto popolare
(ma il consulto popolare a cosa avrebbe portato visto che il popolo italiano, invece di informarsi su queste cose, preferisce guardare il grande fratello?),
di contro il popolo è per natura deresponsabilizzato e non gli va di studiare e conoscere ma solo di guardare il grande fratello
(e quindi sarà meglio che chi cerca di capire, anche con tutte le difficoltà che comporta essere arrivate a 52 anni senza aver masticato niente di economia, finanza, ecc. possa accedere a delle facili informazioni o sul web o con corsi, conferenze, ecc. e non che venga zittito con un “basta che sappia che la moneta deve essere ben amministrata… anche io nel mio piccolo, devo amministrare la mia di moneta, non vorrei più dover andare in banca a dire: faccia lei perché io non ne capisco niente. Mi sono chiesta in questi giorni anche una cosa: come mai nei programmi scolastici, a parte quelli di ragioneria – e non so in che modo- non vengono trattati temi economici? Basterebbero un paio d’ore alla settimana, per tutto il corso delle superiori – qualsiasi ) forse, per essere un po’ più attrezzati…., ma evidentemente é meglio che restiamo ignoranti. I vostri articoli sono tutti molto interessanti e alcuni anche molto chiari e comprensibili, ma, come ha detto giustamente qualcuno, bisognerebbe partire dall’ABC e penso a tante persone del mio ceto e del mio livello scolastico (laurea anche se “solo” in veterinaria), che non sanno niente di queste cose, anche se non vedono il grande fratello. Ho fatto girare alcuni vostri articoli, che mi parevano interessanti ad un certo numero di amici…. sconsolatamente devo dire che non ho avuto neanche un cenno di risposta. Probabilmente questo senso di fretta, impegno continuo e costante e sfinimento generale che aleggiano, non lasciano la voglia e il tempo per informarsi, credendo che forse qualcuno (berlusconi? casini? di pietro? bersani? vendola? ci pensino e provvedano per tutto IL POPOLO? Ma dove? Altra considerazione: questo stato generalizzato di cui accennavo (chi é disoccupato é disoccupato, ma chi lavora lavora più del solito…. sarà anche questo un sistema per tenerci soggiogati? e pur di non perdere il posto… si sta zitti e muti. Insomma mi pare un circolo vizioso: aumenta il debito pubblico, lo stato chiede ai cittadini di fare sacrifici e cioè pagare più tasse, andare in pensione sempre più tardi, non vedersi aumentare lo stipendio, dover lavorare di più – nel pubblico i posti che si rendono vacanti raramente vengono ricoperti, aumento delle varie “gabelle” – accise sulla benzina, tariffe delle utenze, ecc.
La vera alternativa è la moneta di stato, come nel North Dakota: non a caso l’unico stato degli Usa che, senza particolari risorse naturali, non ha debiti.
Passali: ……Se anche, per ipotesi fantastica, tutto il denaro circolante fosse consegnato per pagare il debito, dal giorno dopo dovremmo tornare a indebitarci sulla moneta per far ripartire l’economia (l’alternativa è il baratto, vuol dire la distruzione dell’economia).
Ma appurata questa verità….. facciamo proprio questo: smettiamola con questa faccenda della moneta debito. Lo Stato si mette a stampare la moneta senza più contrarre debito (è questo che sta facendo l’Islanda?)
Le parti in parentesi ovviamente le ha scritte Caterina Regazzi.
Ed in aggiunta, oggi mi scrive Daniela Carcea:
Provo a rispondere alle domande…
Domanda – Ma se questo sistema vige da (…. dal 1971? non ho capito bene questo), come mai che in questo periodo c’è questa crisi, pure questa mondiale ma che stringe al collo in particolare certi paesi più di altri?
Risposta – Dal 1971 si dà il via alla stampa di moneta fiat, non coperta da nessun controvalore e di conseguenza aumenta a dismisura la possibilità per le banche private di fare prestiti in leva a causa della bassa riserva frazionaria, ho 100 in cassa e arrivo a prestare per 1.000, grazie all’accesso a bassi tassi alla liquidità fornito dalle Banche Centrali. Nel 2008 scoppia tutto perché il mondo è pieno di prodotti finanziari creati grazie a questo sistema. Vengono colpiti i Paesi europei perché Usa, Giappone e UK pur avendo organizzato anche loro il sistema con la Banca Centrale detentrice della sovranità monetaria, stampano continuamente moneta per comprare i titoli del debito invenduti alle aste primarie. Negli ultimi anni la Fed è arrivata a detenere quasi 3 miliardi di dollari di titoli a stelle e strisce, grazie anche alle operazioni definite di quantitative easing (facilitazione quantitativa). Lo stesso il Giappone che si è comprato un bel po’ del suo debito e inoltre quello collocato sul mercato e tutto in mano di investitori e banche giapponesi. Lo Statuto europeo invece ha impedito alla BCE di intervenire sul mercato primario per comprare titoli dei Paesi europei, lo ha fatto solo sul mercato secondario e su quantità parecchi limitate. Quindi è stato facile per la speculazione finanziaria guidata da quella anglosassone con la complicità delle agenzie di rating, innescare un attacco pilotato ai debiti sovrani dei Paesi europei e nello specifico a quelli considerati più deboli i Piigs. Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Piigs fra cui all’inizio l’Italia non c’era, ma che ora è vi presente in maniera drammatica. la realtà è che i conti pubblici di questi Paesi non sono peggiori di quelli ad esempio di alcuni Stati degli Stati Uniti come California, Arizona o Minnesota. Ma per questi garantisce (per ora) la stampatrice federale.
Domanda – E perché in Italia, ad esempio, il bilancio fra gli introiti (tasse) e le spese (pubblico) è sempre in deficit e quindi per colmarlo il paese deve chiedere sempre più moneta a debito?
Risposta – Per colmare un deficit non si deve necessariamente chiedere moneta a debito, si possono anche tagliare le spese o aumentare le tasse.
L’Italia è in deficit ininterrotto dal 1964, perché il pareggio di bilancio di per se stesso è difficile, nei sistemi consociativi come quello italiano, dove con la spesa pubblica si compra il consenso questa degenerazione favorisce bilanci in negativo.
Domanda – Ma se in Europa abbiamo scelto di stare e di starci con la moneta unica, non era il caso di pareggiarsi in quanto alle spese ed alle entrate?
Risposta – L’Europa ha cercato di darsi delle regole, fra cui quella tendente al pareggio del bilancio, ma lo scoppio della crisi dei subprime e dei derivati ha fatto crollare tutto il sistema finanziario e questa botta poi ha condizionato l’economia, cioè la produzione e il consumo dei Paesi ricchi, pertanto il rapporto debito pubblico/pil di tutti i Paesi è peggiorato. Ed è peggiorato anche perché gli Stati hanno dovuto indebitarsi ulteriormente per salvare le banche colpevoli dello scoppio di questa crisi.
Domanda – In Germania si parla di abbassare le tasse, anche se l’economia tedesca pare sia in difficoltà. Il debito pubblico italiano aumenta sempre, é per questo che si parla sempre del PIL che deve aumentare? Perché così, con le tasse in più che si pagherebbero, si può cercare di coprire il debito?”
Risposta – Si, bisogna crescere per abbassare quel rapporto di cui parlavo prima, che è l’indice dello stato di salute di un Paese più importante.
C’è da dire che la crescita necessaria per poter ripagare questi debiti è una crescita impossibile, per vari motivi e quindi la soluzione dei problemi va cercata da un’altra parte, ad esempio nel default pilotato dei debiti pubblici, la nazionalizzazione per alcuni anni del sistema bancario e il cambio di sistema monetario.
E qui continuo il mio discorso…
Spero, con quanto sinora detto, che questo tema sia stato chiarito una volta per tutte… Sostanzialmente i tecnici, provenienti da varie estrazioni politiche, hanno consigliato “il recupero da parte dello Stato (degli Stati), della facoltà di stamparsi cartamoneta in proprio senza più ricorrere alle banche centrali (private). Insomma restituendo nelle mani della Nazione il diritto di amministrare la propria economia e di battere la propria moneta, chiudendo così il rovinoso capitolo della “moneta debito”.
Voglio concludere con un appello, suggerito da Giuseppe Turrisi, rivolto personalmente a Silvio Berlusconi…..
Il Cavaliere ha annunciato l’intenzione di dimettersi… afferma che vuole far passare alle Camere un decreto legge ad hoc per le norme richieste dalla BCE e dal FMI (ovvero i nostri affamatori) e poi si ritirerà “anche lui, in pensione”?… Non sappiamo ancora se ciò realmente avverrà.. e se si andrà alle elezioni o se come sembra quasi certo, al posto di Berlusconi il presidente della Repubblica Napolitano chiamerà Monti, da lui appena nominato senatore a vita (Mario Monti, gradito a Francia e Germania, è presidente europeo della Commissione Trilaterale, il gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, entrambi accusati di essere il vero governo occulto del mondo. Dal 2005 è anche International Advisor per Goldman Sachs, la prima banca mondiale…).
Però…. forse -in extremis- Silvio Berlusconi qualcosa di buono per l’Italia potrebbe farla… con tutte le sue televisioni e tutti i suoi giornali ed i suoi mezzi può far sapere agli italiani la verità sul Signoraggio bancario… e sul debito pubblico e promuovere un referendum per il recupero della “sovranità” nazionale e popolare…
Dico questo perché -purtroppo. Non si può sperare che le opposizioni, Casini, Fini, D’Alema, Bersani e compagni, compiano una mossa simile, avendo già dichiarato che sono “più liberisti” (tradotto: più filo banchieri) del PDL (e tra l’altro sono decisamente filo-Montiani….).
Sursum Corda. Italiani ed abitanti della Terra, forza e coraggio e -come dicevano i nostri padri bergamaschi- “…Alegher, che il bus l’è semper negher…”
Paolo D’Arpini
Presidente del Circolo vegetariano VV.TT.
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
Portavoce European Consumers Tuscia
"Banche all'opera..."
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