Fonti energetiche dalla natura
Ciò che è importante e l’informazione corretta, il resto non conta niente.
Chi definisce centrale a biomassa una centrale per la termodistruzione di rifiuti solidi urbani offende quella enorme risorsa di materia prima rinnovabile animale e vegetale rappresentata dalle biomasse creando un danno inestimabile all’umanità e all’ambiente… su questo credo possiamo concordare tutti.
Basta soffermarsi sul solo contributo delle piante per rendersi conto di quanto sia importante non disorientare ulteriormente l’opinione pubblica, le piante fissano complessivamente circa 200 miliardi di tonnellate di carbonio all'anno, con un contenuto energetico equivalente a 70 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte l’attuale fabbisogno energetico mondiale. Dunque, un vero e proprio “giacimento di petrolio verde” che attende solo di essere sfruttato adeguatamente.
Di contro l’opinione publica è indotta da un lato a credere che la biomassa debba provenire e provenga da materie vegetali alimentari incrementando la fame nel mondo, dall’altro che provenga dai rifiuti solidi urbani inquinando l’ambiente con emissioni anche cancerogene, queste scelte non sono irreversibili, anzi, possono e devono essere evitate utilizzando le materie prime vegetali provenienti da piante non alimentari dedicate, dalla pulizia dei boschi, dalle potature, dalle snocciolature, altro e da quelle animali, trasformando, in genere, problemi ambientali e costi economici ed umani in risorse.
Da 15 anni ho un vivaio di vetiver, unico nel Lazio e in Italia per la sua estenzione. Nello stesso periodo ho anche insegnato nel Dipartimento di Economia Agraria e dell’Agro-Industriale dell’Università di Cassino e fatto diversi interventi di risanamento ambientale col vetiver. Negli ultimi 10 anni ho approfondito le ricerche, con altre Università, col CNR e con l’ENEA nel campo del risanamento ambientale e la produzione di energia con le biomasse. Responsabilmente e grazie all’esperienza acquisita e le informazioni raccolte tra le pubblicazioni prodotte dai 160 Paesi che usano il vetiver e le analisi effettuate da due laboratori Italiani, posso confermare che il vetiver ha un potere calorifico superiore a quello del legno, il 60% del carbone ed il 40% del gasolio, è una pianta perenne, quindi un serbatoio perenne di carburante che può anche fare da volano per le altre biomasse stagionali o occasionali, che non inquina e che il bilancio della CO2 è a favore dell’ambiente in quanto ogni pianta di vetiver assorbe 3 Kg/anno di anidride carbonica, svolgendo a parità di superficie oltre 15 volte l’attività di un bosco per tale funzione.
La opportunità di produrre energia con le biomasse vegetali e/o animali è anche determinata dai diversi modi di conversione possibili (fisica, biologica, termochimica), per la produzione di energia e altri prodotti, che vanno dalla semplice spremitura, alla combustione, alla pirolisi, alla produzione di syngas, biogas, etanolo, biofuel, altro.
Le biomasse vegetali conducono al recupero della biodiversità, al superamento della desertificazione, alla bonifica ed il recupero delle falde acquifere al riequilibrio ambientale.
Tutto ciò non ha nulla a che fare con la termodistruzione dei rifiuti. Le macchine più moderne che la effettuano sono note come termovalorizzatori e non centrali a biomassa anche se la parte organica dei rifiuti urbani , e solo quella è considerata biomassa, ma ritengo che nessuno possa paragonarla alle biomasse di cui sopra.
La natura ci viene incontro! E noi?
Benito Castorina
Referente per l'agricoltura della Rete Bioreginale Italiana
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