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giovedì 25 agosto 2011
Le manovre machiavelliche de L'Avvenire a Tripoli... "Sempre schierarsi con il vincitore..."
"Tripoli bel suol d'amore... e di tresche" (Saul Arpino)
L'Avvenire, ovvero il quotidiano ufficiale dei Vescovi italiani, si presupporrebbe che seguisse una linea "pastorale" fatta di equità di giudizio e, soprattutto, di imparzialità e carità cristiana . Così, purtroppo, non è. Altre volte ci siamo (il plurale indica che non sono il solo a pensarla così) occupati delle "visioni" distorte di questo quotidiano. Vedi le ultime celebrazioni "unitarie".
Oggi (25 agosto 2011), visto quel che accaduto allo inviato "di guerra" Claudio Monici, sequestrato e poi liberato da miliziani di Gheddafi , ci vengono in mente alcune ovvie riflessioni. Cosa ci faceva un giornalista dell'organo ufficiale dei Vescovi italiani in un'auto con un uomo armato a bordo in viaggio verso Tripoli?
Secondo me raggiungeva la parte militare, ritenuta oramai vincente, per assistere al trionfo della "democrazia" della Nato. Si sarà fidato (assieme agli altri colleghi di cui non mi importa proprio niente) delle assicurazioni dei loro protetti bengasini che la "rivoluzione" aveva totalmente trionfato. E, come fin dallo inizio di questa storia, parteggiando per una sola fazione, se ne sarà fregato od avrà tenuto in nessuna considerazione le ragioni degli altri, i "cattivi".
Copione già sperimentato da L'Avvenire quando le verità espresse del vescovo di Tripoli venivano bollate come gheddafiane. Materializzatisi quindi questi
"fantasmi" di militari lealisti, cui gli occidentali regalano tonnellate di bombe ogni momento con il consenso dei media europei, ha trovato strano che volessero sapere chi fossero e cosa facessero lì assieme ad un nemico armato.
Che li avessero presi per agenti italiani della Nato, impegnati a guidare i raid dei nostri aerei, mi sembra più che normale vista la situazione. Che li abbiano risparmiati e pure liberati trovo sia la ulteriore conferma che Gheddafi non ha fatto torcere un solo capello occidentale. Mentre l'Italia ha certamente versato sangue libico e partecipa alla caccia all'uomo scatenata contro il Colonnello e famiglia.
Che L'Avvenire cattolico non ringrazi per la magnanimità e chieda cristianamente perdono alla parte gheddafiana per la propria faziosità, non credo possa passare in carrozza.
Vincenzo Mannello
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