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domenica 7 agosto 2011
Esperanto, la lingua della speranza... nelle note di Antonella Pedicelli e Massimo Acciai
"La dama della luna" - Dipinto di Franco Farina
Ciao Paolo, alla fine ho deciso di scriverti con il mio indirizzo personale di posta elettronica, visto che i vari altri indirizzi..non sempre soddisfano i miei desideri! Scusami per queste lunghe pause di silenzio... mi farebbe felice averti qui e parlarti tenendoti le mani, forse capiresti meglio tanti miei stati d'animo, legati agli avvenimenti degli ultimi mesi..in ogni caso: show must go on, questo perchè, la vita stessa chiama e rispondere diventa un vero e proprio piacere!
Ti scrivo oggi, con la voglia di condividere con te e con altri lettori la "passione" del mio caro amico Massimo Acciai, il Direttore delle rivista on line "Segreti di Pulcinella", verso l'ESPERANTO (la lingua internazionale sviluppata per facilitare la comunicazione tra popoli di culture differenti. Il suo iniziatore, Ludwig Lejzer Zamenhof (1859-1917), pubblicò la sua 'lingvo internacia' nel 1887 sotto lo pseudonimo di 'Doktoro Esperanto' ("il Dottore che Spera"). Oggi è parlata da due milioni di persone in oltre 100 paesi. Esistono migliaia di libri e oltre 100 periodici pubblicati regolarmente.), lascerò poi a lui la gioia di parlare meglio di questo argomento.. nel frattempo ti allego un breve scambio di "opinioni" sul valore di questa lingua, in attesa appunto di maggiori dettagli "tecnici" e non solo! alcuni giorni or sono ho raccontato ad un amico che attualmente lavora a Milano, alcuni particolari legati alla mia "vita" (interessi, passioni...), ovviamente ho parlato della mia collaborazione con Il Cicolo vegetariano e con la rivista "Segreti di Pulcinella", citando Massimo e il suo vivo interesse per l'Esperanto, trovo alcuni giorni dopo questa risposta: "Ancora c'è qualcuno che crede nell'esperanto? É un esperimento fallito, ha vinto l'inglese 1000 a zero.
Lo sto vedendo in questi giorni in giro per il nord europa. Qui tutti parlano inglese, anche signore decisamente sopra i 50. " Volendo comunque avere, io stessa, maggiori informazioni..ho girato la risposta a Massimo, il quale cortesemente così si è espresso: "Ciao Antonella, quanto mi scrivi sull'esperanto mi addolora: lo so che ognuno ha la sua opinione e va rispettata, ma quando sento questi discorsi provo
amarezza, perché l'esperanto è molto più di una lingua, è un messaggio di pace e
fratellanza tra i popoli (cosa che non è affatto l'inglese) e non è un esperimento fallito, anzi è dimostrato da almeno un milione di persone nel mondo che è uno strumento facile e funzionale per la comunicazione.
L'inglese non ha vinto nulla, finché ci saranno persone che rifiutano di farsi imporre una lingua e una cultura da un'altro paese, dai "vincitori", anziché usare uno strumento neutrale come l'esperanto. Sarebbe come se in questo mondo pieno di guerre qualcuno dicesse "ancora c'è qualcuno che crede nella pace"? Sì, io ci credo e ne vado fiero!". Mi è sembrato un valido "scambio", nell'ottica di una "crescita" culturale e umana.... entrambe le posizioni rispecchiano delle "vedute" specifiche, legate a contesti differenti che non si escludono, ma privilegiando "l'incontro" sono disposte a creare amicizia e quindi "valore"!
Ti abbraccio forte
Antonella Pedicelli
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