"La luce che illumina l'Universo" - Dipinto di Franco Farina
La programmazione mentale dell’uomo fotocopia monopensiero...
(Dedicato al mio amico Ivan)
Vi siete mai chiesti perché ci sia una feroce guerra sull’informazione? La risposta è banale oltre che semplice, “programmare cervelli”, espressione dura ma è ciò che accade. In maniera morbida viene definita “informazione per creare consenso” . La risposta già la sappiamo, ma non la vogliamo accettare, o meglio la nostra parte razionale decide di non accettarla, per un senso di autostima e di libertà.
Sappiamo, invece, di essere perfettamente condizionati, da nostra madre, dalla scuola, dal quartiere, dalle amicizie, dalla informazione che ci circonda, ecc. Se dovessimo controllare ogni azione e movimento con il processo razionale, la nostra vita rallenterebbe in maniera mostruosa. Invece eseguiamo “programmi” in continuazione che ci vengono inseriti nella mente sia con il nostro volere (esempio: guidare, mangiare, ecc) sia senza il nostro volere (consumi, politica, pregiudizi, ecc).
I pubblicitari già negli anni trenta e via via fino ai comunicatori di ultima generazione (counseller) passando per la PNL “programmazione neurolinguistica” non che alla grande i politici, studiando la macchina psicofisica umana hanno sfruttato questa “condizione” per raggiungere due obbiettivi convergenti: 1) rendere la comunicazione sempre più efficace, 2) rendere la natura umana sempre meno resistente al plagio (Tabula rasa Bacone).
Molti di questi programmi sono impressi fino all’età adolescenziale, ossia fino a quando la “mappa” non ha una sua struttura organica ma solo un insieme di “dati” non organizzati sotto il profilo “nesso-causa-effetto” (questo è il motivo per cui sono più influenzabili (plagio) e quindi programmabili; chiunque arrivi, può creare i nessi che crede, poiché nell’adolescente, non c’è una struttura preesistente che possa dire o obbiettare).
Un obiettivo oltre i due precedenti molto più pericoloso è quello di destrutturare la capacità del senso critico. La comunicazione non deve presentare falle ed interrogativi ma solo quadri certi e definiti, l’utente infatti non deve porsi domande ma solo assecondare “idee preconfezionate”, sono d’accordo con questo, sono d’accordo con quest’altro. Tutta la battaglia sarà sviluppata quindi solo nello stare di qua o di la senza crearsi troppi dubbi di cosa sia “qua” e cosa sia “la”.
Da qui nasce la battaglia politica, commerciale, sindacale, religiosa, settaria, di realizzare una comunicazione “prodotto” specifica per la ricerca del consenso.
In tutto questo impera il falso principio per cui “se c’è la maggioranza” vuol dire che è giusto (volontà popolare). Ci sono molti casi storici in cui la volontà popolare è stata spesso disastrosa, oltre che sbagliata (sempre da dimostrare che quella sia una volontà popolare e non sia stata indotta).
Nasce quindi la pratica del famoso brainwashing (lavaggio del cervello) da non confondersi con la pratica della “persuasione coercitiva” praticata alle persone (guerra di Corea) privandole di cibo, igiene e dignità. Ci riferiamo esclusivamente a situazioni di normalità ossia quelli odierne di “finta libertà” propagandata dai mass-media.
La pratica del brainwashing, verrà confutata (nascosta) da chi la pratica per mestiere, essenzialmente sotto due punti. 1) quello della non scientificità di tale pratica 2) l’indimostrabilità “diretta” dell’avvenuto assoggettamento del pensiero.
Chiariamo subito quindi, un’altro concetto basilare, il “lavaggio del cervello” avviene comunque e sempre dal contesto sociale, anche se non virtualmente e volutamente praticato da qualcuno. A maggior ragione avviene, se fatto con alcune tecniche che volutamente vanno ad interferire con la natura umana. Se dobbiamo essere comunque programmati, tanto vale auto-programmarsi, le correnti e le teorie in questa direzione sono tantissime ( medicina germanica, metamedicina, yoga, training autogeno, PNL per l’autoaffermazione, ecc)
La scientificità non è richiesta in quanto il brainwoscing non lavora per ripetibilità e la misurabilità degli effetti (anche, ma solo per il feed-back di ascolto) ma solo per effetto del raggiungimento probabilistico di grandi numeri, per intenderci, al pubblicitario non importa convincerne 10 su 10 è sufficiente che raggiunga il 50% o poco più. Dopo infatti si innescano altri meccanismi tra cui quello del “rinforzo” che è la emulazione ed il condizionamento del gruppo. Già Asch fece degli esperimenti molti anni fa, che dimostravano, che il gruppo crea fortemente il condizionamento, infatti dove non arriva il brainwosching diretto arriva l’emulazione ed il condizionamento del gruppo. Asch inserì un test (una persona normale) in un gruppo di attori preparati a dire il falso su delle foto che venivano mostrate, il test per le prime foto rispondeva per quello che realmente vedeva, subito dopo però accorgendosi di essere fuori “dalla percezione del gruppo” si accodò (omogeneizzo) automaticamente senza nessuna imposizione e di sua spontanea volontà.
Questo significa che se io impongo (campagna di “informazione”) di comprare una certa marca, o di pensare che “pippo è cattivo” o che quelli sono buoni, mentre gli altri sono cattivi, mi è sufficiente raggiungere una certa “quantità sufficientemente rappresentativa” (borghese). Questa quantità (inconsciamente), infatti farà da modello e riferimento e condizionerà quasi il resto della massa.
In questo articolo non parliamo del condizionamento sotto ipnosi e dei programmi di comando, perché questa è un’altra materia (anche se si base su molti meccanismi simili), ci riferiamo solo e semplicemente al condizionamento mentale realizzato mediante la “propaganda” e quella che sembra la “comunicazione libera”.
Conoscere i meccanismi della comunicazione (per i comunicatori) è fondamentale per trasmettere senza troppe difficoltà dei messaggi. In un messaggio, ci sono dei messaggi di carattere generale inquadramento della mappa di riferimento, per esempio la apparente ed innocua notizia messa in un telegiornale, “anche quest’anno tutti vanno in vacanza” è un tipico inquadramento e condizionamento generale (anche tu se vuoi essere “normale” devi prendere l’auto, spendere benzina, pagare l’autostrada andare da qualche parte, devi essere fotocopia dell’altro, l’omologazione rafforza l’emulazione ecc).
Nel messaggio poi vi è sempre una “meta comunicazione”, ossia dei messaggi “oltre” (ulteriori) la “comunicazione apparente”, e questa colpisce dei ricettori che non sono affatto controllati dalla ragione (se non ad una mente fortemente allenata). Si deve sapere che l’uomo è tutto un linguaggio; come cammina, come mangia, come parla, quale parole usa, come gesticola, come tiene la testa, le espressioni facciali, cosa ascolta, ecc. L’uomo per natura è abituato (programmato) prima a leggere il linguaggi emozionale, dei segni, dei colori dell’ambiente, della posizione nel territorio, del suono, ecc solo dopo arriva il linguaggio (sovrastruttura) parlato.
Nel comunicare un messaggio, quindi vi sono molte regole da seguire che dipendono proprio da queste cose, e poi dal target e dagli obbiettivi che si vogliono raggiungere. La comunicazione è un complesso di vibrazioni, simboli, segni, suoni, concetti, luce ecc, che passa per vari canali. I canali ricettori senza filtro sono l’inconscio e il subconscio; se una comunicazione passa per quelle frequenze diventa efficace sicuramente al 60/70%.
Nella comunicazione degli ultimi anni, quella più subdola (il subliminale può anche esserci ma è un’altra cosa), spesso il contenuto che passa per il canale della razionalità, è quello più insignificante, è deve essere cosi, perché la ragione serve proprio a filtrare il vero dal falso, l’utile dall’inutile ecc. Il plagiatore deve confezionare (costruire) un messaggio in modo tale che sia filtrato il meno possibile dalla ragione. L’azione impulsiva di comprare non deve passare per la logica, “mi serve, non mi serve, è utile, non è utile”, ma solamente nella parte ancestrale sesso/emotiva, “mi eccita, mi piace lo voglio” quindi compro. Per intenderci, il classico settimanale che con una donna nuda vende di più, qualcuno direbbe “ci si paga lo stipendio”.
La comunicazione, come abbiamo visto è un insieme di messaggi che lavorano su componenti e reazioni dell’individuo diverse. Nella composizione ci può e spesso c’è (per abbassare le difese razionali) qualche cosa di inutile, tipo una “gag fatta da comici” ma poi contiene di fatto “meta contenuti” di “rinforzo” del brand per esempio: “il colore di sfondo che ripropone una determinata casa”. I metacontenuti sono di diverse forme è passano dalla solita donna quasi svestita, alla musichetta anni 60, al testimonial, al verso poetico, alle immagini di fondo, al tormentone ecc. Questi sono quelli che condizionano pesantemente la mappa (PNL) di riferimento su cui andare a inserire il prodotto o l’idea.
A completare la programmazione viene in aiuto il meccanismo di condizionamento del gruppo per emulazione (“se lo fanno loro, perché io non dovrei farlo”: questo non è un pensiero che si fa con la logica, ma un puro istinto di gruppo di programmazione antropica). Questo meccanismo lo usano tutti i politici, avrete notato per esempio, che quando parla Berlusconi (o altri) c’è sempre una platea piena. Il messaggio che si dice è: “Berlusconi ha parlato, ecc”, il “meta messaggio” nascosto è: “Berlusconi è seguito e ha consenso”.
La tecnica del “rinforzo”; anche questa è vecchia come il cucco, più si ripete una cosa più questa prende piede nella nostra mappa (PNL) di rappresentazione. La tecnica del rinforzo consiste nella ripetizione ossessiva di alcuni concetti (insieme a suoni, gingles, immagini, tormentoni, si ricordi Pavlov) e ottiene i seguenti effetti; “rimuove altre idee” più vecchie o meno “rinforzate”, la mente poco dopo, li “sente famigliari”, (una idea che arriva per la prima volta nella mente viene analizzata dalla ragione, la seconda volta, avendola Ri-conosciuta sarà analizzata di meno e cosi via via fin quando passa direttamente all’inconscio).
Il rinforzo avviene anche se si sente parte del messaggio (solo la musica, solo il colore, solo lo sfondo, solo il tormentone che era associata al messaggio principale). Il cervello umano, per quanto non lo si voglia ammettere, è un esecutore di programmi ben definiti con possibilità di interazioni della ragione.
Nella comunicazione subdola l’obiettivo è quello di fare interferire il meno possibile la razionalità ma solo l’emotività e l’inconscio. Molte cose che ogni giorno facciamo sono l’esecuzione di precisi programmi che sono stati assimilati nel passato (lavarsi, vestirsi, mangiare, guidare, ecc), se accettiamo questo dobbiamo per forza accettare che le nostre convinzioni e i nostri comportamenti (comprare, votare, partecipare, indifferenza, solidarietà, ecc) sono frutto anche di programmazione mentale. Il fatto che le persone hanno convinzione che “la moneta debito si cosa solo degli economisti”, che la politica sia dei politici e non del popolo, e che invece loro si devono occupare solo di lavorare e poi riposarsi per spendere quei quattro soldi che hanno guadagnato è frutto anche di pesanti compagne di programmazione mentale.
Giuseppe Turrisi (albamdieterranea)
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