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giovedì 24 febbraio 2011
Caterina Regazzi: “La pace interiore è la causa, la pace nel mondo la risposta…”
Come potremo mai vivere in pace, nel mondo, se anche noi, nel nostro piccolo, interiormente, non siamo sereni, in pace con noi stessi e con gli altri?
Si potrebbe fare un gioco: io sono in pace interiormente e ti do un po’ della mia pace, te la trasmetto, te la comunico, te la insegno, e tu fai altrettanto con chi è vicino a te e così il cerchio si allarga, fino a coprire tutto il mondo e si finirà, con l’ultimo “arrabbiato” che si guarderà intorno, circondato e ……. Si arrenderà alla pace.
Di questi tempi pare molto di moda lamentarsi e fare il gioco di accusare tutto e tutti di qualcosa che non va. E invece la vita, la natura, ci danno tutto ed anche di più di quello che ci occorre, ma noi fatichiamo ad accontentarci.
Dovremmo prendere esempio dai nostri fratelli animali, che, anche se noi spesso li teniamo in condizioni di schiavitù, difficilmente si ribellano.
Paolo, leggendo questa frase, ha commentato: " Forse nella frase degli animali dove dici che non si ribellano.. io metterei "non si rivoltano contro di noi perché il loro affetto è più forte della rabbia"
Mia risposta: "Non è vero, secondo me loro non si ribellano semplicemente perchè accettano quello che la vita gli riserva, la loro condizione, non hanno aspettative, si accontentano di quel che hanno. Parlo di animali d'allevamento, non certo dei nostri beniamini che dormono sui letti e hanno un posto riservato nelle nostre vite (meritato se vuoi, perché ti ripagano con un affetto e una dedizione impareggiabile), negli allevamenti intensivi l'animale è solo, se va bene, un numero, che deve produrre molto e costare poco... Perché questi animali ci dovrebbero amare? Sarebbe come dire che un prigioniero potesse amare il suo carceriere...."
Paolo: "Però tieni conto di una cosa...Gli animali d'allevamento non sanno che noi li stiamo sfruttando... l'animale soprattutto se sempre vissuto in cattività riconosce il fatto basilare di essere nutrito e protetto e non è consapevole che noi lo facciamo per "mangiarcelo" o per rubargli il suo latte.... (tra l'altro la mungitura per la vacca è un piacere perché la alleggerisce dalla tensione). Per l'animale -secondo me- è normale "amare" chi gli dimostra attenzione e che è abituato a vivere nella sua presenza costante. Forse "amare" è troppo forte, per questo l'ho virgolettato ed è per questo che avevo usato la parola "affetto"... o se vuoi "affezione" E si può parlare di affezione anche quando non si tratta di cani o gatti... te lo posso assicurare. In passato ho avuto rapporti molto forti con capre, pecore, asini, galline... insomma tutto il bestiario conosciuto a noi europei.. e persino con scimmie, etc. e posso garantirti che non c'è differenza fra queste bestie ed un gatto... solo che il gatto ed il cane sono più furbi ed utilizzano le nostre debolezze per infilarcisi dentro a mo' di riempitivo...."
Rispondo: "Per i ruminanti -bovini e ovini- sarà anche vero quel che dici, ma io penso a certi allevamenti di suini, dove, pur nella legalità di quelle pratiche, le condizioni di quegli animali sono veramente innaturali e fonte di stress, vivono sul cemento, da piccoli i maschi vengono castrati, gli vengono tagliati coda e denti, come fanno ad essere affezionati a chi li tiene in queste condizioni? L'unico lato positivo per loro, è che vivono in gruppo e, purché questi gruppi non siano troppo fitti, almeno si scaldano fra loro quando hanno freddo, quando non litigano.... Stesso discorso per i polli, lo vedi anche tu, anche fra esseri umani, quando comincia ad esserci troppa densità si scatenano le zuffe".
Comunque è certo che l'uomo spontaneamente farebbe solo il bene sia degli altri esseri umani che degli altri esseri viventi...... ad esempio vi racconto una storiella che ha per protagonisti me e una gallina (vedi foto soprastante).
La foto di me che piango fu scattata da mio padre sul balcone della casa di Roma: al ritorno da una vacanza a Treia, i miei, che erano dei buongustai e che a mia memoria non acquistarono mai, dico MAI un pollo in macelleria, ma solo da contadini a Treia quella volta il pollo se lo portarono dietro vivo, ed io ero tutta felice perchè a me gli animali sono sempre piaciuti tanto (come a tutti i bambini)...... ma quando ho saputo la fine che avrebbe dovuto fare....... la disperazione più totale mi colse.
Ma evidentemente quella gallina era destinata a diventare un nostro pranzo.
Ognuno ha il suo destino, ma anche un compito e non possiamo compiere il nostro percorso senza affrontarlo e portarlo avanti.
E, il compito principale di ognuno di noi, non è proprio vivere ed essere felici?
E questa felicità può mai essere raggiunta se oltre a noi non pensiamo, non coinvolgiamo chi ci sta accanto, i nostri familiari, i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro, i nostri vicini di casa, i nostri fratelli animali?
Mandiamo pensieri amorevoli alla nostra amata Terra con tutti noi esseri viventi, con tutti noi esseri umani; prendiamoci il tempo di amare e di occuparci di noi stessi e degli altri, abbiamo cura della natura, evitiamo di sfruttarla con consumi eccessivi, che superano i nostri fabbisogni, pensiamo che le risorse naturali non sono infinite e che altri esseri viventi su questa terra hanno bisogno come noi, di nutrirsi, di respirare aria pura e di bere acqua potabile, smettiamo di sporcare l’aria con i nostri motori e le nostre industrie, di sporcare l’acqua con i nostri scarichi.
Sogno una Terra in cui si possa vivere in equilibrio, in cui si consumino solo i prodotti del proprio ambito, in cui non si producano più rifiuti, in cui non si debba lavorare per forza 40 ore alla settimana ma in cui si possa avere più tempo per l’amore, per la convivialità, ma anche semplicemente per il riposo……
La vita è gioia, fatica, speranza, amore, tristezza, i sentimenti ci sono e ci debbono essere tutti, come in un meraviglioso caleidoscopio: non sai mai cosa ti può capitare, ma sappi per certo che tutto quel che ti capita è proprio quello che puoi vivere.
Caterina Regazzi
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