"Genitori e figli. E' attraverso questo rapporto che la natura sviluppa il suo piano di evoluzione genetica..." (Saul Arpino)
Ante scriptum
Questa che segue é una lettera ricevuta da una madre che analizza i suoi rapporti con la figlia adolescente anche nella considerazione di quel che é la scuola oggi e soprattutto di quel che fu il suo rapporto -ai suoi tempi- con i suoi genitori. I tempi sono forse cambiati ma le problematiche -genitori figli- sia pur diverse, manifestano quelle stesse tendenze, che nella psicanalisi vengono definite di attrazione repulsione emulazione, tese comunque al superamento dello specifico modello fornito dai genitori.
Insomma il figlio deve poter dimostrare a se stesso ed ai genitori che é in grado di accrescere il bagaglio genetico ereditato.. ed in questo tentativo si intraprende un “nuovo” percorso che a volte cerca di escludere le esperienze già vissute dai genitori. Ma é poi possibile? In effetti é solo una continuazione in altri termini.... Posso dire anch'io di aver compiuto questo percorso.. ricordo ad esempio quando mio padre morì e mi fu consegnato -in memoria- un malloppo di suoi scritti e considerazioni sulla vita, ebbene sapete che ho fatto?
Ho lasciato il bauletto da qualche parte sino a potermelo completamente dimenticare (difatti non so più nemmeno che fine abbia fatto) ed ho continuato a scrivere a modo mio.. pensando che in ogni caso l'eredità di mio padre era già dentro di me e quindi non avevo bisogno di riscontri esterni e di comparazioni con lui.
Paolo D'Arpini
…...............lettera ricevuta
Caro Paolo
….a proposito dei discorsi riguardo a mia figlia Giulia, ho ripensato a come ero io alla sua età e a cosa mi piaceva fare: mi piaceva si accontentare i miei (con la scuola) ed infatti andavo benino, per il resto mi piaceva ascoltare il rock (David Bowie, Genesis, Jethro Tull), il country (Crosby, Stills, Nash and Young, Joni Mitchell), qualche cantautore italiano (De Gregori, poco Guccini, pochissimo De Andrè) e correre dietro ai ragazzi, oppure trovarmi con le amiche a parlare di ragazzi e ascoltare la musica. Se incontravo un ragazzo interessante che ascoltava la mia stessa musica o, meglio ancora, suonava la chitarra, 2+2, l'invaghimento era garantito. Se mia madre mi avesse chiesto di andare a una qualsivoglia riunione le avrei riso in faccia (nonostante io fossi una brava e rispettosa ragazza).
Se Giulia oggi e domani va alle riunioni degli studenti a Roma per lo sciopero dell'8ottobre contro la Gelmini io mi posso solo togliere tanto di cappello. Io non ne ho mai capito niente di politica, sono di sinistra perché mio padre era comunista (come dice la canzone di Gaber) e perché tendenzialmente credo che dovremmo avere tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità, indipendentemente dalla famiglia di origine e dalle spinte che ti può dare (ma capisco che nella realtà è ben diverso), che non dovrebbe valere la legge del più forte e di chi alza di più la voce, che si dovrebbe condividere la vita di più con gli altri, partendo dal tempo e dallo spazio, passando poi alle cose materiali (un buon pranzo consumato insieme, un letto in più che ci sia sempre in una casa per ospitare chi è di passaggio), fino alla condivisione delle emozioni delle idee e dei sentimenti..... ma è così difficile..... sono io carente o sono gli altri?
Non so perché partendo da Giulia sono passata a questo discorso. Comunque da quello che mi hai detto stamattina ho capito che non sei molto abituato ad immedesimarti negli altri, invece come bene scriveva, Bettelheim nel suo bellissimo libro "Un genitore quasi perfetto" per capire i propri figli bisogna sempre ripensare a come eravamo noi alla loro età. E' vero che siamo ognuno diverso, col nostro, almeno in parte, diverso corredo genetico, e le esperienze vissute fanno il resto.
Infatti io faccio fatica a capire Giulia perchè io, col mio DNA e le mie esperienze, ero molto diversa da lei, ero una di quelle "brave bambine" abituate a compiacere i genitori, mentre Giulia fa tutto il contrario, come se volesse provare fino a che punto arriva il mio amore per lei. Io, quand'ero bambina, nel dubbio, facevo di tutto per farmi volere bene, non volevo rischiare di perderlo, quell'amore...........
Scusa questo sfogo un po' psicoterapeutico..
Daniela
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