Nel Paese di Pulcinella e Arlecchino è giunta, la si attendeva con ansia, la buona novella.
L’istituto “Padre Semeria”, gestito dalle suore dalla “Sacra Famiglia” di Sanremo avrà una nuova palestra progettata dall’Architetto E. D. C..
La struttura del costo di circa un milione di euro sarà finanziata anche con 400 mila euro provenienti da fondi del senato della repubblica italiana.
All'annuncio, moltissime le autorità presenti all’interno dell’istituto di suore.
Tra i tanti il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, quello che guida... bé lasciamo perdere, il senatore Luigi Lusi del rissoso, tanto per cambiare, Partito Depresso, il sindaco sanremese Maurizio Zoccarato, i consiglieri regionali Massimo Donzella e Marco Scajola del Partito Dei ladroni, parente di quell'altro? Boh!
Non si facevano mancare all'appello il consigliere provinciale Andrea Artioli, il presidente provinciale del CONI Ivo Benza... oltre varie eminenze grige dell’amministrazione comunale sanremese.
Ovviamente c'era anche la direttrice dell’istituto suor Rosa Elvira Econimo che ha ringraziato tutti i presenti, il Senato della Repubblica, non è di tutti i giorni ricevere 400 mila euro, ed ovviamente da suora qual è non ha dimenticato di ringraziare il suo più caro falegname, tale Giuseppe, che si è adopererà con il braccio armato di sega a seguire i lavori ed a far sì che si faccia la cresta sulle spese per la maggior gloria della chiesa che sempre ha la mano tesa per ... benedire,… macché! Per arraffare!
Intanto gli operai senza seghe, non potranno più adoprarle, ma anche, purtroppo, senza pane e latte per i bambini stanno sui tetti delle fabbriche, sulle gru, nei cantieri fermi e davanti alle porte degli stabilimenti; e tutti i politicanti ed industriali parenti della "finanza", ma non la GdF, stanno a blaterare che il futuro non è roseo, che si deve fare economia, che si dovrà vivere in maniera dismessa... ma è chiaro che si riferiscono agli altri.
E senza dignità nessuno di loro ha il coraggio di ricordare che anche in "carestia", creata dai finanzieri della globalizzazione, e dai loro scherani, in Europa lo stipendio medio di un lavoratore di qualsiasi industria è circa il doppio di quello italico che ancora sopporta, mentre i sindacati, tutti al momento meno uno, sostengono il massacro voluto da confindustria, dalle banche, dai politicanti nostrani sempre appoggiati dall'abominevole e ruffiana chiesa romana.
Kiriosomega
E, sempre in Liguria, ecco come Morire Altrimenti senza genuflettersi al vaticano:
Ammesso e non concesso che ciascuno di noi debba morire – generalizzazione “induttiva” che secondo rigore logico è provocatoriamente relativizzabile –, in ogni caso si può cercare di morire in maniera differente: al di qua delle prospettive d’immortalità dell’anima e di resurrezione (o reincarnazione) dogmatizzate dalle religioni, e al di là della certezza del nulla postumo manifestata da un diffuso razionalismo. Per tentare di “morire altrimenti” bisogna accogliere la morte come intrinsecamente inaccertabile e inesauribile, dato che si situa oltre il confine delle facoltà di verifica naturale. Ma a questa sospensione di giudizio la cultura odierna anche laica si mostra sempre più refrattaria, riducendo l’essere all’esistere, fondando tutto sulla tecnica dell’uomo artefice e controllore, quindi tendendo a rimuovere quell’evento di annientamento assoluto che su tali premesse la morte rappresenta. Intessuta in particolare delle riflessioni di Heidegger, Sartre, Jankélévitch, Foucault e soffermandosi pure sul suicidio, la configurazione che si profila in questo libro accetta l’ignoto della morte. Ecco perché né si rassegna all’idea che dopo sia necessariamente il nulla, né si adagia sull’idea di un sicuro aldilà ancora a immagine e somiglianza dell’uomo naturale.
Gianluca Corrado, autore di “Morire Altrimenti”
Riflessioni filosofiche
Collana "Micromegas"
Edizioni Solfanelli
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