Care amiche e amici della Rete Bioregionale Italiana,
innanzitutto mi scuso per la lunghezza della lettera ma ne sentivo il bisogno...
A partire dai consensi e dalle critiche ricevute riguardo alla mia precedente proposta sull'organizzazione dell'incontro (pranzo autogestito, mercatino del baratto, festa e tre proposte di dibattito), nello spirito di quello che aveva richiesto Jacqueline, innanzitutto ringrazio tutti indistintamente perché mi hanno permesso di capire, e ne sono contento, che questa volta vogliamo arrivare ad un incontro con le idee chiare in modo che ci sia una bella, grande e gioiosa partecipazione.
Penso quindi che sia importante organizzare un incontro allargato con chi vuole conoscere noi referenti e il bioregionalismo e comunque partecipare ad un bell'incontro/festa organizzati nello spirito bioregionale.
In questo senso e secondo quanto ha ben presentato Elena con la sua proposta di Cerchio di dialogo e discussione, non c'è problema a presentare ora una o più tematiche, sarà cura poi del conduttore del Cerchio decidere tempi e modalità per la loro presentazione anche di pochi minuti.
L'importante, secondo me, specialmente per le persone nuove che così saranno anche di più stimolate a partecipare, è che si mettano in mostra tutte le tematiche ormai care ai referenti della Rete e che ne fanno la sua ricchezza culturale specialmente, in senso evolutivo, dopo oltre 15 anni dalla sua fondazione.
E allora ben vengano le tematiche della visione bioregionale e dell'ecologia profonda (ovviamente), della pace, contro il nucleare, della spiritualità, della comunicazione (interna, esterna), di nuove traduzioni, dell'alimentazione (naturale, vegetariana, vegana), delle nostre radici, della Grande Dea, del teatro-natura, della musica, dei campi bioregionali per bambini e bambine e aggiungete tutte quelle che volete.
In questa fase più ne tiriamo fuori è meglio è, poi sarà il momento che vivremo insieme a decidere cosa emergerà di più o di meno, l'importante è la vivacità della Rete Bioregionale. E senza pensare che queste siano solo parole, dietro ciascuna di esse ognuno di noi ha la sua pratica, il suo impegno sociale, una sperimentazione di anni, magari di decenni e ne potrà portare testimonianza... (Queste sono parole di Gianni Rodari, un po’ rivisitate, tratte dal suo capolavoro "La grammatica della fantasia").
Io, per esempio, ogni sabato faccio il pane come atto sacro (a volte per oltre 100 persone e anche con bambini e bambini) pensando alla Civiltà della Grande Dea; nella pratica dell'ecologia profonda mi preoccupo dei diritti degli animali organizzando laboratori di educazione ambientale per le scuole o condividendo con Mariagrazia una scelta alimentare quotidiana vegana eco-pacifista ispirata all'Era Ecozoica...
Quindi d'accordissimo per raccontare le nostre pratiche (io stesso insieme a Paolo D'Arpini, proposi alcuni anni fa un libro dal titolo "Il bioregionalismo e la pratica della semplicità" - lo ripropongo...) e per cercare di creare un incontro/festa bioregionale bella, gioiosa e ricca di spirito creativo.
Stefano Panzarasa
………
Mia rispostina:
Cari amici della rete, non mi dilungo sui vari punti toccati da Stefano, che trovo comunque utili per avviare vari chiarimenti all'interno della rete... Vorrei ritornare semplicemente sull'idea di una raccolta di esperienze scritte dai membri della rete che trovo molto più necessario e consono al nostro operare locale piuttosto che tradurre o riproporre le esperienze (sia pure in sintonia) di vari autori stranieri... Bioregionalismo e localismo debbono fare rima....!
Paolo D'Arpini
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