Cara Rete,
è vero che i piccoli agricoltori allevano gli animali in modo più umano e li uccidono in modo "più umano" - ma la Rete Bioregionale va al di là (credo) del ristretto sguardo di un podere privato, seppure ben tenuto.
Il nostro pianeta sta per schiattare per l'abuso inaudito di allevamento di animali da destinare al consumo umano.
In questa circostanza estrema la visione bioregionalista dovrebbe prendere provvedimenti consoni: basta con il consumo di carne animale. Non è una considerazione etica, ma prima di tutto di salvaguardia ambientale.
Per quanto riguarda la catena alimentare gli animali d'allevamento non esistono in natura, sono un'invenzione umana... una delle peggiori, che ha creato un'inutile e tremenda valanga di sofferenza che ci ricade addosso... (con le malattie tipiche del consumo di carne, infarti, diabete e molti tipi di tumore - e probabilmente le allergie e le intolleranze in grande diffusione, con l'inquinamento dell'aria con le deiezioni e l'inquinamento delle acque con i reflui). Per avvicinarci alla natura dovremmo comportarci come il figlio di Paolo, Felix: ma chi se la sentirebbe?
Mi viene da sorridere pensando che in questi giorni in un blog specializzato vegan (e quindi in teoria un paradiso ecologista) sto faticando a far comprendere la necessità di consumare prodotti di stagione. Ormai l'industria agricola ha talmente condizionato la vendita al dettaglio che la zucchina, la melanzana, il pomodoro e il peperone sono considerate dai consumatori verdure annuali... e infatti tutto l'anno in questo blog si pubblicano ricette di persone che mangiano tranquillamente i prodotti fuori stagione che vanno a deteriorare direttamente gli habitat di quegli animali non mangiati per ragioni etiche... Vogliamo continuare a stare ognuno nel suo isolotto felice con i paraocchi, sentendo la nostra coscienza soddisfatta, mentre nella realtà va tutto a rotoli?
Secondo me lo sbaglio che porterà il nostro pianeta al disastro finale è la prospettiva angusta con cui vengono considerate le questioni cosiddette tradizionali, come alimentazione, trasporti, energia eccetera.
La mancanza di olismo nella vita di tutti i giorni...
Spero che la Rete recuperi questa più ampia prospettiva e si rifiuti di essere un club specializzato di agricoltori-allevatori di vecchio stampo, illudendosi di salvarsi in questo dorato isolamento. Vi invito a leggere il libro di Jonathan Safran Foer, "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali", in cui troverete seri argomenti di riflessione (insieme a tutte le fonti dei dati, aggiornatissimi).
saluti olistici
Mariagrazia
p.s. Stefano sta esercitando un diritto di critica anche a nome di altre persone che la pensano come lui e lo ringrazio per questo dal profondo del cuore anche per gli animali per cui nessuno spende mai una parola quando si tratta di loro diritti.
La sua proposta di correzione della bozza di legge è ottima perché permette di integrare "tutte le posizioni" dagli onnivori ai vegani. Senza quegli emendamenti quella legge terrà fuori dalla rete vegetariani e vegani. Mi sembra molto razionale e realistica.
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Altro articolo sull'alimentazione naturale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/
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