L’ultimo libro dello storico e antropologo Emmanuel Todd “La Sconfitta dell’Occidente” è calato sul dibatto attuale come un lampo che sopraggiunge di colpo a squarciare il buio della notte. Ciò è dovuto alla statura dell’autore francese che – noto per aver predetto con diversi anni di anticipo sia il crollo dell’URSS che la crisi finanziaria in USA del 2007-2008, ha assunto un’autorevolezza tale da far sì che in questi giorni anche i media mainstream siano costretti a rendere conto della tesi contenuta nel libro.
Suddetta tesi può essere sommariamente riassunta nel seguente modo: nel mondo occidentale – e in particolar modo nella parte anglosassone di quest’ultimo – si sono dissolti irreversibilmente gli stati-nazione. Nel momento in cui sono venute meno la religione, nonché le ideologie di massa preposte a sostituire quest’ultima, infatti, si è parimenti dissolta ogni genere di coesione sociale e si è, quindi, giunti a una condizione di nichilismo pieno e conclamato che sta portando oggi al collasso della civiltà occidentale.
Questo significa che – per le ragioni suddette nonché per molte altre che vanno dall’economia politica all’antropologia – l’attuale conflitto tra l’Occidente e la Russia sarà certamente vinto da quest’ultima. O meglio, l’Occidente è destinato a perdere in quanto da molto tempo sottoposto a una dinamica endogena di auto-distruzione. (...)
Riccardo Paccosi
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