L’utilizzo della magistratura contro i Presidenti—ex, potenziali e attuali—non ha una grande tradizione negli Usa, per quanto non sia raro in altre parti del mondo. Finora, gli Stati Uniti ci erano andati vicino con il caso di Richard Nixon, minacciato di incriminazione e poi dimissionario nell’agosto del 1974 sulla scia dello scandalo Watergate. Il suo successore, Gerald Ford, gli concesse la grazia incondizionata il mese dopo. Jefferson Davis, il Presidente degli Stati Confederati d'America—i ‘sudisti’, la parte sconfitta nella Guerra Civile americana (1861-1865)—fu imprigionato a fine guerra, ma poi rilasciato senza processo.
In entrambi i casi, la motivazione fu quella di chiudere, più in fretta e nella maniera più ‘indolore’ possibile, passaggi storici infelici per il Paese, indipendentemente dai ‘meriti’ delle accuse. Per quanto riguarda invece il caso Trump, lo scopo politico—da ambo le parti—parrebbe essere piuttosto quello di ‘alzare la fiamma’. I commentatori più accesi paventano perfino la possibilità dello scoppio di una ‘nuova guerra civile americana’.
Si tratta di un’idiozia. Un’ampia parte dell'elettorato americano—secondo qualche sondaggista, ben oltre il 70%—dichiara che la soluzione da preferire dovrebbe essere che nessuno dei due attuali candidati si presenti per la Presidenza. Trump è palesemente uno svitato e la spinta a votarlo, per molti dei suoi ‘sostenitori’, è simile a quella che ha mosso gli italiani a eleggere, nel 1987, una pornostar—Ilona Staller, in arte Cicciolina—alla Camera dei deputati: una maniera ‘simpatica’ per mandare al diavolo l’intera classe politica.
Ma se Donald Trump è inaccettabile, il concorrente Joe Biden invece non si dimostra molto competente. È un personaggio certamente più gradevole, ma i suoi lapsus e scivoloni, come la tendenza a cadere dalle scale e a dormire in piedi, hanno fatto storia. Quando riesce ad esprimersi in maniera adeguata, la battuta ricorrente è: “Devo procurarmi anch’io di quelle sue nuove pillole…”
A far cagnara in piazza sono buoni tutti, ma da qui ad arrivare a una guerra civile in piena regola, ne passa… Il sentimento politico che cova in buona parte dei cuori americani è quello espresso da Mercurio nel Romeo e Giulietta di Shakespeare quando, nel terzo atto della tragedia, augura sia ai Montecchi che ai Capuleti: “A plague on both your houses“, in sostanza: “Maledette siano entrambe le vostre casate!”
James Hansen
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