martedì 14 luglio 2015

In attesa di salvare gli umani salviamo almeno le nutrie di Pesaro



Il Comune di Pesaro ha intenzione di attuare la legge che permette di abbattere le nutrie, accusate ingiustamente di danneggiare coltivazioni e corsi d'acqua. Fermo restando che la nutria è una specie alloctona e per ciò è doveroso intervenire e controllare le nascite, è assolutamente ingiustificabile ed intollerabile l'uccisione di questi animali. 

Premesso che la nutria è un animale docile ed affettuoso (in molti paesi è considerato un animale da compagnia), non è aggressivo e vive in armonia con l'ambiente e l'avifauna locale. E' erbivora ed ha molti predatori naturali (Volpi, Gatti, Cani, Rapaci diurni e notturni, Ciconiformi, Lucci e Colubridi)... Visto che la nutria non porta la leptospirosi siccome analisi effettuate presso gli Istituti Zooprofilattici su carcasse di Nutria hanno evidenziato una bassissima frequenza di positività a forme di Leptospira, tutt’al più paragonabile a quella normalmente riscontrabile in altri animali selvatici presenti nei medesimi territori. La presenza di anticorpi per Leptospira è un referto frequente negli animali selvatici sani e non è sinonimo di leptospirosi né di rischio di trasmissione della malattia, inoltre, per le nutrie che non risulteranno infette, è previsto lo smaltimento in discarica e quindi, praticamente a costo zero…. Non esistono casi documentati di malattie che siano state trasmesse dalla nutria all’uomo o agli animali domestici. La nutria non rappresenta pertanto alcun pericolo dal punto di vista igienico-sanitario, né ha un particolare ruolo nella trasmissione e diffusione di malattie (Wildlife Disease Association, 1998; Scaravelli & Martignoni, 2000; IZP Brescia, 2000; Cocchi & Riga 2001).

Appreso che la nutria non causa danni alle infrastrutture, al contrario, può risultare utile in quanto bonifica l’ambiente paludoso e controlla la vegetazione invasiva nei corsi d’acqua. A tutt'oggi non si hanno dati certi sulla reale costituzione delle tane, che comunque non sono mai più lunghe di 2/3 metri. I pochi articoli scientifici mostrano pareri e dati discordanti. Segno questo di lacune da colmare con studi e misurazioni. Da aggiungere che anche Volpi, Mustelidi, Lagomorfi e altri roditori scavano allo stesso modo tane in prossimita' di corsi d'acqua. Infatti i nostri terreni sono di origine alluvionale per cui presentano caratteristiche idrogeologiche molto particolari che rendono i nostri suoli assai malleabili, fragili e deboli in termini di resistenza e struttura. Se i consorzi di bonifica non effettuano una buona manutenzione, in caso di maltempo e forti precipitazioni, gli argini si indeboliscono ulteriormente creando cedimenti spontanei.

Considerato che è stata ormai dimostrata l'inutilità degli abbattimenti: Lo stesso I.S.P.R.A. ha dichiarato l’impossibilità di eradicare la Nutria. Ora si parla solo di contenimenti. Gli interventi di rimozione parziale rischiano però di destrutturare le popolazioni inducendo sostanziali alterazioni a livello demografico (a favore di classi d’età più giovani e femmine) e creando le condizioni per un successivo incremento della capacità di crescita delle popolazioni per reclutamento ed immigrazione dalle zone vicine. Tali pratiche arrecano inoltre notevole disturbo alla fauna locale, soprattutto qualora si agisca nell’ambito di aree protette o parchi ed il disturbo antropico causato dai piani di abbattimento potrebbe aumentare il rischio di diffusione di patologie all’interno delle popolazioni animali, comprese quelle di Coypu (Choisy, M. e Rohani, P., 2006).

Ci sarebbe poi il problema dello smaltimento degli animali morti: Le nutrie devono essere incenerite. Bisogna dunque allestire inceneritori, altri costi non indifferenti, e provvedere a tutto il processo della raccolta dei cadaveri, del loro trasporto all’inceneritore, dello smaltimento delle scorie.

CHIEDIAMO:
Di intraprendere un piano di sterilizzazione di massa, indolore, efficace e civile. Come per esempio il Comune di Buccinasco (MI), progetto iniziato nel 2010. Il nostro progetto – afferma il biologo Samuele Venturini – si basa su un contenimento ‘naturale’ dove individui riproduttori sterilizzati, continuando a difendere il territorio in competizione per il cibo e gli spazi con gli individui fertili, impediscano fenomeni di immigrazione e riducano il tasso riproduttivo della colonia. Questo è un sistema indolore, rispettoso della vita e sicuramente più gradito dell’uccisione cruenta che risulta impopolare presso il pubblico più sensibile." 

tamara.sciliberto@libero.it

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Commento di  Saro Bi

"Ringrazio voi e Tamara per l'articolo. Proprio stamani ero all'ISPRA e, sia pure in sala d'attesa, ho avuto tempo di leggere il rapporto ISPRA relativo all'isola di Montecristo con riferimento alle specie alloctone, e in particolare a quelle invasive (che poi alla fine quasi sempre coincidono).
Sia piante che animali. Ora, l'ISPRA è senza dubbio uno dei nostri fiori all'occhiello, un baluardo di competenza scientifica che non ha eguali, tranne forse, sia pure con le differenti funzioni , se non nel Corpo Forestale (che, guarda caso, si vuol sciogliere) . Ebbene, l'approccio di ISPRA ai problemi causati da specie aliene (anche qui quasi sempre introdotte dalla specie umana per fini speculativi) mi è parso molto ponderato e scientificamente adeguato. Benché si pervenga, sulla base di analisi abbastanza fondate (la competizione con le specie originarie che finisce col danneggiare se non addirittura estinguere le prime; l'impossibilità di esercitare un controllo che ristabilisca un equilibrio ormai alterato) portano alle medesime conclusioni di associazioni che fanno della lotta agli alieni un proprio obiettivo naturalistico (WWF). Volendo qui inquadrare le posizioni direi: la posizione contestata da Tamara è quella velleitaria e falsificata secondo cui si attribuiscono alla nutria, ma in altro modo ad altri alieni, danni o pericoli che non sono veri: la nutria infatti, come Tamara ben espone, non solo non danneggia gli argini, ma, al pari del castoro, costruisce dighe che li sostengono, se è vero quanto si legge su articoli di stampa che espongono come in altri paesi si incentivi la loro presenza. Sappiamo che gli agricoltori italiani non sono d'accordo, ma anche sappiamo che ciò andrebbe approfondito per verificare su quali basi e riscontri reali si fondano le differenti tesi . Soprattutto la retorica della trasmissione di malattie e simili falsificazioni sono state smentite. Tornando a ISPRA le considerazioni di ISPRA sono diverse e fondate. In conclusione, bisogna contrastare coloro che soffiano sul fuoco per poi dare l'avvio a campagne di abbattimento, e individuare forme di reale protezione per gli habitat e le specie"

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