Un quotidiano ha lanciato per il 25 aprile 2024 una mobilitazione straordinaria a Milano, molti interventi di adesione hanno raccomandato un 25 aprile soprattutto contro le guerre.
L'intervento di Mao Valpiana sul cartaceo del quotidiano "Azione Nonviolenta" è stato riportato così:
"Il presidente Mao Valpiana, menzionando il fondatore Aldo Capitini, ha ricordato «dieci anni fa, all’Arena di pace e disarmo, a Verona, proprio il 25 aprile avevamo issato un enorme striscione che diceva “La Liberazione oggi si chiama disarmo, La Resistenza oggi si chiama nonviolenza”». «Oggi come ieri – ha sottolineato Valpiana – il fascismo cammina su due gambe: violenza e militarismo, dunque l’antidoto è costituito da nonviolenza e antimilitarismo».
Ma Mao Valpiana aveva scritto anche le righe seguenti che si possono leggere sul sito del quotidiano, righe che parlano, poco, del ruolo di Capitini nell'antifascismo.
Oggi scrive sul quotidiano Flavio Lotti che organizza ora le marce Perugia Assisi lanciate da Capitini, e ricorda Capitini e la marcia del 1961 associandola all'iniziativa del 25 aprile 2024, al Capitini antifascista Lotti non fa neppure un accenno.
"Ora e sempre resistenza" scrisse Calamandrei amico di Capitini e attivo nel movimento libersocialista ispirato da Capitini e Calogero, la resistenza va fatta anche alla censura del 2024, non solo della destra ma anche di orbita nel campo largo, nell'antagonismo o nell'ortodossia comunista.
Uno stralcio dello scritto di Mao Valpiana dal sito del quotidiano:
"Se oggi la nonviolenza ha piena cittadinanza politica in Italia, lo dobbiamo principalmente all’antifascista Aldo Capitini, filosofo e fondatore del Movimento Nonviolento. Già negli anni trenta Capitini scopre la dimensione politica di Gandhi e intravede nella non-collaborazione la forza capace di sconfiggere l’oppressione del regime fascista e la via della resistenza nonviolenta all’ormai vicino secondo conflitto mondiale; introduce nel dibattito etico-politico il discorso su mezzi e fini, concentrandosi soprattutto sul “metodo”; rompe con la Chiesa cattolica proprio per l’alleanza lateranense tra croce e moschetto; diventa quindi un punto di riferimento importante per molti giovani; rifiuta la tessera del Partito Nazionale Fascista, si pone in antitesi e rimane isolato sul piano politico; diventa vegetariano “perché vedevo che Mussolini portava gl’italiani alla guerra, e pensai che se si imparava a non uccidere nemmeno gli animali, si sarebbe sentita maggiore avversione nell’uccidere gli uomini”.
Dopo la Liberazione Capitini imposta tutto il suo lavoro culturale sull’ipotesi “se vuoi la pace, prepara la pace”. Si rivolge al mondo comunista, cattolico, socialista, liberale, per mettere pace e disarmo al primo punto dell’agenda politica: organizza la prima Marcia per la pace, lancia la Consulta italiana per la pace, fonda il Movimento Nonviolento, per trasformare l’Italia da Patria armata a Matria disarmata.
Il mondo laico e quello religioso guardano oggi alla nonviolenza riconoscendo che non si può più prescindere da un confronto con essa. Questo è certamente un bene, anzi, è l’unico motivo che ci fa guardare avanti con qualche speranza, l’unica luce nel buio che ci circonda."
Marco Palombo - Centro Elementi di Nonviolenza di Torrenova Roma
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https://lists.peacelink.it/ecologia/2015/09/msg00007.html