martedì 30 ottobre 2018

Antisionismo non è antisemitismo


“E’ importante fare chiarezza su cosa sia l’antisemitismo e l’antisionismo… ed è importante sapere come crescono i ragazzi Israeliani, futuri soldati cresciuti a pane ed odio. Gli ebrei sono i primi a denunciare il sionismo e i crimini di Israele in Palestina.” (Laura Caselli)
Vi siete mai chiesti cosa sia l’antisemitismo? Lo so… Sembrerebbe una domanda banale, per molti addirittura stupida; eppure oggigiorno sono in tanti a chiederselo, ebrei compresi. Qualche esempio?
Norman G. Finkelstein, figlio di sopravvissuti ebrei, professore universitario ed autore di diversi libri tra cui «Beyond Chutzpah: On the Misuse of Anti-Semitism and the Abuse of History». In questo libro Finkelstein denuncia le accuse di antisemitismo proferite da alcune organizzazioni ebraiche nei confronti degli oppositori alla politica dello Stato d’Israele.
Shea Hecht, rabbino e leader della comunità ebraica, ha affermato che l’ADL (Lega Anti-diffamazione) crea casi di antisemitismo laddove non ci sono, al fine di giustificare l’esistenza della lega stessa.
Yoav Shamir, regista Israeliano, in seguito ad accuse di antisemitismo rivolte al suo primo film, ha deciso di affrontare il tema delicato nel suo secondo documentario “Defamation”. Qui di seguito vi riporto alcune parti della recensione del film: “Shamir intervista diversi esponenti del mondo israeliano, a partire dalla propria nonna fino a eminenti rabbini, dalla lega anti-diffamazione, a veri e propri accademici considerati cani sciolti (intellettualmente parlando), esclusi dall’intellighenzia israelita, e accusati perfino di negare l’olocausto. Shamir viaggia da Gerusalemme a New York, da Roma a Mosca, da Kiev ad Auschwitz e getta anche uno sguardo sull’educazione ricevuta dalle nuove generazioni, a cui viene inculcato un esasperato sentimento di persecuzione e terrore che a volte sconfina quasi nel ridicolo.
Da un punto di vista dei contenuti, è coraggioso nell’indagare dall’interno il senso di persecuzione di alcuni ebrei, nel sottolineare le contraddizioni di un razzismo incrociato attraverso le minoranze (come afro-americani ed ebrei) e dentro lo stesso stato israeliano, e nel mettere in discussione il vero significato dell’antisemitismo oggi, chiedendosi se l’olocausto non venga adoperato, a volte, come uno strumento di comodo per distorcere le prospettive negli scontri con i musulmani, ad esempio, e per mascherare altri interessi politici ed economici internazionali legati allo stato di Israele – come alcuni sostengono.
La diffamazione del titolo, quindi, non è solo l’insieme di riprovevoli atti razzisti che creano una spirale di odio, ma la strumentalizzazione della memoria della Shoah.”A questo punto vi starete domandando dove voglia andare a parare, vero?
Da nessuna parte. Voglio solamente sottolineare che non esistono “domande banali”.
Paolo D’Arpini

lunedì 29 ottobre 2018

TAP e quelli che godono quando l'Italia va un altro po’ in rovina...



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...Lo ripeto ancora una volta: questo non è il “mio governo”. Intanto non lo potrebbe mai essere finché vi fosse un capobastone come Salvini. Uno che anziché per la coda in Italia, la tragedia emigrazione dovrebbe prenderla per la testa, in Africa, dove viene organizzata da chi la pensa proprio come lui in termini di depredazione neoliberista. Uno cui la decapitazione di un movimento di massa sacrosanto come quello No Tap ha fatto secernere la stronzata: “Così gli italiani avranno più gas a minor prezzo”. 

Per trovare un governo che vorrei mio, dovrei tornare al 1870 e a Parigi, ai primi Soviet, a Cuba finché c’era il Che, al Burkina Faso di Thomas Sankara. Ma poi, vai a vedere. Ma di questo governo so, con granitica certezza, che è mille volte peggio chi lo bombarda giorno e notte di fiele e menzogne, a partire da quel sinistro “manifesto” in osceno orgasmo davanti al TAP che si farà, solo perché passa con i cingoli, oltreché su territorio, acqua e aria, su integrità e forza politica dei 5 Stelle. 

E so anche che questo governo ha provato, sta provando e sta facendo cose, magari pochine, magari timide, ma che per quelli di prima, da Andreotti ad Andreotti, da Amato a D’Alema, da Prodi a Renzi, sarebbero stati anatema, rovesciamento dei paradigmi, obbrobrio per le fratellanze, vittoria del Maligno...


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Mia integrazione a proposito del TAP:

"Il progetto TAP è stato approvato durante il governo Monti ed il tracciato è iniziato sotto i governi Renzi e Gentiloni (Di Maio aveva promesso di chiuderlo in campagna elettorale, ora non lo può fare perché, dice lui, ci sarebbe da pagare la penale. Salvini invece è convinto di andare avanti… quindi in un modo o nell'altro Di Maio e Salvini fanno esattamente come Renzi e Gentiloni. Con una scusa o con l'altra il TAP va avanti… a vantaggio di chi?). Evidentemente  qualsiasi governo italiano non può esimersi dal sostenerlo poiché è un progetto obbligato, per ragioni geopolitiche superiori.   La persistenza del rischio sismico mi fa molto temere per i rischi al nostro territorio dell'avanzata del gasdotto Snam Rete Adriatica Brindisi-Minerbio (e proprio a Minerbio, sembra che il gas verrebbe stipato). Tutto il percorso TAP attraversa zone sismiche con condotte  del diametro di ben 120 cm, un’infrastruttura di quasi 700 km di lunghezza (collegata a sua volta al TAP dell'Azerbaigian), che sta attraversando tutte le aree a più elevato rischio terremoti dell’Italia centrale, compresi ben tre crateri sismici tra Umbria, Marche ed Abruzzo e la stessa Emilia, nonché le zone di alto pregio naturalistico dell’Appennino (considerando -inoltre- che a lato, come non bastasse, insiste il fracking delle trivelle nell'Adriatico). 

Queste opere servono esclusivamente al progetto di trasformare il nostro paese in un HUB DEL GAS, per l'import/export di metano, riservato al profitto del proponente. Sono scelte imposte dall’alto, non giustificate da finalità di pubblica utilità, perché il gas che attraverserà il metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi.

Con una vera e propria beffa, si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi sulle comunità locali, che dovranno pagarne i pesanti effetti sul turismo, sull’agricoltura, su un’economia locale già messa gravemente in ginocchio.

La decisione di trasformare l'Italia in un HUB DEL GAS è stata presa senza alcun dibattito pubblico e senza Valutazione Ambientale Strategica, in un paese che è tra i più vulnerabili in Europa per il rischio sismico e quello idrogeologico." 


Paolo D'Arpini 

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Intervento di Luigi Caroli:

CASTELLI in aria...senza stelle.
Alle prese il ministro Tria con gli swap
il suo viceministro balla il "tiptap". 
Sarà difficile chiamare alle armi una...rivedibile.

Sbaglio, o proprio sul tuo giornaletto era scritto che
da Melendugno il gas sarebbe poi - costosamente -
risalito lungo la penisola per essere stoccato in Emilia?
Se - per colpa nostra - a mancare fosse solo il tratto
italiano, chi dovremmo risarcire nel modo così oneroso
di cui si sta cianciando?
Quanto gas sarebbe a noi riservato? A che prezzo?
Continuiamo ad essere dei servitori e le clausole sono
sempre a nostro sfavore. Naturalmente gli italiani
che le firmano portano poi i quattrini all'estero.
Senza bisogno di gasdotti.
Il nostro Paese è ridotto azero.

Luigi Caroli

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Scrive Fulvio Grimaldi a commento dell'articolo: 

Tra le tante sottovalutazioni (tipo il diktat di Trump a Conte e l’interesse russo al TAP che taglia fuori il South Stream) non si tiene conto dell’immane disastro dell’Italia ridotta a hub del gas per l’Europa, della totale inutilità del TAP per il fabbisogno energetico italiano, del suo contributo alla catastrofe climatica  e dell’appena accennato pericolo che comporta la concentrazione del gas in arrivo dal Tap negli impianti di stoccaggio, reiniezione ed estrazione nella bassa padana a fortissimo rischio sismogenetico...”


sabato 27 ottobre 2018

Matematica astratta e geometria iperbolica



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Friedrich Gauss, fisico, astronomo e matematico tedesco, è stato definito a ragione il “principe dei matematici” ed è stato indubbiamente uno dei più grandi matematici dell’era moderna, sia nel campo algebrico, che in quello statistico, nella teoria dei numeri, nell’analisi matematica e nella geometria differenziale.
Nato nel 1777 da una modesta famiglia a Braunschweig, si distinse fin dalla tenera età come un bambino prodigio particolarmente versato nelle discipline matematiche. Si racconta che a scuola stupì i suoi insegnanti riuscendo a calcolare in pochi minuti la somma dei numeri da 1 a 100, con un suo particolare metodo di calcolo, operazione per cui normalmente si impiegherebbero varie ore.
La sua fama giunse fino al Duca di Brunswick che decise di finanziarne gli studi fino al livello universitario presso l’università di Gottinga.

Come matematico puro Gauss dimostrò innanzitutto la validità di un semplice metodo di costruzione con riga e compasso dei poligoni con numeri di lati uguali ai numeri primi di Fermat. Successivamente dette varie dimostrazioni di quello che è stato definito il “teorema fondamentale dell’algebra” relativo allo sviluppo delle funzioni algebriche integrali ad una variabile, che lo stesso grande D’Alembert non era riuscito a dimostrare correttamente.

Nelle “Disquisitiones Arithmeticae” espose varie importanti teoremi sulla teoria dei numeri, come la legge di reciprocità quadratica. Svolse inoltre considerazioni sulla distribuzione dei numeri primi, argomento già trattato dal grande matematico francese Fermat, e sulla costruzione dei cosiddetti “numeri naturali”.

Elaborò il metodo ancora usato per la minimizzazione degli errori di misura, il cosiddetto metodo dei “minimi quadrati”, ma forse la sua creazione più nota riguarda la distribuzione statistica degli errori illustrata dalla ben nota curva a forma di campana detta appunto “gaussiana”. Un altro risultato di grande importanza fu la definizione di un teorema sulla curvatura delle superfici.

Gauss fu anche un precursore nel campo delle geometrie non euclidee, cioè quelle moderne geometrie successivamente sviluppate dal russo Lobacevski, l’ungherese Bolyai ed il tedesco Reimann, che rifiutano il V° postulato euclideo delle rette parallele e che sono servite di base anche alla teoria della relatività generale. Gauss non pubblicò questi studi temendo di sollevare eccessive polemiche, come risulta dalla sua corrispondenza con lo stesso Bolyai e con due matematici tedeschi che si interessarono al problema: Schweikart e Taurinus.
Gauss divenne anche astronomo ufficiale presso l’osservatorio di Gottinga interessandosi in particolare degli asteroidi. Il suo più celebre risultato è quello raggiunto per via matematica sul moto dell’asteroide Cerere scoperto dall’astronomo Giuseppe Piazzi. 

Non riuscendo Piazzi né nessun altro astronomo a determinare il punto esatto in cui l’asteroide sarebbe stato visibile dopo essere stato coperto dalla Luna, Gauss ne previde la posizione con stupefacente esattezza.

Gauss si interessò anche di elettricità, gettando le fondamenta dell’elettrostatica, e di magnetismo, sviluppando per primo una teoria generale del magnetismo terrestre, scoprendo che i poli magnetici non coincidevano con i poli geografici e misurando i valori magnetici in vari punti. Egli mise a punto anche un primo semplice telegrafo elettromagnetico e creò un sistema assoluto di unità di misura di grandezze fisiche tuttora in vigore.

Il grande scienziato e matematico morì universalmente onorato e stimato a Gottinga nel 1855. Circa 20 anni prima, nel 1832, aveva ricevuto da parte del matematico ungherese Wofgang Bolyai una memoria contenente anche un originale lavoro del figlio, il matematico dilettante Janos Bolyai (1802-1860). Quest’ultimo, tra il 1825 ed il 1829, aveva sviluppato una geometria che prescindeva da V° postulato, proseguendo sulla strada già aperta nel ‘700 dallo svizzero Lambert e l’italiano Saccheri  che avevano affrontato il problema della dimostrazione del postulato, rivelatasi impossibile. 

La risposta di Gauss, che specificava di aver già studiato il problema ma senza pubblicare i risultati, perché avrebbero provocato troppe critiche, fece infuriare e deluse Janos Bolyai che non produsse più altre ricerche di rilievo.

Il più deciso sostenitore della nuova rivoluzionaria geometria fu il geniale matematico russo Nicolaj Ivanovic Lobacevskij (1793-1856) che illustrò i principi della nuova geometria, sviluppati indipendentemente da Janos Boylai e da Gauss, già in una memoria del 1823, che fu rifiutata. Lobacevskij, divenuto professore e poi rettore dell’università di Kazan, tornò alla carica con uno scritto del 1829-1830 “Sui principi della Geometria”, ed ancora nel 1835 con l’opera “Geometria Immaginaria”, e nel 1835-38 con “I nuovi principi di Geometria” , ed infine con una memoria riassuntiva del 1853.

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La nuova geometria di Boylai e Lobacevskij, detta “iperbolica”, si basa sull’ipotesi che da un punto esterno ad una retta possono partire due rette parallele ad una retta data, formanti angoli acuti con essa. Una generazione dopo, il geniale matematico tedesco Riemann, partendo da altre ipotesi, costruirà una nuova geometria non euclidea, detta “ellittica”.

Deve essere sottolineato che Lobacevskij dichiarò orgogliosamente che la nuova geometria non era un’astratta esercitazione, ma un tipo di matematica più aderente all’esperienza della realtà, fatto poi confermato nelle applicazioni alla fisica moderna. Le geometrie non euclidee misero anche in crisi l’affermazione di Kant secondo cui la geometria (euclidea) deriverebbe dal carattere “trascendentale” (ed immutabile) dello spazio, visto come nostra intuizione soggettiva “a priori”.

Nel campo dell’algebra va ricordata in questo periodo l’opera del matematico e medico italiano Paolo Ruffini (1765-1822), professore a Modena, che sollevò il problema dell’impossibilità di risolvere con le operazioni tradizionali le equazioni di grado superiore al 4°. 

La problematica fu ripresa dal giovane e sfortunato matematico norvegese Niels Henrik Abel (1802-1829), nato da una famiglia molto povera, che dimostrò l’assunto di Ruffini (teorema di Abel-Ruffini), scrivendo anche agli importanti matematici francesi Lagrange e Legendre (vedi N. 66) senza ottenere risposta. Quando sembrava che la sua vita avesse una svolta, in quanto chiamato all’Università di Berlino, fu stroncato dalla tisi. Altrettanto sfortunato fu un altro giovanissimo matematico francese, Evariste Galois (1811-1832), romantica figura di rivoluzionario in quanto seguace del socialista rivoluzionario Blanqui, che impostò un metodo del tutto nuovo per indicare l’eventuale risolvibilità delle equazioni di grado superiore con la “teoria dei gruppi” di permutazione, che stabiliscono relazioni tra le radici algebriche di un polinomio di grado qualsiasi. Dopo aver scritto inutilmente ai matematici Poisson (vedi N. 70) e Cauchy, Galois ci ha infine lasciato alcune illuminanti paginette di appunti scritti affannosamente nella notte che precedette il duello in cui il giovane perse la vita, e che si interrompono con le celebri drammatiche parole:” non ho tempo ….”. 

L’opera di Galois fu molto apprezzata qualche anno dopo la sua morte e la teoria dei gruppi sviluppata da Dedekind, Kronecker, Artin ed altri.

Nello stesso periodo in Inghilterra si sviluppò a Cambridge, Università di grandissime tradizioni matematiche, un gruppo che sviluppò un’algebra molto astratta, basata su sistemi logici. Ne fecero parte Woodhouse, Babbage, Peacock ed Herschel junior (figlio del noto astronomo: vedi N. 59). Contemporaneamente operò a Dublino sulle stesse tematiche il matematico Hamilton.

Per quanto riguarda gli sviluppi e la razionalizzazione della matematica infinitesimale (o “analisi matematica”), si deve ricordare la figura del francese Augustin-Louis Cauchy (1789-1857), che fu anche ingegnere presso l’Ecole Polytechnique, e sviluppò teoremi di analisi matematica basati sui concetti di limite e di continuità.

Vincenzo Brandi

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venerdì 26 ottobre 2018

Censura oscura delle mie brame... dimmi chi è il più censurato del reame



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Pochi giorni fa il noto blog di Diego Siragusa, un sincero ed intelligente democratico che ha sempre preso posizione a favore della lotta del popolo palestinese per liberarsi dall’oppressione e dall’occupazione sionista, e contro le malefatte del colonialismo e dell’imperialismo, è stato bloccato da Facebook su istigazione di ambienti sionisti (1). Tra i numerosi messaggi di solidarietà a Siragusa vorrei ricordare quello del giornalista antimperialista Fulvio Grimaldi, che ha sottolineato come anche il suo notissimo blog sia stato bloccato in varie occasioni dai potenti server di stanza in USA e come si sia cercato di spegnere la voce di altri siti non allineati come Telesur, Russia Today, Venezuela Analysis, Byoblu ….

Ma la censura non è l’unico né il principale mezzo di manipolazione delle coscienze per orientare nel senso voluto dai padroni al livello mondiale l’opinione pubblica internazionale. Ancora più insidioso è l’uso di bugie e “fake news”: giornali e TV, giornalisti di regime, agenzie di stampa, ONG falsamente indipendenti (ma in realtà al servizio dei padroni del mondo), cercano di creare un mondo virtuale in cui gli sfruttatori diventano “filantropi”, le guerre di aggressione diventano “interventi umanitari”, ed i difensori dell’indipendenza dei propri paesi minacciati diventano “criminali” da trascinare di fronte a tribunali internazionali (in realtà creati ad hoc per terrorizzare e distruggere chi resiste).

Gli esempi più clamorosi di queste manipolazioni sono sotto gli occhi di tutti: George Bush e Tony Blair (noto come “the liar”: il bugiardo) parlarono della presenza di fantomatiche “armi di distruzione di massa” (mai trovate) per giustificare la distruzione dell’Irak, costata milioni di morti, l’impiccagione di Saddam Hussein, e la destabilizzazione dell’intera area mediorientale che perdura tuttora. Slobodan Milosevic, ultimo difensore di ciò che rimaneva della gloriosa Federazione Jugoslava (i cui fondatori si erano tanto distinti nella lotta al Nazismo) fu abbattuto da un colpo di stato (finanziato da George Soros, dalla CIA e dai servizi “revancisti” tedeschi), rapito, trascinato di fonte al Tribunale dell’Aja e fatto morire in prigione. Pochi sanno che la sua innocenza da tutte le accuse è stata riconosciuta (in sordina) post-mortem. 

 Per giustificare l’assassinio di Gheddafi e la distruzione della Libia (il paese allora a più alto tenore di vita dell’Africa, che assicurava il lavoro anche a milioni di immigrati ed intendeva creare una Banca Africana in alternativa al Fondo Monetario Internazionale ed al Franco Francese imposto – a caro prezzo - a tutta l’Africa Occidentale) i nostri giornalisti corrotti scrissero (falsamente) che l’aviazione libica aveva ucciso 10.000 manifestanti e che i soldati di Gheddafi si imbottivano di Viagra per poter violentare sistematicamente le donne. Particolare accanimento è stato usato contreo il Presidente della Siria Assad, accusato senza alcuna prova di ordinare attacchi chimici sulla popolazione e di torturare sistematicamente gli oppositori. Nella diffusione della prima “fake news” (inventata per poter giustificare attacchi militari contro quello sfortunato paese per poterlo fare a pezzi) si sono distinti, oltre ai soliti media di regime, la ONG “Medici Senza Frontiere” e l’altra ONG “Elmetti Bianchi” notoriamente creata dai servizi segreti inglesi e finanziata da UK ed USA. Ogni volta che è stato possibile per i tecnici internazionali controllare sul terreno (come nel recente caso di Douma, città subito dopo i presunti fatti liberata dall’esercito) la notizia è stata smentita (in sordina). Nella “fake News” sulle torture si è distinta la falsamente indipendente “Amnesty International” ed il suo rappresentante italiano Noury: è stato presentato un dossier fotografico il cui autore sarebbe un fantomatico “Agente Caesar” (di cui è sconosciuto il nome, il viso, la residenza: ovvero un completo fantasma!) ed in cui le foto di cadaveri martoriati non recano nomi, né notizie di circostanze della morte, né visi riconoscibili in evidenza, per cui le immagini sono presumibilmente di repertorio (ad esempio foto di Irakeni torturati ed uccisi dagli Americani ad Abu Ghraib o di Afghani uccisi nella base USA di Bagram presso Kabul).

Ovviamente anche la Russia di Putin – nuovo “impero del male” dopo la disgregazione dell’URSS – è stata messa sotto accusa perché avrebbe interferito nelle elezioni statunitensi per via informatica con false notizie ( accusa su cui non è stata fornita alcuna prova) e per aver avvelenato l’ex-spia Skripal e la figlia con presunte sostanze nervine. Sulla provenienza di queste sostanze (che non dovevano essere troppo efficaci visto che i due avvelenati sono vivi e stanno bene) e sul modo in cui sarebbero state somministrate anche lo scienziato responsabile dei laboratori britannici che producono sostanze nervine ha dichiarato di non essere in grado di dire nulla. Un vice-ministro degli interni britannico ha dovuto ammettere che le fantasiose ricostruzioni fatte finora dai funzionari di polizia incaricati dell’indagine sono contraddittorie ed inconcludenti; per cui tutta la provocazione rischia di cadere nel ridicolo.

Contro quest’uso scellerato di false notizie sono stati scritti alcuni documentatissimi libri come “Menzogne di Guerra” del giornalista tedesco Elsasser sulle guerre in jugoslavia (2), un documentato dossier dell’editore Zambon sulle false narrazioni sui fatti di Srebrenica (3), l’intelligente libro di Wladimiro Giacché “La Fabbrica del Falso” (4), il libro di Paolo Borgognone sulla disinformazione e la formazione del consenso (5), il libro di Giulietto Chiesa, ed altri, “Zero” (6) sulle false versioni date sui fatti dell’11 settembre 2011 dal Governo statunitense, versioni già ampiamente contestate da un agguerrito stuolo di 2700 ingegneri, fisici, chimici e professori universitari americani, inutilmente contestati dai cosiddetti “debunkers” (pseudo-tecnici assunti dal Governo USA per contestare i contestatori).

Sulle vicende siriane Si può segnalare l’ottimo libro del professore australiano Tim Anderson, “La sporca Guerra contro la Siria” (7), in cui lo studioso smentisce il falso mito di una “rivoluzione” all’inizio “pacifica” (in realtà un’aggressione esterna strettamente pianificata da molto tempo). Nel sito CIVG Informa (8), il giornalista Luigi Mezzacappa mette a confronto in un video le sciocchezze dette sulla Siria dalle note giornaliste pseudo-“progressiste” del TG3 Giovanna Botteri e Lucia Goracci e dalla giornalista palestinese Rula Jabreal (che si è troppo innamorata del jet set internazionale e delle platee televisive che ha frequentato in qualità di autentica star) con le verità sottolineate dalla giovane coraggiosa giornalista australiana Eva Bartlett che smaschera le bugie degli “Elmetti Bianchi” e del cosiddetto “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani” (SOHR). Quest’ultimo è in realtà costituito da un siriano rinnegato con ufficio a Coventry in Inghilterra, ufficio ampiamente e notoriamente finanziato dai servizi segreti britannici (MI6).

Insomma l’amico Diego Siragusa, cui va tutta la nostra solidarietà, non è solo nella sua battaglia per la verità. Anche se faticosamente, e tra mille censure ed oscuramenti, l’opera di sgretolamento di alcune false verità imperiali, sioniste e neo-colonialiste, si fa strada.

Vincenzo Brandi

  1. Jurgen Elsasser, “Menzogne di Guerra”, ed. La Città del Sole, 2002
  2. A. Dorin, Z. Jovanovic, “Srebrenica – come sono andate veramente le cose”, ed. Zambon, 2012
  3. Wladimiro Giacché, “La Fabbrica del Falso”, Derive&Approdi, 2011
  4. Borgognone Paolo, “La Disinformazione e la Formazione del Consenso attraverso i Media”, ed. Zambon
  5. G. Chiesa ed altri, “Zero”, ed. Piemme, 2007
  6. Anderson Tim, “La sporca Guerra contro la Siria”, ed. Zambon, 2016
  7. info@civg.it, N. 135: Luigi Mezzacappa, “Siria, quale guerra, informazione e disinformazione ….”




Mio commentino: "Nel  nostro piccolo anche Il Giornaletto di Saul ed i post di Saul Arpino su FB, sono censurati e bloccati una settimana sì ed una no... Eppure ci occupiamo quasi esclusivamente di bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica. Ma evidentemente anche questi sono argomenti scomodi!" (P.D'A.)

giovedì 25 ottobre 2018

Dal mattatoio Honduras alla discarica di Tapachula



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Ai disperati in marcia verso il “sogno americano”, manipolati o meno che siano da uno dei tanti Jack che incombono da secoli sui destini del continente, non dice bene. Prima di arrivare a Ciudad Juarez, davanti al Texas, saranno selezionati dai narcos, bastonati, sequestrati, uccisi da questi, quando non dalle maras, angariati e rinchiusi da queste o quelle forze dell’ordine, spiaggiati sui due lati del fiume Suchiate, in Honduras o Messico, a rimediare un po’ di lavoro e un po’ di alcol. 

Li ho visti lì, alcuni da anni, sotto tetti di cartone, instupiditi dall’attesa, dal niente, dalla dissipazione di ogni prospettiva. Con loro, su pneumatici di camion, ho attraversato il Suchiate, li ho visti attendere da un’eternità il treno buono per il nord, arrampicarvici, caderne per la stanchezza, morire. Soprattutto li ho visti finire nell’immensa discarica di Tapachula, a lavorare sotto caporali frugando tra i rifiuti. 

Donne del Guatemala, lì da anni, rosicchiate dalla tubercolosi, con i figli nati prima, ma anche lì, che si grattavano la scabbia. Ho raccontato tutto in “Messico: angeli e demoni nel laboratorio dell’Impero”. Scusate lo spot.


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mercoledì 24 ottobre 2018

Quando sai che... e taci, allora tu non sei un uomo


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Quando sai che il 15% della popolazione mondiale dispone dell’85% delle ricchezze naturali e mangia il 60% di tutto il cibo prodotto, mentre 50 milioni di persone (quanto le vittime della Seconda Guerra Mondiale) ogni anno muoiono di fame e di miseria e non ti ribelli a questa ingiustizia, tu non sei un uomo.

Quando sai che nel mondo un miliardo e mezzo di persone percepiscono in un mese quanto guadagna in un giorno il primo magnate in Occidente, mentre ogni mucca riceve dalla comunità europea un sussidio di 2,5 dollari al giorno (il doppio di quanto dispone il 75% degli africani) e dici, “Che ci posso fare”, tu non sei un uomo.

Quando sai che tutte le malattie del mondo potrebbero essere debellate con la somma che il mondo spende in un solo giorno in armamenti militari (150 milioni di euro al minuto); che un sottomarino atomico costa quanto 4.000 ambulatori medici; che i soldi spesi ogni anno solo negli Usa per curare le patologie e i danni causati da eccessi alimentari basterebbero ad eliminare la fame nel mondo e non ti senti sprofondare dalla vergogna, tu non sei un uomo.

Quando sai che il Sud del Mondo per pagare i suoi debiti versa ogni anno 12.000 miliardi di dollari nelle casse dei paesi ricchi e che il 40% di tutte le importazioni agricole negli Usa  destinati agli animali d’allevamento vengono dai paesi in via di sviluppo e credi che sono cose che non ti riguardano, tu non sei un uomo.

Quando sai che milioni di tonnellate di eccedenze alimentari vengono distrutti, che centinaia di migliaia di capi di bestiame vengono inceneriti e che tonnellate di latte vengono versate sulla strada per equilibrare i prezzi tra offerta e consumo, mentre 7 madri su 10 nel Terzo Mondo vedranno i loro bambini morire di fame e il tuo cuore non si spacca dal dolore; tu non sei un uomo.

Quando sai che 70 miliardi di animali ogni anno vengono allevati in modo infernale e uccisi per imbandire le tavole degli umani, che i cereali utilizzati per produrre un solo kg della carne sarebbero sufficienti a sfamare per un giorno 40 bambini e non senti di ribellarti a questa follia collettiva, tu non sei un uomo.

Quando sai che 40 mila bambini muoiono ogni giorno (8 milioni ogni anno) per mancanza di acqua potabile mentre tu sprechi 100.000 litri di acqua mangiando un solo chilo di carne di manzo; quando sai che 1.000 bambini solo in Italia vengono uccisi ogni giorno con l’aborto e hai ancora il coraggio di guardarti allo specchio, tu non sei un uomo.

Quando sai che nel mondo ogni anno 300 milioni gli animali vengono torturati e uccisi con la vivisezione (l’86% senza alcuna anestesia), e ti limiti a dire “poveretti”, tu non sei un uomo.

Franco Libero Manco

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Se sei un uomo non ti nascondere dietro i tuoi falsi pregiudizi:
levati i tappi dalle orecchie, la benda sugli occhi, la corazza sul cuore.
E’ troppo comodo, troppo ipocrita limitarsi al lamento, alla critica, alla protesta.
E’ troppo comodo aspettare che siano gli altri a realizzare un mondo migliore.

martedì 23 ottobre 2018

Italia, il paese più sottosviluppato del mondo sviluppato


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Non c'è da stupirsi che l'Italia risulti il paese con la popolazione più ignorante tra i cosiddetti paesi sviluppati e occidentali, addirittura peggio degli Stati Uniti, che come ignoranza non scherzano.
Tratto l'argomento anche nel mio libro in fase di pubblicazione e quindi per me è solo un'ovvia conferma. 

Ma in questo caso devo riconoscere l'intelligenza di una ricerca internazionale (vedi di seguito)  che non si soffermata sui titoli di studio, che traggono in inganno, non essendo sufficienti per tracciare l'ignoranza o la cultura di una popolazione, ma ha tenuto conto della percezione della realtà, cioé la capacità di analizzare e valutare i fatti. Siccome per farlo occorre essere ben informati, documentarsi ed elaborare i dati, quindi occorre soprattutto saper pensare, ecco che gli italiani sono emersi nella loro pigrizia, disinformazione, sprovvedutezza, ignavia, ecc.. 

Del resto il 70 per cento della popolazione non legge mai neppure un libro all'anno, e la maggioranza si informa ancora tramite la televisione, pochissimi navigano in rete per documentarsi, la maggioranza naviga per cazzeggiare. Quindi di cosa dovremmo stupirci, semplicemente adesso abbiamo ottenuto un riconoscimento pubblico internazionale: SIAMO LA POPOLAZIONE PIU' IGNORANTE DEL MONDO OCCIDENTALE E INDUSTRIALIZZATO.

Siccome non dovremmo andarne fieri, forse è il caso di investire in cultura, anche perché occorrono decenni per ottenere dei risultati tangibili e visibili, a partire dalla RAI che andrebbe completamente rinnovata buttando fuori i paraculi e parassiti che l'hanno invasa negli ultimi decenni, dovrebbe finalmente tornare ad essere un mezzo per divulgare informazioni attendibili e obiettive e fare cultura di massa.

Claudio Martinotti Doria


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claudio@gc-colibri.com

 

Il paese più ignorante del mondo? Purtroppo è l’Italia


Per il “Misperceptions Index” siamo i più ignoranti del mondo. Non siamo capaci di percepire correttamente la realtà e, di conseguenza, non siamo in grado di fare scelte sagge.


 
Correva il secolo 1500, quando il filosofo francese Michel de Montaigne scriveva “C’è un’ignoranza da analfabeti e un’ignoranza da dottori“. Non immaginava certo che, cinque secoli più tardi, un paese con il 7,5% della popolazione laureata e una delle culle della cultura della civiltà moderna, avrebbe raggiunto il traguardo di paese più ignorante del mondo.
In questo caso non si fa riferimento agli italiani sopra i 6 anni quasi privi di titolo di studio o analfabeti, cioè l’11% della popolazione secondo i dati dell’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo (UNLA). Quanto invece alla percezione della realtà, misurata in 38 diversi paesi di tutto il mondo attraverso il Misperceptions Index. Questo indice, redatto ogni anno dalla IPSOS Mori, valuta la distanza tra la percezione delle persone e la realtà dei fatti.
I dati emersi in 4 anni di indagini, attraverso 50 mila interviste, consacrano l’Italia come paese più ignorante del mondo. Popolazione, immigrati, lavoro, criminalità, salute, sono tutti argomenti sui quali gli italiani mostrano una scarsa conoscenza dei fatti e ancor più scarsa consapevolezza del mondo che li circonda. Per esempio, il 50% degli italiani crede che, dal 2000 ad oggi, gli omicidi nel paese siano aumentati, mentre il 35% scommette che siano rimasti invariati. In realtà gli omicidi in Italia, dal 2000, sono diminuiti del 39%.

Incapaci di vedere correttamente la realtà

Insomma, in Italia, le persone sembrano non avere la capacità di stimare correttamente la realtà. Tendono infatti  a sovrastimare fenomeni come il livello di immigrazione, il tasso di criminalità, il tasso di disoccupazione, il gioco d’azzardo e i livelli di obesità.
L’ignoranza è uno dei peggiori mali esistenti, poichè porta a non capire il mondo in cui si vive e, di conseguenza, a fare scelte sbagliate.
Non è azzardato pensare che il declino del paese a cui abbiamo assistito negli ultimi anni abbia a che fare in qualche modo con quanto traspare in questo studio e che l’informazione nazionale abbia qualche responsabilità a riguardo. Forse, la caccia indiscriminata a “like” e “followers” ha infestato il panorama informativo di articoli-spazzatura, i cui effetti si stanno mostrando in tutta la loro gravità. A questo, si aggiunge la scarsa selettività delle fonti da parte dei lettori, che hanno la tendenza a bere di tutto, a patto che sia sensazionale.
Adesso, in tutta la nostra beata ignoranza italica, non rimane che goderci il primato dei più ignoranti del mondo. Magari, riflettendo su come imparare a leggere, ascoltare e vedere la realtà che ci circonda…
Misperceptions Index
  1. Italia (index score: 100)
  2. Stati Uniti (index score: 90)
  3. Francia (index score: 86)
  4. Australia (index score: 78)
  5. Belgio (index score: 77)
  6. Canada (index score: 77)
  7. Spagna (index score: 76)
  8. Polonia (index score: 76)
  9. Regno Unito (index score: 76)
  10. Giappone (index score: 72)
  11. Corea del Sud (index score: 70)
  12. Germania (index score: 64)
  13. Svezia (index score: 53)

lunedì 22 ottobre 2018

....digita "Gerusalemme capitale d'israele" e troverai una "fake"


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Già, proprio così, a partire da La Repubblica,  la disinformazione  dei media mainstream  si "sforza"  di  propinare al lettore innocente la notizia  più falsa e tendenziosa di tutte: "Gerusalemme  capitale di Israele"!


Digitare per credere...   https://www.repubblica.it/esteri/2018/01/22/news/pence_a_gerusalemme_e_un_onore_essere_qui_nella_capitale_d_israele_-187025589/  la società editoriale fortemente legata a Tel Aviv   per parentado del socio fondatore di origine sefardita.  

Ma nella campagna disinformatoria la testata non è sola, anche Google  è tra quelle che tuonano spesso e volentieri contro "l'antisemitismo dilagante" nel web e si impegna nella "lotta al terrorismo mediante il blocco di siti e notizie riconducibili allo jihadismo".

Ovviamente il tutto  con l'ottica  di Nethanyau e sodali sionisti...  "Gerusalemme, capitale di israele" è tale... (vedi: 
https://www.youtube.com/watch?v=6H377oBOAwM).

Mentre   Wikipedia recita: "La parte orientale di Gerusalemme è stata occupata dallo Stato di Israele nel 1967, e nel 1980 il parlamento israeliano approvò una legge fondamentale (l'equivalente di un emendamento costituzionale) che proclamava unilateralmente "Gerusalemme, unita e indivisa [...]". Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione 478 ha definito la legge nulla e priva di validità, una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente".

Chiaramente non sono solo io, misero mortale che cerca di tenersi informato e (contro) informare a mia volta denunciando  questa sconcezza attuata da chi fa la morale agli utenti  e mi appello  alla stampa libera che voglia riprendere questa mia lettera,  con la speranza di non finire indagato per "antisemitismo"! 

Vincenzo Mannello


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vincenzomannello@live.com

domenica 21 ottobre 2018

Utero in affitto - Ovvero: Se i bambini diventano "merce in vendita"


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utero in affitto...

In Italia l'utero in affitto è reato, ma viene legittimato da quei sindaci e giudici che hanno trascritto atti di nascita di bambini presi all'estero, come figli di "due padri". È successo a Roma, a Milano, a Torino... la Corte di cassazione si pronuncerà presto proprio su un caso relativo a una coppia di uomini che rivendica la "paternità" di un bambino comprato in Canada.

Quei giudici e sindaci, insieme ai media, vogliono farci credere che strappare bambini dalla loro madre e renderli oggetto di compravendita sia un "nuovo diritto"!

Dobbiamo schierarci subito e difendere Michele e altri bambini come lui! Per questo Pro Vita, in cooperazione con Generazione Famiglia, ha lanciato ieri una campagna nazionale contro l'utero in affitto e l'omogenitorialità. Manifesti e camion vela a Roma, Milano e Torino, rappresentano l'immagine che puoi vedere qui sotto:


Due uomini non fanno una madre. I bambini non si comprano. Stop utero in affitto. Messaggi semplici e veri, ma ci aspettiamo reazioni forti e isteriche! Ne parleranno i media, ci strapperanno i manifesti ... ma faremo di tutto per diffondere la campagna per il diritto dei bambini ad una mamma e un papà a livello nazionale!

Daniela Turrini - Notizie Provita  d.turrini@notizieprovita.org

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P.S. - Il Corriere della Sera del 20 ottobre ha annunciato che il Comune di Roma, per volere del Sindaco Virginia Raggi, non solo ha ordinato la rimozione dei manifesti, ma ci ha inflitto pesanti sanzioni e - udite udite - ha «approvato una memoria per dare una risposta sistematica alle campagne di comunicazioni» di Pro Vita e Generazione Famiglia, secondo loro «omofobe e lesive dell'altrui dignità»!...”