giovedì 31 luglio 2014

Renzi, il petroliere, e quei tre o quattro comitatini per l'energia pulita....


Matteo Renzi dice che i comitatini sono tre o quattro

Recentemente il Presidente del Consiglio Renzi ha definito "tre, quattro comitatini" chi combatte ogni giorno contro l'inquinamento da fonti fossili, dimostrando di preferire gli interessi delle multinazionali energetiche a quelli delle comunità locali.

E' inaccettabile, ma indignarsi non basta! Dobbiamo sostenere e dare voce a tutti i cittadini che pagano sulla propria pelle le conseguenze delle energie sporche. Per farlo,  il 31 luglio all'alba - a bordo della Rainbow Warrior - siamo entrati in azione presso una piattaforma petrolifera di Edison ed ENI, nel mar Adriatico.



"comitatini" di cui parla il premier, noi di Greenpeace li stiamo incontrando in occasione del tour della Rainbow Warrior lungo le coste italiane. Dopo aver denunciato i danni che carbone e petrolio stanno recando a La Spezia, Savona e Mondello, oggi in Adriatico abbiamo detto NO alla TRIVELLE: "il nostro non è un Paese per fossili", il nostro mare è un bene inestimabile e va tutelato. 

Privilegiare l'oro nero a discapito dell'oro blu è pura follia!

Gli impatti ambientali in caso di incidente in un mare chiuso come il Mediterraneo sarebbero devastanti. Per estrarre poche gocce di petrolio si rischia di compromettere in modo irreversibile l'ambiente, mettendo in ginocchio anche settori fondamentali per le economie locali, come turismo e pesca sostenibile.

Il 31 luglio 2014  abbiamo dato voce alle oltre 50 mila persone che chiedono al governo di abbandonare i piani di trivellazione e le energie sporche, per puntare alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica... E non ci fermeremo.

Dimostriamo che quei "tre, quattro comitatini" non sono soli... 
Greenpeace Italia

mercoledì 30 luglio 2014

Il debito è finto ma gli interessi si pagano per davvero



Maledizione! – Esclamò l’uomo indignato che aveva capito il meccanismo del trucco – io vorrei spiegare a tutti come fanno i criminali in doppiopetto blu, coi loro modi così raffinati e tante parole eleganti, a derubare intere popolazioni senza che nessuno, o quasi, riesca ad aprire gli occhi! – Non saranno stati, per caso, tutti ipnotizzati, o sono tutti malati di mente?

Vabbè, io ci provo – aggiunse l’uomo indignato, parlando all’uditorio stipato di belle signore e bei signori –. Poi voi mi direte se sono riuscito a decomplicare... no, cancello «decomplicare», volevo dire a semplificare il difficile, ok?

Prego seguitemi con attenzione: Il trucco consiste nel far credere a uno di avergli dato una scatola piena di monete d’oro, senza avergli dato un bel niente.

Orbene, se uno è convinto d’aver ricevuto in custodia la scatola pieno d’oro, quello pensa di avere il dovere di restituirla, cioè egli pensa d’avere un debito, e anzi, da persona perbene insiste per restituire il «debito».

Ecco allora che il buon uomo si fa in quattro per restituire una «ricchezza» che non ha affatto ricevuto e che non esiste neppure.

In realtà i furbi ricevono come «restituzione» una gran massa di ricchezza che non hanno prestato affatto: è solo un flusso a senso unico che, prodotta dalle mani degli italioti, viene convogliata nelle tasche di raffinati malviventi e da quelli fatta sparire: trasferita verso lidi lontani.

– Ma io non ci credo affatto – disse uno dell’uditorio, il sig. Simplicio – Non è possibile questo che lei dice; nessuno ci crederà, ma scusi, metterebbero in piedi una tale messinscena, una stangata spettacolare come questa e nessuno se ne accorge, e nessuno interviene? Non mi faccia ridere! Le istituzioni non se ne accorgerebbero? Il Presidente della Repubblica?, il governo, il parlamento, i politici, i sindacalisti, non se ne accorgerebbero? E la magistratura e tutti gli amministratori nelle città non denuncerebbero queste cose? terrebbero il becco chiuso per caso? E gli studiosi di economia, e i giornalisti specializzati e i presentatori di TV e tutta la «cultura» italiana, tutti questi non solleverebbero uno scandalo, se quanto lei dice fosse la Verità? Vuol forse insinuare che siamo marionette e che stiamo vivendo tutti dentro uno scenario dipinto?

Questo non è possibile, caro signore, di sicuro lei deve aver alzato il gomito, o ha fatto un brutto sogno, lei sogna ad occhi aperti caro mio!.

Via, via, non mi faccia perder tempo, che ho ben altro da fare, io, ho cose molto più urgenti io, con tutti i debiti che ho e che non riesco a pagare, di sicuro mi faranno chiudere bottega ed ho paura persino che quelli di Equitalia mi sequestreranno la casa, e poi, dove metterò la mia famiglia, e i miei bambini?

Eliseo Malorgio

martedì 29 luglio 2014

Mutazioni climatiche e negazionismo scoperto - Radici e motivazioni della disinformazione organizzata

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“L’estate 2014 passerà alla storia, credetemi. Un’estate senza sole è un dramma: la luce delle giornate lunghe serve a penetrare a fondo nelle nostre orbite oculari e permettere alle retine di fissare elementi necessari a dire al cervello di produrre sostanze antidepressive. Togliendoci il sole ci deprimiamo. E lorsignori lo sanno. Per questo ci stanno attaccando coi cieli coperti. Sappiate che nel mondo è la regione scandinava quella col maggior numero di suicidi per depressione. Ed il motivo è sempre lo stesso: mancanza di luce!
Sapete perché vogliono toglierci la luce solare proprio oggi, 2014? 
Perché ad Ottobre verrà varata una serie di piani economico-finanziari devastante che colpirà tutte le fasce (pensionati, studenti, casalinghe, badanti…) ma non i ladri ed i capitalisti coi conti all’estero. No, quelli non li sfiora nessuno, tranquilli. E sarà necessario far ingoiare questa merda ad un popolo depresso piuttosto che ad un popolo di gente sveglia arzilla e briosa. Invece siamo tutti giù di morale per mancanza di relax. Le nostre agognate ferie le abbiamo trascorse sotto alla pioggia a domandarci “ma quando smette”? Non smette. Ce la dobbiamo tenere così, perché così hanno stabilito i maiali mondialisti. Dobbiamo tornare al posto di lavoro più depressi di come lo abbiamo lasciato. E guarda caso tutto in concomitanza delle “riforme” di un governo composto da elementi giudicati incostituzionali dalla Consulta medesima. Un manipolo di cortigiani della TROIKA.”
Prof. Dott. Ing. Andrea Signini - http://lavocea5stelle.altervista.org/
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RADICI E MOTIVAZIONI DEL NEGAZIONISMO

Come si può contestare l’evidenza delle operazioni chimico-biologiche, la frattura che hanno determinato nella storia del pianeta Terra? La si contesta per le seguenti ragioni:o la si conosce in modo superficiale attraverso il filtro dei media ufficiali (è il caso della stragrande maggioranza della popolazione che vive in una campana di vetro all’oscuro dei piani di distruzione orditi dai governi), oppure si tenta di insabbiare la verità, essendo in malafede. E’ questo il caso preciso dei negazionisti:essi non possono non aver compreso le questioni inerenti alle attività di“guerra climatica”. Schiavi di biechi interessi, però, svolgono il loro compito che consiste nel propagare la solita frottola delle “scie di condensazione”. 

Tuttavia anche il pur depistante tema delle contrails è soltanto sfiorato: nei loro biliosi articoli privilegiano l’argomento ad personam, provando a screditare i ricercatori e gli scienziati. Gli occultatori si cimentano in analisi pseudo-psicologiche e pseudo-sociologiche, scadono in una serie di insulti, non disdegnando la scatologia. 

Pur essendo sovente laureati, NON scienziati, quando i negazionisti obtorto collo affrontano il soggetto cruciale, restano nel vago: non puntualizzano i valori termici, barici ed igrometrici che sono necessari alla formazione di una scia di condensa. La loro “scienza” è fumosa, generica, frammentaria, epidermica. Codesta imbarazzante faciloneria non si accetterebbe neppure in un manuale in uso nella secondaria di primo grado, ma è il massimo che si riesce a spremere daidepistatori. 

Quali sono gli interessi in gioco? E’ semplice rispondere: percorsi universitari facilitati, carriere accademiche più o meno folgoranti, impieghi in aziende strategiche, patentini da giornalisti, finanziamenti a fondo perduto per l'apertura di attività commerciali, aderenze in partiti politici, associazioni “ambientaliste”, testate, gruppi di pressione…E’ uno scenario desolante, di abissale ignoranza (in primo luogo della lingua italiana) associata a formidabile spregiudicatezza. [1] Si capisce: i vantaggi sono numerosi, non solo congrue prebende, ma pure la gloria (usurpata ed immeritata) di “scienziati” o, per coloro che si accontentano, di “divulgatori scientifici”. 

Naturalmente tutto ciò non è scienza, bensì mistificazione. Ladisinformazione è la sentina del mondo. Invano cercheremo delle motivazioni non dico nobili, ma almeno normali all’interno della cloaca in cui amano sguazzare i negazionisti. Il loro obiettivo non è sbarcare il lunario, ma bruciare le tappe e, nel contempo, sfogare le loro frustrazioni contro i loro avversari. Solo dei paranoici, degli psicopatici possono trovare soddisfazione in una miserabile esistenza ingorgata nel turpiloquio, nel livore, nella monomania. Solo dei vigliacchi possono aggredire i ricercatori indipendenti ed i cittadini svegli, nascosti dietro l’anonimato e protetti da istituzioni corrotte sino al midollo. 

Tanker Enemy

lunedì 28 luglio 2014

Viva la Palestina laica ed anticapitalista




In Palestina non c'è solo Hamas, ci sono partiti diversi come in Israele e come in qualsiasi altra parte del mondo. In Palestina ci sono anche forze laiche e anticapitaliste, sicuramente quelle a cui noi ci sentiamo più vicini. Abbiamo chiesto ad Ares, un compagno palestinese, un contributo per la pagina che pubblichiamo con grande piacere.

«Il più grande colpevole di quello che sta succedendo a Gaza è semplicemente il capitalismo. E tutti i suoi figli, sionismo, colonialismo, nazionalismo, li trovi sempre lì a distribuire disuguaglianza, morte, distruzione e profitti per pochi.

Perché non sono gli ebrei che bombardano Gaza, ma idioti che si nascondono dietro un'idea di nazionalismo religioso, che si chiama sionismo ed è nato 100 anni fa da uomini d'affari che cercavano una terra dove fare uno Stato. Ma gli ebrei già vivevano in Palestina, convivevano con cristiani e musulmani. Ebrei, musulmani e cristiani hanno sempre convissuto in tutto in tutto il mondo arabo, dal Marocco allo Yemen.

Ed è sempre la logica del profitto e del nazionalismo che ha portato a credere alla possibilità di due Stati, quella logica che sta alla base degli accordi di pace di Oslo 1994, che di pace non hanno proprio niente.

Con gli accordi di Oslo non ha vinto la pace, ma ha vinto il capitalismo. Gli accordi hanno diviso quello che non c'era più da dividere in Palestina. Così adesso esistono tre zone: A, B, C. La prima sotto controllo dell’OLP (in realtà, nell'ultimo mese, l’IDF ha scorrazzato ovunque volesse in tutti i villaggi palestinesi), una zona B sotto controllo congiunto e la zona C completamente israeliana. Qui Israele continua a costruire le sue colonie in casa d'altri. Questi accordi garantiscono anche che il controllo dell'ingresso in Palestina sia fatto da soldati con la stella di David, la moneta è lo sheqel di Tel Aviv, la corrente elettrica la devi comprare da Tel Aviv, gli stessi fondi dell'OLP possono essere manovrati da Israele.

Questa macchina ha creato il colonialismo dei Territori, a vantaggio dei dirigenti dell’OLP che, come avviene in ogni regime coloniale e anche nella povera e arretrata Palestina, sono diventati classe medio-borghese. Quella dei privilegiati, che se ne sta a Ramallah lontano dai conflitti. Quella che per tutelare i suoi privilegi ha svenduto tutto e non vede, o forse non vuole vedere, cosa succede a pochi chilometri. Così ci si è trovati ad avere uno Stato di Palestina dove il governo non combatte il suo peggior nemico, il sionismo, ma l'appoggia; dove non arriva la repressione dell'IDF arrivano i soldatini di Abbas, la resistenza è stata quasi completamente smantellata, tutti sacrifici in cambio di nulla. Perché mentre si reprime in Cisgiordania, il sionismo continua a costruire, a rubare terre, umiliare, uccidere e arrestare.

La divisone palestinese è dovuta a ragioni politiche che si intrecciano con quelle economiche. In una struttura sociale dove la disoccupazione è alta e il più grande datore di lavoro è lo stesso Stato con ministeri, scuole, burocrazia... se sei di un partito lavori e mangi, se non lo sei non mangi (vedi l’adesione allo sciopero generale, quando vinse Hamas nel 2006: la Palestina si blocco perché Israele non pagava gli stipendi e tutti i funzionari pubblici sono di Fatah).

Quello che sta succedendo a Gaza e il risultato di non voler chinar la testa, i gazawi sono per la maggior parte profughi, di ogni guerra che ha devastato la Palestina. Qua non ci sono zone A, B e C, è tutto un grande ghetto: 36 km quadrati, quanto un comune di 200000 abitanti in Italia, solo che ci vivono quasi 2 milioni di persone. A Gaza non si sta punendo Hamas perché lancia i razzi: parlare di Hamas, vuol dire che ci si è fatti lobotomizzare una parte del cervello dai giornali. Hamas non è solo un partito, è anche una parte della società palestinese.

Punire Hamas a Gaza è una bugia, perché tutte le fazioni politiche hanno il loro braccio armato e tutte combattono per la resistenza, che sia Hamas, Jihad Islamica, Al Fath, il Fronte Popolare, tutti combattono, tutti lanciano i razzi, tutti resistono. Questa non è guerra: è resistenza. L'autodeterminazione di un popolo che non vuole essere schiavo di un altro, se ci sta simpatico il 25 aprile in Italia, dovremmo sostenere anche questa lotta.

I motivi veri di questa nuova macelleria, possono essere tantissimi: dallo sfruttamento delle risorse idriche e minerarie del territorio, alla pulizia etnica per ridurre in maniera drastica un popolazione che cresce al ritmo del 4% annuo, una rioccupazione del territorio che Israele ha lasciato nel 2005.

Quello che accade oggi a Gaza non è diverso da piombo fuso, solo che ci sono più internazionali a testimoniare che cadono le bombe, mentre con piombo fuso c'era solo Vik, Vittorio Arrigoni, a raccontarci con gli occhi pieni di lacrime quello che succedeva.

Il vero problema della Palestina e che a nessuno importa dei palestinesi, noi comunque restiamo umani, alzando le dita in segno di vittoria perché resistiamo, che sia in Palestina, in Libano, in Giordania, in qualsiasi parte del mondo dove sono esuli, sappiamo qual è la parte della barricata dove dobbiamo stare.»


99 Posse

domenica 27 luglio 2014

1000 o più di mille? - Superato il numero biblico delle vittime uccise dal beccaio sionista - Si va verso il Grande Israele



Quando anni addietro dicevamo che Israele, fondato su una presunzione di superiorità razziale, rivendica per sé tutte quelle terre e non avrà pace fino a quando non costruirà il grande Regno d’Israele dal Nilo all’Eufrate, con tanto di ricostruzione del Tempio, molti facevano spallucce.

Gli ingenui di centro-destra/sinistra poi ancora oggi vanno dicendo che l’unica  soluzione sarebbero due Stati in pace per due popoli, ecc. Sognano il lavoratore ebreo fianco a fianco del lavoratore palestinese,  e non sanno che in Israele ci sono ebrei di serie A (i puri) e di serie B (gli spuri), poi i non ebrei, i goyim.

Se sarà tollerata una minoranza di “bestie parlanti”, sul sacro suolo di Sion, lo sarà solo per fargli fare gli schiavi-lavoro agli israeliani.

Qualche altro abboccone si illudeva rispetto alle Road map, ma il fatto è che Israele solo apparentemente accettava tregue e alcune spartizioni del tutto teoriche. L'evidenza che si trattava solo di accettazioni temporanee e opportunistiche era data dal fatto che proseguivano senza sosta gli insediamenti di coloni e che ogni pretesto era buono per distruggere, minare l’autorità e i beni dei palestinesi.

Oggi hanno in parte gettato la maschera.

Non sono casuali le dichiarazioni di rappresentanti dell’ebraismo che affermano che bisognerebbe uccidere o stuprare le donne palestinesi, che bisognerebbe deportarli, che comunque se ne devono andare.

Ora è spuntato anche un progetto, discusso segretamente al parlamento israeliano, di una deportazione dei palestinesi nel Sinai.

Per la verità ancora non siamo alla applicazione di questi progetti genocidiari: si accennano, se ne parla per tastare il terreno delle reazioni, ma per ora il progetto vero di Israele è quello di dare la periodica e criminale spallata all’entità palestinese: morte e distruzione, piombo fuso, abbattimento di case, vie, acquedotti, scuole, ospedali e quant’altro. 

Una popolazione già in condizioni miserrime che viene ancor più posta in condizioni impossibili, nel terrore. Con la scusa di qualche razzo o con qualche altra false flag, tra due, tre anni, un altra spallata, altro piombo fuso, altro terrore, e l’obiettivo sarà infine raggiunto.

IL GENOCIDIO TOTALE DI UN POPOLO. MA NON CI SARA’ MAI UN PANNELLA A FARE UNO SCIOPERO DELLA FAME DI PROTESTA.

Maurizio Barozzi

P.S. Messaggio a tutti quelli che credono ai diversivi, e ora strillano contro il fondamentalismo islamico, contro i pazzoidi mussulmani, creati ad arte dalle Intelligence Occidentali: "Ora voi ve ne fregate dei palestinesi, il genocidio è lontano dalle vostre case borghesi, ma ricordate che quando i sionisti avranno edificato il loro Regno, tutto sta scritto nello stesso Litolibro criminale, TOCCHERÀ A TUTTI GLI ALTRI. “Tutti i Re della terra si dovranno prosternare al grande Israele”. Così ha stabilito il Signore e loro ci credono ed ovviamente lo vogliono."


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Commento di Giorgio Vitali: "TUTTO QUELLO CHE I GIUDEI HANNO ATTRIBUITO AI NAZISTI ERA QUELLO CHE è SEMPRE STATO NELLE LORO MILLENARIE INTENZIONI. UNA PURA PROIEZIONE ALL'ESTERNO DEI LORO PENSIERI PIU' RECONDITI. NON A CASO A GUERRA FINITA MOLTISSIMI DI QUESTI "NAZISTI" SI SONO RICICLATI AL SERVIZIO DELL'OCCIDENTALISMO SIONISTA. Consiglio la lettura di EMMANUEL RATIER: I guerrieri di Israele e Emmanuel Ratier: Misteri e segreti del B'nai B'Rith"

venerdì 25 luglio 2014

Forse l'Ucraina sarà salva... (se i suoi soldati capiscono l'antifona)


Subject is Porky Poroshenko
Gli eventi in Ucraina si svolgono in modo tale che molti iniziano pensare che l'unico via per tenere unito il Paese sia un duro regime militare appena possibile. Molti credono che l'economia stia collassando creando disordini sociali. I flussi finanziari occidentali prolungano la crisi esistente. Ma i flussi di denaro estero sono sempre più sottili per via degli enormi sprechi e dell'appropriazione indebita. Secondo diverse stime, quest'anno il Paese avrà bisogno di altri 30-50 miliardi di dollari. Una somma che l'occidente non è pronto a consegnare. Il primo ministro Arsenij Jatsenjuk ha capito la situazione disperata e s'è dimesso, anche se ciò non è ancora stato accettato dal parlamento. Forse accettarlo sarebbe suicida, ma ogni cosa ha i suoi limiti. Il presidente Poroshenko sembra sicuro di sé, ma perde credito. Deve spendere tempo e fatica per respingere le pugnalate alla schiena politiche di Julija Timoshenko, capo dell'ancora abbastanza forte partito Batkivshina, e degli altri oligarchi, prima di tutto Igor Kolomojskij, governatore di Dnepropetrovsk. La crescente militarizzazione della vita economica e sociale, fa dei pistoleri figure di spicco. La pistola può essere puntata in molte direzioni. Ci sono tanti aspiranti al ruolo di capo. Ciascuno appartiene a un certo gruppo d'interessi. L'idea del pugno di ferro è supportata dagli abusi finanziari ampiamente diffusi nella spedizione punitiva nel Donbas. “Il problema di uno è l'occasione di un altro”. Come si dice in tempo di guerra “Per alcune persone la guerra è guerra, per altri, una manna”, il che significa che certuni soffrono in guerra; altri fanno fortuna. Aleksandr Kuzmuk, parlamentare ed ex-ministro della Difesa, ha detto al parlamento che 11,5 miliardi di Grivne sono state stanziate per la difesa. La somma è svanita. Premi in denaro vanno soprattutto a coloro che operano negli stati maggiori. Secondo Kuzmuk, la situazione è inusuale. Gli effettivi coinvolti nei combattimenti sono sostenuti soprattutto dai parenti che inviano denaro e derrate alimentari. I volontari hanno bisogno di molto aiuto, abbisognano di acqua come di visori agli infrarossi. Un'inchiesta presso lo stabilimento di Zhitomir ha illuminato sulla scomparsa dei componenti di 78 veicoli revisionati. Centraline elettriche, torrette ed altro di 225 veicoli corazzati sono scomparse in una fabbrica di Kiev; quattro carri armati da 6 milioni di Grivne mancano. L'ufficio del pubblico ministero è stordito dalla portata dei furti.
Aleksandr Zhilin, il capo del centro per lo studio dei problemi pubblici applicati, ha detto che durante l'operazione “anti-terrorismo” cinque generali ucraini sono diventati milionari, in dollari, in particolare quelli coinvolti nelle azioni punitive. Vi sono altri esempi di furti e appropriazione indebita. I soldati morti restano sul libro paga riempiendo le tasche dei superiori a Kiev. Secondo l'esperto, se tali enormi fondi continueranno ad essere sottratti, la guerra non finirà mai. Per evitare la coscrizione si deve pagare una tangente di 500 dollari nei centri di reclutamento. Non tanto, può sembrare a prima vista, ma il numero dei renitenti è di centinaia di migliaia, comportando un buon profitto. Una volta in prima linea, solo una tangente consente a un soldato di avere il permesso per andare a casa. L'euforia dopo la cattura di Slavjansk ed alcune altre zone delle repubbliche popolari, evapora. S'inizia a capire che non è una vera vittoria, ma piuttosto un serio fallimento della leadership responsabile dell'operazione. Un osservatore suhvylya.org ne parla criticamente. Secondo lui, Slavjansk non è stata presa in battaglia, è stata solo lasciata dagli insorti senza sparare un colpo. Le forze nemiche hanno lasciato la città senza perdite. E' una cortina fumogena. E' impossibile eliminare un gruppo di diverse migliaia con armi pesanti nella città di Donetsk, che ha una popolazione di oltre un milione di abitanti, anche se venissero utilizzate tattiche da guerra network-centrica. Ma le forze ucraine usano la tattica degli anni '30, ancor più obsoleta dell'arte della guerra dei tempi della seconda guerra mondiale. Un altro autore ucraino ha scritto suUkraine on Verge of Chaos che il peggio deve accadere ad autunno, quando il tenore di vita cadrà con il collasso economico, il freddo e l'impoverimento, e la gente sarà esasperata e stanca della guerra, le cui perdite incessanti faranno diffondere la sindrome di Donetsk (in stile afgano) tra i militari veterani delle operazioni di combattimento nella regione di Donetsk. I politici populisti sfrutteranno la situazione a proprio vantaggio; i media versano benzina sui sentimenti sciovinisti e militaristi. I tumulti esploderanno attaccando uffici statali e con pubblico linciaggio di parlamentari e funzionari di tutte le forze politiche. Già oggi i parenti dei soldati protestano di fronte alla residenza presidenziale. Vengono informati via cellulari delle cose scioccanti che accadono sul campo, dei comandanti che abbandonano i loro subordinati sul campo di battaglia. Una prima prova di colpo di Stato c'è stata a fine giugno. 300 soldati dei battaglioni organizzati e finanziati dal magnate Igor Kolomojskij, DonbassAzov e Ajdar, mascherati e in tenuta da combattimento si riunivano a piazza Majdan, a Kiev. Volevano la fine del cessate il fuoco, l'instaurazione del regime militare, armi migliori per i volontari e il permesso di utilizzare ogni mezzo per eliminare le unità di autodifesa del Donbas. Sembrava essere un colpo di Stato militare. Nazionalisti estremisti ben armati della Guardia Nazionale lasciavano il fronte per riunirsi a Kiev con Pravij Sektor e le unità di autodifesa Majdan, chiedendo il cambio di potere dell'esistente regime corrotto. Secondo Sergej Juldashev, il capo dell'ufficio del procuratore di Kiev, 12 edifici amministrativi, tra cui il Palazzo di ottobre e la Casa ucraina, sono ancora occupati dai volontari. Ci potrebbero essere molte armi all'interno. Ad oggi, le unità di autodifesa non hanno alcun desiderio di lasciare gli edifici. Senza dubbio Igor Kolomojskij sarà il primo beneficiario nel caso in cui gli eventi procedano in questo modo.
I media nazionalisti avvertono Poroshenko. Dicono che l'esercito è l'unico attributo del potere legittimo dello Stato. Tutto il resto è degradato. Ma Petro Poroshenko respinge l'esercito. Cioè rifiuta il popolo. Allora chi è il suo alleato? Sembra che presto non avrà nessuno su cui contare. Perde la fiducia della gente. I militari iniziano ad odiarlo. Polizia e servizi di sicurezza sono demoralizzati e corrotti da tempo. Nel modo in cui procede la situazione, non durerà tre anni come Janukovich. C'è sempre il tramonto dopo l'alba. In generale, un possibile modello ucraino va emergendo. Secondo Jurij Romanenko, “il regime autoritario avrà caratteristiche da democrazia militare su base popolare. Senza base sociale solida, il regime semplicemente non resisterà a un nemico potente. Mosca ha fatto di tutto per convincere i russi che la giunta a Kiev governa. Questo è il momento per la giunta di resistere e mostrare quanto sia efficace”. Poroshenko comincia a rendersi conto di essere in pericolo e prende misure preventive. La fretta degli appuntamenti con i vertici militari e della sicurezza indica che si prepara ad affrontare un nemico interno piuttosto che esterno. Valerij Geletej è il neo-ministro della Difesa personalmente fedele al presidente. E' stato a capo dell'Amministrazione della Sicurezza dello Stato (UDO) specializzata nella protezione dei funzionari governativi. La prima cosa che h fatto assumendo il nuovo ufficio, fu metter fine alla distribuzione di armi ai volontari (mercenari dei magnati) presso i depositi militari. Kolomojskij voleva queste armi per le sue formazioni, ma il ministro della Difesa gli ha detto di rivolgersi direttamente al Comandante Supremo, istigando i radicali disposti a prendere il potere. Poroshenko capisce che continuando la guerra nel Donbas, sprona sentimenti militaristi e ambizioni personali nel Paese, segnando la data del suo rovesciamento, che verrebbe accompagnato da spargimenti di sangue.
Le riforme economiche sono impossibili, date le circostanze. Il presidente ucraino è minacciato; vi sono forze che esigono la guerra fino a una fine vittoriosa. Ma è impossibile vincere una guerra contro il proprio popolo. Le divisioni non sono limitate ai campi di battaglia; esistono nelle menti e nei cuori della popolazione. Non importa quante azioni di combattimento si compiranno, le divisioni rimarranno. Ma chi chiede di continuare la guerra fino alla vittoria, guadagnerà forza diventando sempre più pericoloso. Il presidente Poroshenko ha l'istinto dell'autoconservazione e cercherà una tregua e un compromesso con i connazionali? Nel suo caso è l'unica possibilità di rimanere al potere. La gente lo sosterrebbe se scegliesse di agire di questo modo.
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Dmitrij Minin  Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora

giovedì 24 luglio 2014

Informazioni di sistema e indicazioni politiche - Il mondo va in una certa direzione...



...il mondo va in una certa direzione, ormai è innegabile. Stamattina ci siamo svegliati molto presto, ci attende una giornata campale, Caterina deve andare in tanta malora per un appuntamento di lavoro  e non si sa quando tornerà per pranzo, essendoci anche l'incombenza di una mia visita oculistica da fare all'ospedale di Modena alle h. 14... Forse il pranzo salta. In macchina andando verso il baretto del centro abbiamo ascoltato le notizie alla radio, il Sole 24 Ore. Con la guerra in corso non si sa mai, meglio essere informati. Dabbasso leggerete anche un breve commento di Vittorio Marinelli sulle news pubblicate da La Repubblica, ed anch'io ho potuto appurare come le notizie diramate dal sistema siano tutte pilotate: "Netayiahu, il premier israeliano, protesta contro L'ONU perchè questo ente ha deciso di indagare sui soprusi ed eccidi compiuti dal suo governo contro i palestinesi, poiché l'esercito d'Israele bombarda asili ed ospedali civili -L'ONU dovrebbe indagare sui palestinesi e non su di noi – ha detto il premier- che anche oggi abbiamo raso al suolo un ospedale a Jaffa perché utilizzato come santuario dai terroristi- Poi la radio annunciava che tre soldati israeliani erano stati uccisi nei combattimenti a Gaza, decine (invece) le vittime civili palestinesi." Sì, 3 soldati contro decine di civili, presumibilmente collusi coi terroristi, ovvio....


La guerra si avvicina anche all'Italia, grazie ai nuovi insediamenti NATO in Sicilia, la portaerei americana nel Mediterraneo, dove sono pronti i droni e gli aerei militari con missili atomici puntati contro eventuali aggressori antidemocratici. A facilitare la "difesa democratica" il nuovo sistema satellitare di "puntamento", installato a Salemi. Con renzie avevate speranze che cambiasse qualcosa? Ogni speranza scema. Infatti il governo Renzi ha dato l’OK definitivo al M.U.O.S. (Mobile User Objective System), avanzato sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza (banda Ka), in fase accelerata di realizzazione a Niscemi e facente parte di un sistema d’arma nel quale le sue tre gigantesche antenne si interfacciano con quattro satelliti in orbita e con altre tre postazioni di terra. Il programma, gestito dal Ministero della Difesa statunitense, integrerà forze navali, aeree e terrestri. Il M.U.O.S. sfrutta la tecnologia R.F.M.P. e prevede la diffusione, su vari strati di atmosfera, di metalli pesanti quali bario, stronzio ed alluminio. Ciò al fine di creare strati di ionosfera artificiali utili ad interfacciare le postazioni di terra con i satelliti in orbita geostazionaria, evitando disturbi di sorta ed ottenendo così segnali puliti. Il M.U.O.S., come per stessa ammissione del Governo, è un sistema strategico. Sulla carta fungerebbe da innocuo apparato difensivo, ma nei fatti è qualcosa di più grande...

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Scrive Vittorio Marinelli: "A me piace Repubblica perché, nonostante Carlo De Benedetti sia di origine ebraica, non si fa minimamente condizionare. Ieri, per esempio, finalmente ha fatto vedere cos'è la guerra: foto dell'unica casa israeliana distrutta colpita da un razzo di Hamas. Mezzi di scavo all'opera, uomini tutti di un pezzo che scavano, una cicciona che, a onor del vero, par che rida, una foto terribile, insomma. Mica come quelle palestinesi. Per rafforzare l'impressione, sotto l'articolo compare un'altra immagine del funerale, non di un bambino o di un civile, ma di un soldato israeliano ucciso in modo vile da Hamas mentre si trovava dentro un autoblindo ultracorazzato. Occhiello con scritto: "E' il più alto numero di caduti dal 2006". Di bambini palestinesi? No! Di soldati isreaeliani" 

Paolo D'Arpini - Portavoce European Consumers Tuscia

L'America sorveglia la Cina e la Cina sorveglia l'America


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La Cina ne ha abbastanza della diplomazia. Poco dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito che "un conflitto tra Cina e Stati Uniti sarebbe sicuramente un disastro per i due Paesi e il mondo", gli apparentemente stonati USA hanno risposto scatenando ancor più forze militari nel cortile della Cina, annunciando lo sviluppo di nuove tattiche militari per scoraggiare l'avanzata  lenta, ma costante, della Cina nel Mar Cinese Meridionale, anche con l'uso più aggressivo degli aerei di sorveglianza e delle operazioni navali nei pressi di aree contese. 

Il messaggio è chiaro: i convenevoli sono grandi, ma sospendete immediatamente le eventuali ambizioni territoriali che influenzano gli alleati regionali degli statunitensi. Beh, la Cina ha risposto, ma non nel modo con cui gli Stati Uniti avrebbero voluto. Secondo Bloomberg, la Cina ha inviato una nave per sorveglianza al largo delle Hawaii, anche se il Paese partecipa per la prima volta alla più grande esercitazione navale internazionale del mondo guidata dagli Stati Uniti. La nave opera a sud dell'isola hawaiana di Oahu, nei pressi del gruppo d'attacco (CSG) della portaerei USS Ronald Reagan (CVN-76) e del grosso di 50 navi che partecipano all'esercitazione, diverse fonti confermano all'USNI News. La nave d'intelligence si trova presso le acque territoriali degli Stati Uniti, entro le 200 miglia nautiche della zona economica esclusiva, ha detto in una e-mail il capitano Darryn James, portavoce della flotta del Pacifico degli Stati Uniti. La nave non è associata all'esercitazione Rim del Pacifico, o RIMPAC, attualmente in corso, ha detto. "Le forze navali statunitensi controllano costantemente tutte le attività marittime nel Pacifico, e ci aspettiamo che questa nave resti al di fuori delle acque territoriali statunitensi e non operi per sconvolgere l'esercitazione marittima Rim del Pacifico", ha detto James. 

L'ironia, naturalmente, è che questa volta sono gli statunitensi ad essere concilianti con la Cina, invitandola a partecipare a RIMPAC per la prima volta. La Cina ha risposto inviando il secondo maggiore contingente di RIMPAC, quest'anno. "Programmata per favorire la cooperazione internazionale marittima, la Cina espande le sue capacità e la presenza della nave di sorveglianza solleva dubbi tra alcuni Paesi partecipanti". Mentre la Cina partecipa a RIMPAC, le sue forze sono escluse dalla maggior parte delle principali esercitazioni al combattimento. Il Paese ha inviato quattro navi, il cacciatorpediniere lanciamissili Haikou, la fregata Yueyang, la nave rifornimento Qiandaohu e la nave ospedale Peace Ark. Inutile dire che gli Stati Uniti ne sono dispiaciuti: "Invia un pessimo segnale", ha detto Ben Schreer, analista per la strategia della difesa presso l'Istituto di pianificazione strategica australiano di Canberra. "C'era molta buona volontà da parte statunitense, che afferma 'nonostante ciò che avete fatto nei Mar Cinese Orientale e Meridionale di recente, vi abbiamo invitato a queste prestigiose esercitazioni, e avete palesemente inviato questa nave spia nella zona.'"

La Cina ha preso posizioni più decise sulle questioni territoriali con il Giappone nel Mar Cinese orientale e le Filippine e il Vietnam nel Mar Cinese Meridionale, aumentando le tensioni regionali. "Non è la prima volta che siamo sorvegliati mentre operiamo o ci esercitiamo", ha detto Per Rostad, ufficiale del nave della marina norvegese Fridtjof Nansen. "Tuttavia, si potrebbe dire che si fa del romanzo quando si partecipa a un'esercitazione con delle unità", ha detto Rostad che ha cooperato con la marina cinese nel trasporto delle armi chimiche dalla Siria. USNI News aggiunge: “La Cina è un'ospite non invitata nella maggiore esercitazione navale del mondo. Gli Stati Uniti hanno invitato quattro navi della Marina dell'Esercito di Liberazione della Cina popolare (PLAN) all'esercitazione Rim del Pacifico 2014, una mossa salutata come segno di miglioramento delle relazioni militari tra i due Paesi. 

Ma la Cina ha inviato anche una nave da sorveglianza elettronica per monitorare i segnali navali nell'esercitazione. La flotta del Pacifico degli Stati Uniti ha seguito la nave da sorveglianza della marina cinese che opera in prossimità delle Hawaii, presso le acque territoriali degli Stati Uniti", ha detto il capitano Darryn James, portavoce dell'US Pacific Fleet, ad USNI News. "Ci aspettiamo che questa nave resti al di fuori delle acque territoriali statunitensi e non operi in modo da sconvolgere l'esercitazione marittima Rim del Pacifico". James ha detto che la nave non fa parte dell'esercitazione e non specula sulla finalità della nave, ma ha detto che è apparsa nei pressi delle Hawaii una settimana prima. "Tutte le domande sulle intenzioni o capacità della nave dovranno essere affrontate Marina dell'Esercito di Liberazione della Cina popolare", ha detto.  La nave è una nave ausiliaria d'intelligenza generale (AGI) classe Dongdiao, una classe di tre navi progettata per raccogliere dati elettronici e di comunicazione da navi e aerei circostanti, fonti hanno confermato adUSNI News.

Lo spione sulla Cina Andrew Erikson ha detto che la nave probabilmente è la più esperta della PLAN, in un'intervista ad USNI News. "Questa AGI è probabilmente il vascello per l'intelligence Beijixing (codice 851) Tipo 815 della classe Dongdiao, assegnato alla Flotta del Mar Orientale", ha detto Erickson, professore associato presso il Naval War College."Beijixing è il migliore vascello della classe di AGI più avanzate della PLAN. Sulla base delle foto su internet e dei resoconti dei media e del governo giapponese, Beijixing è l'AGI cinese che più ha navigato, avendo operato frequentemente nei pressi e nella zona economica esclusiva (ZEE) del Giappone". 

La classe Dongdiao al largo delle Hawaii opera nella ZEE degli Stati Uniti, ma non in acque territoriali, ha detto James. "La presenza della nave AGI della marina cinese è conforme al diritto internazionale in materia di libertà di navigazione", ha detto. "L'US Navy opera al largo delle acque territoriali delle nazioni costiere di tutto il mondo, nel rispetto del diritto internazionale e delle norme, e all'AGI della Cina è permesso fare lo stesso". In altre parole, la Cina fa ciò che sa fare meglio: rispondere a modo richiamando le varie nazioni alla loro ipocrisia: il ministero della Difesa della Cina ha detto che i movimenti della nave cinese in acque internazionali sono conformi al diritto internazionale, ha riferito Global Times. "La Cina rispetta i diritti di tutti gli Stati costieri interessati al diritto internazionale, e auspica che i Paesi interessati rispettino i diritti delle navi cinesi secondo la legge", avrebbe affermato un funzionario del dipartimento stampa del ministero.

Perché?
La Cina da tempo lamenta la sorveglianza degli Stati Uniti al largo delle coste cinese, all'interno della zona economica esclusiva del Paese. Nel 2009, la Cina disse che una nave di sorveglianza dell'US Navy era attiva nella zona economica esclusiva del Paese, sul Mar Giallo, violando le leggi internazionali e cinesi. L'USNS Victorious non chiese il permesso della Cina, disse allora la portavoce del ministero degli Esteri Ma Zhaoxu.
In sintesi:
1. La Cina avverte gli USA di non provocarla, minacciando un nuovo "conflitto globale".
2. Gli USA provocano inviando prontamente navi da sorveglianza nel Mar Cinese meridionale.
3. La Cina risponde alla provocazione degli USA inviando la propria nave da sorveglianza nelle Hawaii, durante ciò che dovrebbero essere esercitazioni navali amichevoli.
4. ???
Tyler Durden Zerohedge 
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora

martedì 22 luglio 2014

L'anti-semitismo preventivo... dei sionisti antisemiti



Cominciano a circolare interviste, dichiarazioni, articoli e manifesti delle comunità israelitiche europee che denunciano il pericolo di una ondata di antisemitismo da parte di quelle comunità che sono da sempre critiche sulla politica Israeliana verso i Palestinesi e che sono esasperate dalle azioni che lo stato di Israele sta conducendo con la scusa di difendersi dai razzi di Hamas, usando potenti mezzi e strumenti bellici che in 14 giorni di guerra hanno già provocato  diverse centinaia morti e migliaia di feriti.

La sproporzione tra causa ed effetto è del tutto evidente, ma le fonti ufficiali Israeliane ed i loro alleati in USA continuano a fare finta di avere una reale necessità di difendersi da attacchi pericolosissimi..!

D'altronde la storia passata e recente dimostra nei fatti ed al di là di ogni dubbio, che in medio oriente se c’è un oppressore è lo stato di Israele e se c’è un oppresso è il popolo Palestinese!

Il rancore verso Israele diventa perciò rancore contro gli ebrei che lo appoggiano!

Mettetevi nel panni dei milioni di Arabi che vivono in Europa e che vedono i loro fratelli massacrati, affamati, depredati ed umiliati ogni giorno e chiedetevi perché mai non dovrebbero odiare coloro che appoggiano ed approvano un simile comportamento..!

L’arroganza, la prepotenza e la supponenza che il movimento sionista che è alle radici dello stato Israeliano dimostra e che nasce da una supposta superiorità sancita da Dio stesso nella bibbia e nel thalmud non sono certamente un viatico per una convivenza che non si può realizzare solamente a causa di questo atteggiamento.

La dimostrazione sta nella storia.

Prima che il sionismo aggredisse e scacciasse i Palestinesi dalle terre che erano loro da secoli e secoli, in tutti i Paesi arabi gli ebrei hanno convissuto pacificamente senza subire alcuna prepotenza, alcuna ingiuria, alcuna persecuzione.
Lo stesso d'altronde accadde in Spagna dove i mori dominarono per 900 anni.

Questo dimostra che l’attuale impossibilità di una convivenza pacifica tra ebrei e Palestinesi è da addebitare esclusivamente ad Israele a causa della sua arrogante supponenza razzista!

(Stralcio di una lettera di Alessandro Mezzano)

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Commento di Paolo D'Arpini: "Parlare di antisemitismo, volendo significare antiebraismo, è secondo me improprio e fuorviante.  Semiti son tutti i popoli arabi, palestinesi compresi. Anzi  lo sono più loro degli israeliani. Infatti sappiamo bene che la stragrande maggioranza degli ebrei israeliani sono di origine ashkenazita, quindi non semiti ma kazari (di etnia turcomanna). 

Forse fa parte del gioco antisemita israeliano il parlare di "antisemitismo" solo in funzione di  salvaguardia ebraica.  

Anche perché nel mondo sono sempre più frequenti proteste antisioniste ed anti israeliane messe in atto dalle comunità ebraiche tradizionali, leggasi originarie. Da ciò si intuisce che i sionisti cercano di  "giustificarsi"  ponendo le mani avanti sulle cause dell'antiebraismo che avanza in varie componenti della società, non solo in casa musulmana ma anche cristiana e di altre fazioni religiose.  

Dal che si può intuire che le accuse sullo scatenarsi di "ondate antisemite", avanzate  da "ebrei" sionisti ashkenaziti, ha un duplice significato e fine: da una parte serve a ricompattare il "gruppo", che è spurio dal punto di vista etnico ma unito dal punto di vista "religioso", e dall'altra serve a giustificare l'aggressione sionista in corso, alludendo che la responsabilità dell'antisemitismo non sta nel comportamento razzista israeliano bensì nella reazione antisemita dei "goym"....  

I nostri saggi padri latini dicevano: 
"Excusatio non petita, accusatio manifesta.."


Migliaia di ebrei israeliani protestano contro israele










lunedì 21 luglio 2014

Ucraina - Misteri e domande sul Boeing 777 del volo MH17 abbattuto da.....





Domande di  Vincenzo Zamboni: "Il Boeing 777 del volo MH17 sull'Ucraina è stato abbattuto giovedì della scorsa settimana. Dove sono i parenti dei 300 assassinati da questa operazione? Fotografie, interviste, filmati, con nome e cognome, di persone appartenenti ad ogni nazionalità: come mai non compaiono sui mass media a parenti delle vittime, le fotografie ed identità degli scomparsi, veri o presunti che siano? Come mai alcuni degli accorsi sul luogo dell'incidente hanno dichiarato che alcuni cadaveri avevano "un odore strano"; come se non fossero cadaveri "freschi"? 
Ed ancora:  Dell'aereo precipitato in Ucraina è andato tutto distrutto, ma i passaporti dei passeggeri si sono salvati ed anche vestiti, magliette, pelouche, valigie e trolley, secondo le fotografie pubblicate dal Corsera. Un volo di 10.000 metri da un aereo su cui è esploso un missile, e il trolley nemmeno si apre o si deforma: come appena uscito dal check in, per la scena tragica susseguente. Si aggiunga: 1) Esperti mondiali di AIDS (?) muoiono nel disastro aereo in Ucraina; 2) Il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines aveva volato per la prima volta il 17 luglio 1997 ed è precipitato il 17 luglio 2014, esattamente 17 anni dopo la sua entrata in servizio. Il codice del volo? MH17. 3) I golpisti ucraini hanno arrestato il controllore di volo spagnolo della torre di controllo di Kiev, subito dopo che questi, via Twitter, ha segnalato al mondo che la correzione di rotta e abbassamento di quota del Boeing 777 erano state ordinate da Kiev...
Ed infine  come mai questo incidente sbalorditivo, finora ampiamente strumentalizzato in funzione di propaganda anti-russa, è avvenuto proprio in coincidenza con l'offensiva militare sionista contro la Palestina?..."  



Continua con altre domande di Mosca a Kiev: 

"Giovedì 17 luglio, poco dopo le ore 16.15 ora ucraina, il Boeing 777-200ER della Malaysia Airlines, volo MH17 - stesso modello e stessa compagnia del volo MH370 "scomparso nel nulla" l'8 marzo - si è schiantato non lontano da Donetsk.

Sono in molti a cercar febbrilmente di dimostrare il coinvolgimento russo nello schianto del MH17, ma non hanno prove, ha affermato il Ministro russo della Difesa, Anatoly Antonov.

"Mi sembra che anche questo faccia parte del c.d.information warfare scatenatosi contro la Russia", ha detto."Non voglio sfruttare quest'occasione per accusare qualcuno, ma per porre dieci domande ai miei colleghi dell'esercito ucraino, anche per capire se ci sono basi per riprendere la cooperazione e impedire simili disastri in futuro", anche in vista dell'indagine internazionale che avrà luogo sulla tragedia.

Ecco le dieci domande:

1. Immediatamente dopo la tragedia, le autorità ucraine hanno attribuito la responsabilità ai "ribelli". Su quali basi?

2. Può Kiev spiegare nel dettaglio il funzionamento dei lanciamissili Buk nelle zone di guerra? E come mai si trovavano lì, essendo i "ribelli" sforniti di un'aviazione?

3. Perché le autorità ucraine non si stanno attivando per costituire una commissione d'inchiesta internazionale? 

4. L'esercito ucraino consentirà agli inquirenti internazionali di controllare l'inventario dei loro missili terra-aria e aria-aria?

5. Saranno disponibili per la commissione internazionale dati affidabili sui movimenti degli aerei da guerra ucraini il giorno del disastro? 

6. Perché i controllori di volo ucraini consentirono al velivolo di deviare dalla rotta, verso zone interessate dalle operazioni "antiterroristiche"?

7. Perché lo spazio aereo sopra le zone di guerra, nemmeno interamente coperto dai radar, non era stato chiuso ai voli civili?

8. Che credibilità hanno i commenti, comparsi sui social media, che riferiscono di due aerei militari ucraini che volavano vicino al Boeing 777?

9. Perché i servizi di sicurezza ucraini hanno cominciato a lavorare sulle comunicazioni tra i controllori di volo ucraini e l'equipaggio del Boeing, e sui dati del sistema radar, senza attendere l'inizio dell'indagine internazionale?

10. Che cosa ha appreso l'Ucraina da un simile incidente occorso nel 2001, quando un Tu-154 russo si schiantò nel Mar Nero? Allora le autorità ucraine negarono ogni coinvolgimento dell'esercito, finché non fu provato il contrario.

Fonte: http://rt.com/
Traduzione: Radio Spada