Visualizzazione post con etichetta mafia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mafia. Mostra tutti i post

giovedì 12 gennaio 2012

Mafia padrona....? Allora sì che si mangia! - Ecco il vero motore economico in Italia



Ante Scriptum

Se l'Italia invece di essere in mano a politici incapaci (o tecnici affiliati alle banche) fosse gestita direttamente dalla "mafia", quella vera, il nostro debito pubblico scomparirebbe nel giro di pochi anni... Questo risulta dai dati rilevati nell'articolo che segue da cui si evince che -in effetti- l'Italia è già "comandata" dalla mafia e che è la mafia a decidere il tipo di attività dominanti e le linee dello sviluppo economico italiano... Tutto gira attorno alla mafia o per proteggersi dalla mafia o per avvantaggiarsi della mafia... Tra l'altro ricordo un romanzo di fantascienza letto tanti anni fa in cui si immaginava una società apertamente controllata dalla mafia che funzionava perfettamente e senza intoppi, efficiente e sicura.. senza sgarri nè ruberie politiche.. tutto era "deciso" per settori di competenza con relative tariffe "decimali"... Una società perfetta...
Mah, staremo a vedere....

(Paolo D'Arpini)

.........

È il più grande virus che infetta la nostra società. Una holding. Si fa banca, con i suoi 65 miliardi di denaro «liquido». Si fa Stato, chiedendo «tasse» ai cittadini. È un camaleonte che si mimetizza tra centinaia di attività commerciali. È la Mafia spa. Una macchina da soldi che solo grazie al suo ramo commerciale fattura ogni anno 140 miliardi di euro, con un utile che supera i 100 miliardi. Praticamente è il 7% del Pil italiano. Con quei guadagni il debito pubblico del nostro Paese (1900 miliardi) sparirebbe in soli 19 anni.

Il tredicesimo rapporto «Sos Impresa» di Confesercenti mette i brividi alla parte sana dell'Italia. Quella rappresentata da cittadini che pagano le tasse e da imprese che oltre a pagare il prezzo della crisi, sono costrette a subire la violenta conquista del mercato della criminalità organizzata. Le aziende italiane subiscono 1300 reati al giorno. Sono 50 ogni ora, quasi uno al minuto. Il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, spiega che «le piccole e medie imprese sono le principali vittime di racket, usura, rapine. La crisi è funzionale alla criminalità organizzata, che condiziona l'economia legale e fomenta quella illegale del sommerso sia della produzione sia del mercato abusivo. Lo Stato si è impegnato, ma serve un cambio di passo. Solo l'usura - spiega Venturi - ha provocato la chiusura di 1800 imprese e bruciato decine di migliaia di posti di lavoro. I commercianti sono quelli più esposti al fenomeno: le vittime sono circa 200 mila».

Come uno Stato Nonostante la Mafia spa abbia colonizzato qualsiasi ramo del commercio, infettato il mondo delle istituzioni, internazionalizzato le proprie attività e riciclato miliardi di euro sporchi, non è possibile una ricognizione sull'attività predatoria delle mafie senza partire dall'estorsione. Il pizzo è la tassa per eccellenza. Va pagata per garantire il welfare dell'organizzazione: a sostenere le famiglie, le cosche, le 'ndrine, ad assicurare uno stipendio ai «carusi», ad assistere i carcerati e pagare gli avvocati. Il fenomeno mafioso ha fatto in modo che il pizzo si paghi in una condizione di «normalità». Chi lo pretende diventa una persona di famiglia a cui chiedere cortesie e protezione. Ma è anche il prezzo della paura. La tassa ambientale che si paga per vivere e lavorare senza problemi.

Il tumore dell'usura Costringe a chiudere 50 aziende al giorno, bruciando solo in un anno 130 mila posti di lavoro. E i dati sono in crescita, anche a causa della crisi economica. I commercianti vittime dell'usura sono circa 200 mila, ma le posizioni debitorie sono almeno il triplo e il numero degli strozzini è lievitato da 25 mila a 40 mila. Per debiti o usura hanno chiuso i battenti, negli ultimi tre anni, 190 mila imprese con un indebitamento medio di 180 mila euro. E non è un caso, allora, se a crescere sono anche i fallimenti: +46 per cento nel primo trimestre 2010. Finisce in soffitta il classico «cravattaro», crescono invece gli usurai dalla «faccia pulita», dalle società di servizi e mediazione finanziaria a reti strutturate e professionalizzate.

La Mafia spa a tavola Mangiamo tutti i giorni. E il cibo, per arrivare in tavola, passa di mano in mano. Tra queste spunta anche quella della criminalità organizzata che decide tutto, dal costo a cassetta al trasporto, fino alla commercializzazione. Si può addirittura parlare di ortomafie. Le mafie non controllano solo la filiera, ma applicano truffe a ogni passaggio attraverso furti di attrezzatura e mezzi agricoli (con la pratica del «cavallo di ritorno»), eseguendo lo sfruttamento della manodopore o ingannando Inps e Unione europea sfruttando aziende agricole, falsi braccianti e cooperative fantasma. C'è poi il giro di truffe sugli alimenti scaduti (il caso più famoso è quello delle mozzarelle blu sequestrate dai Nas) e il controllo dei mercati ortofrutticoli, rionali e ittici.

Vacanze mafiose Il settore del turismo è una gallina da spennare. Non è un caso se le organizzazioni puntano ai 7000 chilometri di coste italiane per entrare in modo diretto nel giro miliardario del turismo e sviluppare i traffici illeciti. Perché legato al business degli alberghi e dei resort ci sono bar, ristoranti, locali notturni, settori in cui la criminalità organizzata vuole essere protagonista. In Calabria, Campania, Puglia e nel basso Lazio (fino ad alcuni casi che hanno coinvolto anche Ostia e Ladispoli) le imprese balneari pagano regolarmente il pizzo.

Mafia spa by night Secondo alcune stime, si legge nel rapporto Sos Impresa, la «mafia dei muscoli» controllerebbe fino all'80 per cento dei locali notturni. Il business non è legato esclusivamente al divertimento di una notte in discoteca con la musica a tutto volume. Primo, i locali sono il posto per eccellenza dove poter spacciare droga e il mercato degli stupefacenti è in mano alla criminalità organizzatra. Secondo, lo sfruttamento della prostituzione non può trovare miglior location che i locali notturni. Le bande malavitose, quindi, si sono adeguate.

Giochi mafiosi La criminalità è da sempre interessata al gioco. Da quello classico legato allo sport a quello illegale nelle bische. In tutti i casi ne ha fatto un sistema dove regna racket, truffe e usura. Ma non vengono controllate solo le scommesse clandestine, gli investimenti sono legati anche alle slot machine nei bar, ai bingo, il gioco d'azzardo on line, i videogame nelle sale da gioco. Secondo Confesercenti il giro d'affari movimentato dal gioco illegale conta più di quattro miliardi di euro di cui 3,6 gestito direttamente dalle organizzazioni magiose, senza contare gli introiti dell'usura finalizzata al gioco d'azzardo (750 milioni) e la richiesta del pizzo in senso stretto (400 milioni).

Costi dei commercianti Tutto ciò ha fatto alzare il livello di insicurezza di chi non si è ancora piegato alla Mafia. Polizze assicurative, blindature e sistemi di allarme, vigilanza privata rappresentano un aggravio complessivo di 2,1 miliardi di euro l'anno. Chi ci guadagna sono le imprese per la sicurezza con più di 4000 milioni di euro di fatturato annuo. Ulteriori costi che gli imprenditori devono sostenere pur di non cadere nella rete.


Fabio Perugia (Il Tempo)

Fonte La Tua Voce

venerdì 9 dicembre 2011

John Fitzgerald Kennedy... i retroscena e i motivi segreti sulla sua uccisione...

Cari amici vorrei fare alcune osservazioni. Come per tutte le notizie e le vicende che avvengono e provengono dagli States, anche per quelle sull’omicidio di John Fitzgerald Kennedy bisogna essere molto cauti, altrimenti si finisce per fare la fine delle notizie sugli Ufo e gli alieni.

La tecnica dell’inquinamento, del depistaggio e quella dell’inflazione di notizie solo apparentemente vere, ma in realtà false, è infatti ampiamente utilizzata, sia da parte di strutture interessate, sia per germinazione spontanea di un popolo ridotto a livello di beoti, ed è proprio questa tecnica, che soprattutto consente di preservare la “grande menzogna” su Kennedy (e sta avvenendo la stessa cosa con l’11/9).

Nel caso specifico mi sembra strano che un detenuto esperto, che pur sa che potrebbe essere eliminato in qualsiasi momento, se ne esca fuori con quella confessione, a meno che non sia stato “imbeccato” per far scoprire una PARTE di verità e quindi, ammettendo la falsità della pista Osvald, deviare l’attenzione dai veri assassini (la mafia fu solo una esecutrice). Probabile, ma le prove? Meglio essere cauti.

Ma chi ha ordinato la morte di Kennedy? Per capirlo bisogna considerare la storia americana dal 1945 al 1974 e si capirà che poco c’entrano gli interessi mafiosi, il presidente “buono” che non vuole la guerra, che ostacola le industrie di armi, ecc. Tutte cazzate.

Joe Fallisi ha invece centrato il bersaglio facendo notare la provenienza della famiglia Kennedy alquanto eterogenea da quella di altri Presidenti Wasp.

Dunque, noi sappiamo bene che dietro la strategia bellica Alleata vi era la mano ferma di certe consorterie e lobby di natura mondialista che disegnavano quella strategia in vista di un assetto post bellico propedeutico ad un Nuovo Ordine mondiale. Jalta, per il controllo dell’Europa, e la funzione Sovietica erano essenziali, tanto che l’avanzata americana in Europa venne opportunamente “rallentata” onde consentire ai Sovietici di occupare le aree geografiche loro assegnate.

Una tattica che ebbe varie sbavature, come ad esempio quella del generale Patton (strana morte) ma comunque venne realizzata in pieno. Fatto sta che a guerra finita gli Stati Uniti divennero la prima potenza mondiale, planetaria sui due oceani.

In questo immenso e ricco paese le Amministrazioni e i Presidenti Usa, e dal 1913 (federal reserve system) anche l’economia erano saldamente in mano a quelle Lobby di cui parlavamo. Saldamente in mano MA NON TOTALMENTE SOTTO CONTROLLO. Questo perchè l’estensione del paese era immensa, mentre la genia delle sue sanguisughe era invece estremamente esigua, la cultura americana non era ancora stata rimodellata su quella neoradicale e progressista, molto più malleabile ed infine la grande vittoria bellica unita al possesso dell’atomica, potevano innescare, soprattutto nelle forze armate, pruriti di nazionalismo e di potere indesiderati. L’inevitabile sorgere della guerra fredda, con la necessità di tenere sotto controllo il dinamismo sovietico (necessità di ordine tattico, non strategico, perchè il vero fine di Jalta era la cooperazione a tutti i livelli con i Sovietici) non promettevano nulla di buono per le consorterie mondialiste.

Certi pruriti del dopoguerra, di stampo nazionalista (per esempio la vicenda McArthur ne erano un sintomo preoccupante).

Da qui la grande idea di aiutare Stalin a dotarsi di armamento nucleare nell’ottica di un bilanciamento di forze che frenasse spinte centrifughe negli Usa da parte delle sue amministrazioni non totalmente sotto controllo.

Sappiamo poi come furono incentivate le campagne culturali contro tutti i vecchi valori dell’americano medio, come venne cavalcata la Contestazione, l’esplosione violenta e sotto banco agevolata,delle rivolte negre, come attraverso Hollywood ci fu l’esplosione di films antirazzisti, antimilitaristi, con la rivalutazione persinodei Pellirossa “buoni”, la denuncia di una Cia “paralleala”, ecc. E persino la denuncia, fatta dal New York Times nel 1971, ovvero dal giornale in mano a certe Lobby, che l’incidente del Golfo del Tonchino fu una false flag.

Tutto faceva brodo per indebolire e tenere sotto ricatto le amministrazioni americane e i loro vertici militari.

Il Watergate completò l’opera, perchè da quel momento “chi di dovere” raggiunse tutti gli obiettivi prefissati e potè prendere in mano tutto il potere in America, ripulendo e rifacendo tutti i Servizi di Intelligence. Da allora, addio alla Contestazione, freno alla filmografia, freno alle rivolte dei negri, e così via. Non servivano più.Tutto a poco a poco si andò a spegnere, anzi con i film su Rambo, si prese a rivalutare anche la guerra nel Vietnam.

Ma torniamo a Kennedy. Questi aveva due particolarità che lo rendevano “pericoloso” per quelle Lobby di potere in quel momento di transizione (i primi anni ’60), nonostante che la sua ideologia di fondo “neoradicale” (la “Nuova Frontiera”) era gradita da queste Consorterie. Era cattolico e proveniva da una famiglia ricca, quindi meno ricattabile di altri presidenti. Il fatto che fosse cattolico ostacolava, e non poco, il ridimensionamento di questa cultura così come era necessario nell’ottica mondialista.

Ed infine era anche alle soglie di un secondo mandato, quando sappiamo che al secondo mandato i presidenti americani potrebbero essere più “indipendenti” rispetto alla loro prima amministrazione (abbiamo poi visto, infatti, come molti presidenti USA al secondo mandato e al vertice della loro popolarità, vengono ridimensionati attraverso opportuni scandali).

In quegli anni di transizione, quindi, quando ancora tutto il potere, assoluto, era ancora di là da venire (Watergate 1974) i Kennedy, compreso il fratello Bob, erano un pericolo.

Da qui l’incarico alla Mafia, in collaborazione con opportuni Servizi, di eliminarlo.

Scoprire gli esecutori quindi conta fino ad un certo punto, perchè sono i mandanti quelli che contano veramente. E i mandanti sono lì davanti a noi, basta considerare CHI ha preso tutto il potere in America dopo il 1974 !!

MAURIZIO - maufil@alice.it


Nota di Joe Fallisi: I Kennedy appartenevano a una famiglia cattolica e, in particolare John, non avevano una grande devozione per Sion. Il nocciolo della vera classe dirigente di hamburgerlandia è (quasi) sempre stato WASP (White Anglo-Saxon Protestant ) e filogiudaico. Già solo questo fatto basilare informa il il destino, in politica, di quel clan irlandese.